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Numero 1(65)
Per qualcuno i moscoviti sono dei simpatici mascalzoni

    Chi ha detto che i russi non piacciono agli stranieri? I risultati di un sondaggio, svolto dal centro ROMIR tra 40 impiegati di ambasciate ed imprenditori stranieri che abitano a Mosca da almeno due anni e mezzo, dimostrano il contrario. Ma con qualche riserva.
    Secondo gli intervistati, i moscoviti sarebbero persone colte, benevole, educate; solo nei confronti dei propri amici e parenti, però, mentre nella vita quotidiana la loro educazione non si manifesta mai. Gli abitanti della capitale, infatti, si spintonano e si insultano sui mezzi pubblici, raramente cedono il posto agli anziani e mai alle donne, a tavola si comportano da mascalzoni, indipendentemente dalla posizione sociale e dal livello di reddito. Inoltre, secondo gli stessi esperti, sarebbero pochi i moscoviti non propensi al razzismo e anche al nazismo. D’altra parte, diverse espressioni estremamente offensive nei confronti degli ospiti della capitale, non sarebbero pronunciate dai russi per cattiveria, ma così, per spiritosaggine.
    Gli intervistati hanno, poi, comunicato di ritenere molto alto il livello professionale dei nostri programmatori, avvocati, ragionieri e manager. Ma anche qui c’è un “ma”: gli stranieri hanno definito pigri i rappresentanti di questi e di altri mestieri. E che a Mosca si beve, e tanto, gli intervistati l’avevano imparato come il padrenostro molto prima di arrivare in Russia, ma sul luogo hanno capito che all’estero comunque si sottovaluta la dimensione dell’amore che provano i nostri connazionali verso gli alcolici.
    Gli stranieri sono maggiormente turbati dal fatto che i moscoviti sorridono poco. E se ridono, lo fanno tra sé, maliziosamente, e mai sorridono agli altri. Ciò sarebbe dovuto, secondo gli intervistati, al fatto che gli abitanti della capitale russa sono introversi e freddi, anche se non sono indifferenti. Oppure sono semplicemente pessimisti.
    Tutto ciò è confermato anche dai sondaggi svolti all’estero. Così, secondo le informazioni pubblicate dal Pew Research Center for the People and the Press, solo un quinto dei russi è contento del proprio tenore di vita, della situazione nel mondo e in patria. Ciò è dovuto non tanto alla situazione reale, quanto al nostro attegiamento. E’ difficile, infatti, che in Uzbekistan la vita sia più facile che da noi. Ma in questa ex repubblica sovietica la percentuale di coloro che sono contenti del proprio tenore di vita è uguale a quella del Giappone. E la situazione internazionale è valutata positivamente dai due terzi degli uzbeki. Gente radiosa, niente da dire.

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