Espresso
Q U I N D I C I N A L E   D I   I N F O R M A Z I O N E
Russian
Home Giornale Archivio Redazione Pubblicità Dove siamo
 
Numero 1(65)
Previsioni sull’andamento del petrollo

    L'intensificarsi della tensione attorno all’Iraq fa rivalutare la situazione nel mercato del petrolio. Mentre prima la maggior parte degli esperti era dell’opinione che all’inizio del 2003 i prezzi del petrolio dovessero cadere, ora molti cominciano a prevedere una crescita ulteriore dei prezzi dell’oro nero.
    Lo scenario di prima, in conformità al quale ci si aspettava un calo di prezzi fino a 14-16 dollari per un barile di petrolio, derivava dall’ipotesi che l’invasione americana dell’Iraq dovesse finire entro qualche mese, cioè che sarebbe assomigliata alla vicenda afgana. Lo stesso scenario prevedeva pure che subito dopo il cambio del regime politico in Iraq, il Paese avrebbe cominciato a fornire grosse quantità di petrolio sui mercati internazionali, e che le forniture di petrolio sarebbero state imitate dai Paesi dell’OPEC.
    Ma diventa sempre più chiaro che, anche se l’esperienza dell’operazione militare in Afganistan sarà usata in Iraq, il regime di Hussein potrebbe eliminare i suoi giacimenti di petrolio, il che comporterebbe l’agiotaggio nei mercati petrolchimici. In particolare, tale minacce sono già state pubblicate dai rappresentanti dell’Iraq, dopo di che i prezzi del petrolio hanno superato i 30 dollari per barile. A quest’impennata hanno contribuito anche le notizie negative dal Venezuela che, in seguito agli scioperi, si è reso incapace di continuare le grosse forniture del petrolio sui mercati internazionali.
    Attualmente, lo scenario dei prezzi del petrolio, negativo per l’economia internazionale, prevede una crescita dei prezzi fino ad 80 dollari per un barile. Ciò avverrà se l’Arabia Saudita non appoggerà l’invasione americana dell’Iraq, l’OPEC non aumenterà le forniture del petrolio, i giacimenti iracheni saranno eliminati, e negli USA saranno commessi altri atti terroristici. Inoltre, l’operazione in Iraq potrebbe andre per le lunghe, se l’esercito statunitense affronterà una resistenza armata. Ovviamente, tale scenario è assai catastrofico, ma non è da escludere.
    Va pure rilevato che, sebbene tutti gli scenari nascano da svariate conseguenze della guerra in Iraq, il momento dell’inizio dell’operazione militare non è ancora stato definito. Visto che, alla vigilia della guerra, il mercato del petrolio sarà presumibilmente molto surriscaldato, allora anche se si realizzerà lo scenario ottimistico e i prezzi del petrolio cadranno, i prezzi medi nel 2003 saranno alti.
    A proposito, lo scenario ottimistico, cioè il calo dei prezzi del petrolio, è ottimistico dal punto di vista delle economie occidentali, perché i bassi prezzi potrebbero consentire loro di ottenere tassi di crescita più alti. Dal punto di vista della Russia, invece, più alti saranno i prezzi del petrolio, più consistenti saranno le entrate del budget, la crescita della riserva finanziaria e la capacità del governo di aumentare le spese nell’anno delle elezioni, il che aumenterà la probabilità dei tassi più alti di crescita economica. Per la Russia pertanto quest’anno dovrebbe essere di successo, se l’inizio della guerra nel golfo sarà rinviato o se, in seguito alla guerra, il mercato sentirà la mancanza della proposta del petrolio.
    Non va neanche dimenticato che i problemi relativi alle forniture del petrolio dai Paesi del Medio Oriente, promettono alla Russia anche dividendi politici. Per i Paesi occidentali, infatti, la Russia è una fonte alternativa di materie prime, alla quale si potrà accedere, qualora in Medio Oriente ci siano dei problemi. Nel 2003, pertanto, la Russia può contare anche su un dialogo politico più cordiale con gli USA, che continueranno a ricercare una coalizione antiterroristica su scala internazionale. Solo la riluttanza del Cremlino di allearsi apertamente con gli USA potrebbe ostacolare la realizzazione di tale ravvicinamento politico. Il fatto è che alla vigilia delle elezioni presidenziali in Russia, il ravvicinamento con l’Occidente non sarà una carta politica vincente.

in alto <<  ARTICOLO PRECEDENTE      ARTICOLO SEGUENTE  >> in alto
ALTRI ARTICOLI DELLA RUBRICA "FINANZA"
Bocciata la riforma del settore energetico ¦  Privatizzata l’ultima compagnia petrolifera di stato ¦  I primi risultati del 2002
Rambler's Top100    Rambler's Top100