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Numero 1(46)
«Nord Ost» – top della stagione

    Il progetto del musical nostrano “Nord-Ost” era stato pubblicizzato in tempo utile.
    I cantautori dilettanti Aleksej Ivashchenko e Georgij Vasil’ev, beniamini del pubblico, protagonisti degli show televisivi “Risate e dintorni” e “il Pappagallo Bianco”, hanno scritto la sceneggiatura di “Nord Ost” e ne hanno diretto la messa in scena.
    Uno dei maggiori fattori che hanno portato al successo e’ stata la scelta del materiale letterario. Il romanzo “I due Capitani” di Veniamin Kaverin, fu oggetto di studio scolastico per tutti coloro che oggi hanno accompagnato i figli adolescenti a vedere lo spettacolo. Anche questi ultimi, a loro volta, sono costretti a leggere il romanzo: il programma scolastico rielaborato dalla perestrojka non ha toccato il romanzo. Gli spettatori ricordano tutti la trama, cosa che, tra l’altro, non e’ importante, poiche’ la storia scenica e’ raccontata in maniera accessibile e chiara.
    La trama e’ la seguente: nel 1913 naufraga nell’Artico la spedizione del capitano Tatarinov, a bordo della “Santa Maria”. In una lettera di addio il capitano accusa il fratello Nikolaj di essere stato il responsabile della morte dei membri della spedizione, avendoli di proposito mal equipaggiati. La lettera finisce tra le mani del piccolo Sanya, determinandone la sorte futura. In eta’ adolescente egli frequenta la famiglia del capitano Tatarinov, si innamora della figlia Katya e le racconta della lettera che aveva trovato. Gli credono e non gli credono. Per Sanya diventa una questione d’onore ritrovare la “Santa Maria” e accertare le cause del naufragio di quella lontana spedizione.
    La fabula e’ letta attraverso i mezzi della rappresentazione musicale. L’amore e’ elevato e puro, il tradimento sporco e sincero, i viaggi pericolosi ed esotici. Se vi aggiungiamo il giovane muto che ha imparato a parlare, il suicidio della vedova del capitano Tatarinov e il romanticismo eroico dei primi scopritori ne risulta strano che questo notevole materiale era rimasto per lungo tempo inutilizzato… L’azione si snoda tra Arkhangelsk e Mosca, tra l’estremo Nord e Leningrado assediata. Un quarto di secolo e’ il periodo che copre.
    La scenografia ha voluto sorprendere persino gli spettatori piu’ sofisticati e ci e’ riuscita bene. Il pittore Zinovij Margolin ha ideato e realizzato “quadri” impressionanti: enormi costruzioni che incombono sulla scena: ali di un aereo, metafore sceniche del percorso di vita; nella scena finale appaiono giganteschi blocchi di ghiaccio. Trasmettere le emozioni suscitate dalla potenza e dalla bellezza che ci vengono proposte e’ impossibile: immediatamente la scena si gira e ci appare la “Santa Maria” ibernata nei ghiacci artici…Il miraggio piu’ grande e’ pero’ l’atterraggio dell’aereo, enorme, che pian piano, con gran frastuono, effettua il suo atterraggio sulla scena.
    Mentre un paio di decenni fa, dopo la comparsa del leggendario “Giunone e il Diavolo”, i critici avevano accesamente discusso su cosa fosse un musical, dopo “Metro” questo “genere forestiero” ha ricevuto giudizi piu’ tranquilli. I critici hanno adesso un nuovo elemento a cui appellarsi. “Nord Ost” non e’ in nulla influenzato dai temi, dalle idee e dai modi di rappresentazione dei musical anglo-americani, cliché del genere. Al contrario, la spettacolo e’ innanzi tutto il frutto della cultura patria, anche se rispetta tutte le regole del genere. Vi resiste il principio del gioco, nel quale gli spettatori sin dall’inizio devono capire “il nocciolo della questione”, essere fiduciosi e ingenui. E’ lo spettacolo stesso che li fa diventare cosi’, o meglio, le sue componenti: le melodie orecchiabili, le immagini vivide, le voci gradevoli degli attori di gran competenza. Gli interpreti sembrano piu’ che lavorare con serieta’, incarnare e pensare a un “supercompito”, reicitano con piacere, gioia e godimento.
    Piloti che ballano allegramente lo step, segretarie e inquilini delle sovraffollate case popolari che cantano in modo contagioso. Tra gli attori meritano una menzione particolare Andrei Bogdanov (Sanya Grigorev), Irina Lindt (Maria Vasil’evna), Ekaterina Guseva (Katya Tatariniva), Jurij Mazikhin (Nikolaj Tatarinov).
    Tuttavia le sorti di uno spettacolo vengono decise lassu’ in alto. Non si nota che le voci non sono resistenti, che alcune scene dello spettacolo sono tirate troppo per le lunghe, che lo step avrebbe potuto essere piu’ vario, e il “preambolo” musicale della scena del suicidio della mamma di Katya piu’ breve… Tutto cio’ che in altri spettacoli susciterebbe fastidio qui a evoca sentimenti diversi: tenerezza e pacatezza. “Nord Ost” si lascia guardare tutto d’un fiato per poi uscire dalla sala dello scomodo mostro architettonico, il palazzo della Cultura chiamato finemente “Centro Teatrale sulla Dubrovka”, con umore gioioso ed entusiastico…
Elena Troickaja

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