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Numero 4(68)
I rimpasti di marzo
Il KGB risuscitato da Putin


    Sembra che alcuni mesi acquistino, nella storia contemporanea della Russia, un significato simbolico. Fino a poco fa ciò valeva solo per il mese di agosto, grazie al golpe, alla crisi finanziaria ed al disastro del sottomarino “Kursk”. Ma ora in questo breve elenco va incluso anche marzo come mese di dimissioni e nomine. Nel 1998, Boris Eltsin ha silurato l’esecutivo del suo premier pluriennale Viktor Cernomyrdin. Proprio da allora sono cominciato gli eventi definiti in seguito “frequenti rimpasti dei premier”. Nel 2001, sempre in marzo, Vladimir Putin ha cambiato i dirigenti di quasi tutti i ministeri che hanno a che fare con la sicurezza nazionale, la difesa e l’ordine pubblico. E infine, l’11 marzo di quest’anno, il Presidente ha annunciato alla TV, in diretta, altri rimpasti importanti che interessano di nuovo i ministeri appena menzionati. Stavolta peraltro si trattava più dei dicasteri che degli uomini concreti.
    Vladimir Putin quindi ha annunciato l’ eliminazione del Servizio Federale di Polizia Fiscale (FSNP) e il passaggio delle competenze di individuazione, prevenzione e repressione dei reati fiscali al Ministero degli Interni. Si cancellano inoltre il Servizio Federale delle Guardie di Frontiera (FPS) e l’Agenzia Federale dei Collegamenti e delle Informazioni Governative del Presidente (FAPSI): le loro competenze d’ora in poi saranno affidate al Servizio Federale di Sicurezza (FSB). Viene istituito il Comitato Statale per il Controllo della Circolazione di Sostanze Stupefacenti e Psicotropiche (ad esso passeranno le strutture tecniche e l’organico del Servizio Federale di Polizia Fiscale). Presso il Ministero della Difesa viene istituito il Comitato Statale per le Commesse Belliche Statali, al quale saranno affidate le competenze di committente unitario per l’ ordinazione degli armamenti convenzionali. Mikhail Fradkov, l’ex direttore del Servizio Federale di Polizia Fiscale, è stato nominato rappresentante della Federazione Russa presso l’Unione Europea. Konstantin Totskij, l’ex direttore del Servizio Federale delle Guardie di Frontiera, è nominato rappresentante della Federazione Russa presso la NATO. Vladimir Pronicev, l’ex vicedirettore del Servizio Federale delle Guardie di Frontiera, e’ stato nominato dirigente del Servizio Federale di Sicurezza. L’ex direttore dell’Agenzia Federale dei Collegamenti e delle Informazioni Governative del Presidente, Vladimir Matiukhin, è stato nominato presidente del Comitato Statale per le Commesse Belliche Statali, con il grado del Primo Viceministro della Difesa. Viktor Cerkesov, l’ex Rappresentante plenipotenziario del Presidente nel Circondario Nord-Ovest, è stato nominato presidente del Comitato Statale per il Controllo della Circolazione di Sostanze Stupefacenti e Psicotropiche. Valentina Matvienko, l’ex Vicepremier, è stata nominata Rappresentante plenipotenziaria del Presidente nel Circondario Nord-Ovest.
    La maggior parte dei politici e dei funzionari ha accolto queste notizie con un’approvazione entusiastica che ricorda analoghe reazioni di epoca staliniana. Così il generale Totskij ha detto che nei tempi in cui la Guardia di Frontiera eisteva all’interno del KGB essi avevano alcune possibilità’ che in seguito sarebbero andate perdute. Il generale non ha precisato di quali potenzialità’ si tratti. Il procuratore generale Vladimir Ustinov e’ uscito fuori inaspettatamente affermando di aver sempre avuto qualcosa da rimproverare alla Polizia Fiscale. Forse è vero, ma si è messo a parlarne, “chissà perché”, solo adesso... Serghei Stepascin, il presidente della Corte dei Conti, ha sostenuto che nel 1991, quando era avvenuta la separazione del FAPSI (l’Agenzia Federale dei Collegamenti e delle Informazioni Governative del Presidente), “occorreva salvare il sistema della sicurezza nazionale nel suo insieme, e la separazione di questi dicasteri era in realtà una manovra sviante”. E Grigori Javlinski, uno dei leader democratici, si è affrettato a rilevare la “tempestività’” delle ultime scelte di Putin.

Pugno di ferro
    A trarre il maggior vantaggio da tutti questi rimpasti, secondo gli analisti, è il Servizio Federale di Sicurezza (FSB). Di fatto, con il suo decreto Vladimir Putin ha risuscitato il Comitato per la Sicurezza Statale (KGB) che esisteva fino all’ agosto del 1991 (il Servizio di Informazioni Esterne e la Guardia dei Dirigenti dello Stato erano sempre stati un po’ in disparte). Dopo aver acquisito le risorse del FAPSI (l’Agenzia Federale dei Collegamenti e delle Informazioni Governative del Presidente), il Servizio Federale di Sicurezza acquista il controllo praticamente di tutti i collegamenti del Paese, nonché del Sistema Automatico di svolgimento delle “Elezioni”, il che è particolarmente importante in vista delle imminenti elezioni. L’aver inglobato la Guardia di Frontiera consentirà’ al Servizio Federale di Sicurezza di ridistribuire le proprie forze e, riducendo il numero delle guardie di frontiera, non solo di aumentare notevolmente il numero degli agenti (la guardia di frontiera supera numericamente di tre volte l’ intero Servizio di Sicurezza), ma anche di rendere più cospicui gli stipendi dei propri agenti, che da tempo si lamentano di essere remunerati peggio dei colleghi di tutti gli altri dicasteri che curano la sicurezza e l’ordine pubblico.
    Ufficialmente tutte queste riorganizzazioni sono dovute al desiderio di far sì che il lavoro di un servizio speciale non sia ripetuto da quello di un altro, e anche di ottimizzare la lotta al terrorismo. Si cita a questo proposito, l’esperienza americana dell’istituzione del Ministero della Sicurezza Interna. Ma, citando tali argomenti di solito “si dimentica” che in questo Ministero non è stato incluso nessun servizio d’informazioni di quelli che esistevano prima, e che la diversificazione dei servizi segreti è veramente necessaria, perchè solo in una situazione di concorrenza essi hanno uno stimolo per lavorare meglio e per non disinformare la dirigenza del Paese. Il Servizio di Sicurezza però d’ora in poi sarà’ privato di questo stimolo. Sembra assai preoccupante anche la prospettiva dell’eventuale uso di questo pugno di ferro. Ora, infatti, il Servizio Federale di Sicurezza, come un tempo il KGB dell’URSS, ha le proprie truppe, ed anche le proprie forze aeree e navali.
    C’è chi dice che sia questo il primo passo verso un ritorno del Paese al regime totalitario. Sia vero o meno, pare che Putin stia creando una risorsa non solo per sé stesso, ma anche per il proprio successore. Quindi, probabilmente, ora si dovra’ cercare di individuare il futuro successore del Presidente osservando i rimpasti al vertice del Servizio Federale di Sicurezza.

Back to the USSR
    L’eliminazione della Polizia Fiscale, come del resto il rafforzamento del Servizio Federale di Sicurezza, ci fanno tornare ai tempi sovietici, quando nell’ ambito del Ministero degli Interni esisteva un reparto “per la lotta ai furti del patrimonio socialista”. La soppressione della Polizia Fiscale poi non può non essere vista come un graditissimo regalo agli evasori fiscali. Si formulano anche dei grandi dubbi circa l’efficienza di un nuovo Servizio per i Reati Fiscali che verrà’ istituito presso il Ministero degli Interni. Il personale del Servizio Federale di Polizia Fiscale, prima di essere assunto, veniva in qualche modo selezionato, mentre il Ministero degli interni è famoso anzitutto per la corruzione che regna tra i suoi dipendenti. Per Putin, del resto, sembra più importante il fatto che questa struttura sarà’ diretta da Verevkin-Rokhalskij, un uomo leale personalmente al Presidente attuale.
    Fra i pochi effetti positivi di questi rimpasti ci sarà’ presumibilmente l’istituzione del Comitato Statale per le Commesse Belliche Statali. E’ difficile che l’ex direttore del FAPSI (l’Agenzia Federale dei Collegamenti e delle Informazioni Governative del Presidente) Matiukhin, che s’intende bene di armi più moderne, si mettà a comprare per l’esercito roba vecchia. Anche il Cremlino potrebbe avere in questo un certo interesse. Ora il controllo dei flussi finanziari enormi dell’esercito si è notevolmente intensificato, e sorge la possibilità di usarlo per punire o incoraggiare determinati clan esistenti all’interno dell’industria bellica. E poi, in tal modo, dai soldi “militari” sarà’ definitivamente allontanato il capo di Stato Maggiore delle FFAA Kvashnin, il che indebolisce considerevolmente il suo gruppo e riduce le sue chances di occupare un bel giorno il seggio di Ministro della Difesa, ora occupato da Serghei Ivanov.

Una pista di lancio
    Secondo la maggior parte degli analisti, il Comitato Statale per il Controllo della Circolazione delle Sostanze Stupefacenti e Psicotropiche, già’ soprannominato da qualcuno “Comitato statale per la roba”, sarebbe un premio conferito a Cerkessov per la sua efficiente campagna di discredito nei confronti del governatore di Pietroburgo, Vladimir Jakovlev. Si dice con sempre maggiore insisitenza che in autunno sarà’ effettuata una riforma del Ministero degli Interni, e che il mostro creato in seguito a tale riforma (il Servizio Federale di Investigazione) sarà’ capeggiato dallo stesso Vladimir Cerkessov. Il carattere provvisorio della nuova nomina si deduce anche dal fatto che la maggior parte dei 40000 funzionari del nuovo organismo è composta dagli agenti della Polizia Fiscale, i quali difficilmente possono vantare una grande esperienza nella lotta allo spaccio di droga, cosi’ come del resto lo stesso Cerkessov, che in epoca sovietica svolgeva attività’ investigative in campo politico, e nell’epoca postsovietica perseguitava gli ecologisti. Quindi è veramente assai probabile che dopo la riorganizzazione del Ministero degli Interni, questo comitato pian piano si spegnerà’. Ma intanto molti imprenditori si stanno preparando a dover pagare il pizzo alla nuova struttura. Peccato che la buona idea della lotta alla mafia degli stupefacenti si sia realizzata proprio in questo modo.

Una bomba per il governatore
    Praticamente tutti gli esperti sono stati unanimi nel valutare la nomina di Valentina Matvienko alla carica di Rappresentante plenipotenziario nel Circondario Nord-Ovest come un’ allusione diretta alla fine vicina della carriera di Vladimir Jakovlev, il governatore di San Pietroburgo, da tempo alle strette con Vladimir Putin. Il conflitto tra essi era nato nel 1996, l’anno in cui Anatolij Sobciak, il primo sindaco di Pietroburgo, era stato sconfitto alle elezioni dal suo vice Jakovlev. Putin che all’epoca era un altro dei vice di Sobciak non aveva tradito il capo, e alla conferenza stampa di saluto aveva definito Jakovlev “piccolo Giuda”. Dopo aver acquisito, nell’ estate del 1999, lo status di successore di Boris Eltsin e un potere praticamente illimitato, Putin si era messo subito a preparare una rivincita. E sebbene nel 2000 Jakovlev fosse comunque riuscito a vincere le elezioni regionali, la sua situzione col tempo era diventata sempre più complicata. Il generale del del Servizio Federale di Sicurezza Vladimir Cerkessov, nominato Rappresentante plenipotenziario del Presidente nel Circondario Nord-Ovest, coordinava la campagna “anti governatore”. Veniva dato inizio alle indagini su diverse macchinazioni perpetrate dai funzionari dell’ amministrazione cittàdina. Cinque Vicegovernatori si erano trovati sotto inchiesta. E quando Jakovlev nel 2002, nonostante i segnali insistenti del Cremlino, aveva dichiarato la propria disponibilità’ ad essere eletto governatore per la terza volta, lo stesso Cerkessov dapprima aveva “organizzato” la sentenza negativa del Tribunale statutario e poi, in seguito alle ultime elezioni all’ Assemblea legislativa della città, era riuscito a mettere insieme un’enorme fazione “anti Jakovlev” che ha vanificato tutte le speranze del governatore in carica. Ora Cerkessov, che aveva fatto tutto il lavoro “sporco”, se ne va dopo avere avuto una promozione, mentre Valentina Matvienko potrà’ tranquillamente finire di “battere” Jakovlev.
    A Pietroburgo si dice che quasi subito dopo le festività’ del 300-mo anniversario dalla fondazione della città’ verranno operati diversi nuovi arresti, i quali toccheranno anche gli uomini vicini al governatore. In tal caso, Vladimir Jakovlev probabilmente dovrà’ scegliere tra arrendersi o finire dentro. Qualsiasi scelta faccia, Valentina Matvienko con il supporto dei soldi e dei manipolatori politici di Mosca avrà’ tutte le possibili chances per arrivare prima alle prossime elezioni, e per mettere sotto il controllo del potere centrale una delle regioni più importanti del Paese. Almeno il primo passo la Rappresentante fresca di nomina lo ha già fatto, dichiarando che lotterà’ per far ottenere a San Pietroburgo alcune funzioni di citta’ capitale.

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