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Numero 3(67)
Riforma del settore energetico: ed e’ subito scontro

    Nonostante le dure dichiarazioni di alcuni deputati, e malgrado la dura posizione di Andrei Illarionov, il consigliere economico del Presidente, la Duma di Stato ha approvato il 14 febbraio il progetto di legge sulla riforma del settore energetico in Russia. Questo evento, senz’altro molto significativo, riflette la volontà’ politica del Presidente, intenzionato a non fermare le riforme anche nell’anno delle elezioni. Nel contempo, va rilevato che, come per la riforma dei servizi comunali, nella riforma del settore energetico, alla vigilia dell’approvazione della legge, sono stati apportati alcuni emendamenti importanti che rendono meno radicali i cambiamenti nel settore.
    La prima delle modifiche apportate e’ questa: mentre le versioni iniziali della legge sulla riforma prevedevano che il periodo transitorio durante il quale sarà’ effettuata la parte maggiore della ristrutturazione del settore, terminerà’ nel 2005, il documento approvato il 14 febbraio dice invece che questo periodo transitorio non terminerà’ prima del 2005, ma il termine esatto non e’ indicato. La mancanza di termini precisi sul termine di questa fase della riforma significa di fatto che il periodo transitorio potrebbe anche andare per le lunghe. In ogni caso la dichiarazione di Kassianov circa il desiderio del governo di assumersi tutte le responsabilità’ per la riforma, alla luce di tale emendamento, sembra una mossa populistica.
    Competenze significative sulle scelte per l’ ulteriore andamento della riforma sono state poi lasciate al Governo federale. Questo si riferisce non solo ai termini, ma anche allo stesso processo della ristrutturazione: l’andamento della riforma sarà’ determinato dai decreti dell’esecutivo.
    Infine, la riforma concerne prevalentemente la ristrutturazione del sistema energetico e la sua divisione in generazione (vale a dire le strutture di produzione), trasmissione (vale a dire la trasmissione dell’energia elettrica) e distribuzione. Intanto, nessuno per ora ha fretta di cambiare le radici stesse della regolamentazione del settore, che ostacolano l’aumento del suo rendimento. Oggi, ad esempio, l’aumento del costo di produzione dell’energia elettrica oltre una certa percentuale e’ un motivo sufficiente per promuovere l’aumento delle tariffe di vendita per i prodotti del settore. In tale situazione, la riduzione del costo di produzione, in seguito al programma di riduzione delle spese, potrebbe dare ai governatori un motivo per rivedere le tariffe, rendendole piu’ basse e togliendo in questo modo agli ingegneri energetici determinati utili supplementari. Finche’ non cambieranno i principi di formazione delle tariffe, la situazione nel settore non puo’ cambiare radicalmente.
    Le notevoli competenze lasciate dalla legge al Governo, rappresentano un altro segnale importante. Lo scopo stesso del potere federale nella riforma energetica sta, tutto sommato, nella possibilità’ di ridurre l’indipendenza delle autorità’ municipali e regionali. Da quando nel Paese sarà comparso un mercato dell’energia elettrica, i fornitori potranno lottare in modo piu’ duro con i debitori inadempienti che spesso sono organismi municipali o istituzioni, finanziate dallo Stato. Come dimostrano gli ultimi eventi nelle regioni russe, sono proprio i sindaci e i governatori a dover rispondere per la mancanza della luce e del riscaldamento nelle abitazioni. E quanto piu’ deboli sono le autorità regionali, tanto piu’ forte e’ il potere del centro federale. E’ indicativo, a proposito, che già’ dopo l’approvazione del progetto di legge sull’energia in terza revisione, il Consiglio della Federazione ha rimandato l’esame della legge all’inizio di marzo, mandando per le lunghe la sua approvazione. La riforma del settore energetico potrebbe avere un effetto notevole sulla condizione delle compagnie russe piu’ grandi, per cui essa continua ad essere un oggetto di baratto tra i gruppi interessati. L’ ottenimento del controllo sulle risorse energetiche puo’ garantire la prosperità’ sia ai settori che forniscono le materie prime a quello energetico, sia ai settori che consumano l’energia elettrica. Tra i rappresentanti piu’ attivi del primo gruppo ci sono indubbiamente i minatori delle miniere di carbone, dato che questa risorsa continua ad essere una materia prima importante per le centrali termiche. Loro saranno interessati a promuovere in futuro una crescita notevole delle tariffe, il che permetterebbe loro di vendere con profitto i propri prodotti. Due rappresentanti delle miniere di carbone, e piu’ precisamente, della holding MDM, sono già’ inclusi nell’elenco dei candidati al Consiglio d’ amministrazione della RAO EES [l’ ENEL Russa, N.d.T.]. Il secondo gruppo, quello degli utenti dell’energia elettrica, e’ rappresentato dalle aziende che lavorano con l’alluminio: questi, al contrario, insisteranno sulla limitazione della crescita delle tariffe dell’energia elettrica. Secondo alcune voci, i rappresentanti dell’Elemento Base (un consorzio, controllato da Oleg Deripaska) hanno pure essi intenzione di partecipare al Consiglio d’amministrazione della RAO EES.
    In questo modo, oggi appare che la sorte della riforma sarà’ determinata da due fattori. Il primo riguarda l’atteggiamento di Vladimir Putin, vale a dire se lui firmerà’ il progetto di legge, dando cosi’ il via alla lotta per gli attivi derivanti dall’ energia. Il secondo fattore e’ la composizione del Consiglio d’amministrazione della Società: la domanda e’ come sarànno le cose dopo la sua elezione nella primavera del 2003, e in che modo collaboreranno i rappresentanti del management, degli utenti e dei fornitori dell’energia elettrica ? Da una parte, la ristrutturazione di un grande monopolio con un reddito di circa 16 miliardi di dollari all’anno rende molto probabile la comparsa di nuovi oligarchi. D’altra parte, senza ristrutturare questa società’ e’ impossibile aumentare il rendimento del settore comunale e stimolare le riforme in altri settori. Vladimir Putin dovrà’ affrontare una scelta difficile.

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