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Numero 2(66)
Il Pakistan cerca amici a Mosca

    Non appena partito da Mosca il primo ministro italiano Silvio Berlusconi, il Presidente Putin ha incontrato al Cremlino un altro ospite straniero, il Presidente del Pakistan Pervez Musharraf, arrivato nella capitale russa il 5 febbraio. Il Presidente pakistano forse non poteva scegliere per la sua visita un momento migliore. Proprio oggi i Presidenti dei due Paesi si interessano in modo particolare. Gli americani, che per un certo periodo hanno colmato il Pakistan di attenzioni come loro alleato, ora sembrano voler tornare alla loro consueta politica di trattenimento delle ambizioni pakistane, il che è un segnale molto brutto per il Pakistan, continuamente in cerca di alleati nel suo contrasto con l’India. Per Vladimir Putin, i contatti con il Pakistan significano avere tra le mani una chiave per l’Afganistan, sempre inquieto e diventato una grande piantagione di stupefacenti. Solo con il soccorso dell’esercito e dei servizi segreti pakistani, la Russia può indebolire il flusso di droga che va verso Nord o far cambiare la sua rotta. Inoltre, i buoni rapporti con entrambe le parti del conflitto indo-pakistano permetteranno alla Russia di fare il ruolo di mediatore tra i due Paesi, eliminando a poco a poco da questa regione potenzialmente ricca, ma molto instabile, gli USA. Inoltre, diventerà possibile fornire armi a tutte e due le parti del conflitto, il che, evidentemente, porta degli utili notevoli. Per ogni eventualità, del resto, per calmare i partner indiani, Vladimir Putin ha telefonato apposta al primo ministro dell’India Atalu Bihari Vadgpai, assicurandolo che i colloqui in questione non avranno nessun effetto negativo sui rapporti russo-indiani.
    In seguito alle trattative russo-pakistane al Cremlino, sono stati firmati tre documenti: il memorandum sulla cooperazione tra le scuole diplomatiche presso i Ministeri degli esteri dei due Paesi, il programma di scambi nel campo di cultura, di scienza e di educazione tra i Governi per gli anni 2003-2006 e il memorandum sulla cooperazione fra i Ministeri degli interni dei due Paesi. Il memorandum sulla cooperazione fra i Ministeri degli interni prevede, in particolare, l’intensificazione dell’interazione tra Mosca ed Islamabad nello scambio di informazioni e di quadri, nonché la lotta unita contro la criminalità organizzata transnazionale e contro la circolazione illegale di droga. Il Presidente russo ha auspicato, a questo proposito, che la Russia e il Pakistan aumentassero anche la collaborazione nella lotta al terrorismo su scala internazionale e ha detto di essere soddisfatto del fatto che aveva cominciato ad operare un gruppo russo-pakistano per la lotta al terrore, osservando, del resto, che si tratta solo del primo passo su una lunga strada.
    Alla conferenza stampa conclusiva, Vladimir Putin e Pervez Musharraf hanno dimostrato l’unità di posizioni riguardo allla crisi irachena, sostenendo che l’eventuale guerra potrebbe provocare una reazione estremamente dura nel mondo musulmano in generale e in Pakistan in particolare. Putin, usando formule molto elastiche, da vero mediatore, ha affermato che la Russia si pronuncia a favore “della continuazione di un lavoro progressivo, mirato alla ripresa del dialogo pakistano-indiano”.
    Il leader pakistano ha cercato in ogni modo di attirare nel suo Paese il business russo, promettendogli diverse agevolazioni e privilegi. Fra altre “carote”, proposte al business russo, spicca quella, fatta vedere da Abdullah Iussuf, ministro del petrolio e delle risorse naturali del Pakistan: egli propone al gruppo “Gazprom” di partecipare alla privatizzazione delle compagnie petrolchimiche pakistane. Il Ministro ha sottolineato che le aziende russe avranno un titolo preferenziale in quest’affare. L’invito di Iussuf acquista la maggiore importanza se si pensa che ora il “Gazprom” ha in programma di costruire un gasdotto Iran-Pakistan-India e sarebbe certamente contento di ricevere un nuovo mercato di sbocco per il combustibile blu.

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