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Numero 3(67)
La Russia crea la propria Comunità economica

    Il 23 febbraio, a Mosca, al Cremlino, i Presidenti di Russia, Bielorussia, Kazakhstan e Ucraina hanno firmato una dichiarazione congiunta sulla preparazione della formazione di uno spazio economico unito. In seguito ai colloqui, verso settembre del 2003 sarà’ predisposto un accordo per la formazione di uno spazio economico unito, per una politica economica concordata su alcune linee, per l’armonizzazione delle relative leggi. Obiettivo finale del lavoro è la creazione dell’ Organizzazione per l’integrazione regionale e la creazione di uno spazio economico unito. In vista di tale obiettivo, la Russia, l’Ucraina, la Bielorussia e il Kazakhstan istituiscono una Commissione congiunta per le tariffe ed il commercio, la cui sede sarà’ a Kiev, e che sarà’ presieduta da un esponente del Kazakhstan. Il Presidente russo Vladimir Putin ha detto che quest’organismo sarà’ indipendente dai Governi dei rispettivi Paesi. Si tratta, in sostanza, di delegare una parte delle competenze di ciascun Governo a questa Commissione: la parte connessa alle questioni cruciali, quelle più importanti per lo sviluppo economico. La Commissione dovrà’ preparare delle decisioni concordate, che rispettino gli interessi dei quattro Stati. Si tratta in realtà’ di una nuova qualità d’integrazione.
    I Presidenti di quattro Stati hanno dichiarato che l’accordo da essi raggiunto sara’ aperto all’ l’adesione di “altri Paesi interessati”.
    Le opinioni degli osservatori discordano in merito alle potenzialità’ del nuovo organismo: c’è chi dubita circa la sua capacità’ di sostituire numerose strutture che esistono nello spazio postsovietico. Gli stessi Presidenti firmatari hanno sostenuto che l’Organizzazione dell’integrazione regionale non dovra’ assolutamente sostituirsi alla CSI. Grigori Rapota, il Segretario Generale della Comunità’ economica euroasiatica che di fatto sarà’ eliminata se verranno realizzati gli accordi conseguiti il 23 febbraio, ha definito questi accordi “chiari ed interessanti”. Parlando del futuro della sua organizzazione, Rapota ha rilevato che “per ora non sono giunte disposizioni di apportare alcuna correzione nel nostro lavoro”. Secondo alcuni analisti, il nuovo organo sarebbe destinato a rimanere sulla carta, visto che gli interessi economici e le ambizioni dei leader dei Paesi firmatari sono incompatibili.
    Ma molti esperti ritengono che in tal modo la Russia cerca di togliersi di dosso una zavorra economica, rappresentata dalle repubbliche dell’Asia Centrale, creando un’alleanza economica vantaggiosa per Mosca, nella quale essa potrà’ risultare dominante. Commentando la dichiarazione di quattro Presidenti, una fonte altolocata al Cremlino ha ribadito che “si tratta di una forma di integrazione più profonda, rispetto a un’Alleanza doganale”.
    Secondo il Cremlino, sarebbe particolarmente importante l’accordo relativo all’ armonizzazione delle legislazioni, alla politica tariffaria unita, alla regolamentazione comune nel settore dei cosiddetti “monopoli naturali”.
    La fonte ha anche sottolineato l’importanza di quanto affermato dal Presidente della Federazione Russa circa l’apertura dello spazio economico unico agli altri Paesi della CSI. Ha ribadito inoltre che i quattro Paesi coordineranno le azioni mirate all’adesione al WTO.
    Gherman Gref, il ministro per lo sviluppo economico, a sua volta, ha osservato che, in sostanza nel 2003 devono essere preparati i progetti di un trattato in conformità’ al quale il movimento delle merci e dei servizi nel territorio dei Paesi firmatari dovrà’ svolgersi senza ostacoli e dazi, si deve creare una relativa organizzazione transnazionale che regolamenterà’ il regime del commercio estero. In questo modo, tutti devono attenersi ad una politica economica doganale armonizzata nell’ambito del nuovo organismo di quattro Stati, ha affermato il ministro.
    Gli analisti ritengono che lo sviluppo dei rapporti economici tra la Russia, l’Ucraina, il Kazakhstan e la Bielorussia potrebbe diventare un passo importante verso la sostituzione della CSI con una comunità’ meno amorfa e più efficiente degli Stati dell’ex Unione Sovietica. E’ possibile che in questo modo Vladimir Putin restauri l’URSS, almeno come sfera di influenza, creando una specie di mini-Comunità’ Europea.

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