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Numero 5(69)
Andrei Illarionov:
nel 2004, la Russia affonterà una grave crisi dei conti pubblici


    Secondo quanto ha riferito Andrei Illarionov, il consigliere economico del Presidente, al Convegno internazionale “L’ammodernamento dell’economia russa: il contesto sociale”, le spese di bilancio non relative agli interessi potrebbero aumentare nel 2003 sino al 39% del PIL, rispetto al 36,5% del PIL nel 2002 e al 33,8% del PIL nel 2000.
    Nel 2003 le spese di bilancio non relative agli interessi possono aumentare in forma reale del 20% parallelamente ad una crescita del PIL fino al 5%. Mentre un anno fa la Russia aveva la possibilità di ridurre le spese non inerenti agli interessi in forma relativa (uscite rispetto al PIL), con l’entità invariata delle spese reali non inerenti agli interessi oggi non ha più questa possibilità. E se non si arriva subito ad una riduzione delle spese non connesse agli interessi, sia di quelle reali che di quelle relative, la Russia già nel 2004 potrebbe andare incontro ad una grave crisi di bilancio, paragonabile come portata alla crisi del 1998, cosi’ ha detto il consigliere economico del Presidente.
    Secondo Illarionov, per evitarlo bisogna smettere subito di aumentare le spese di bilancio, le obbligazioni statali, ed anche fermare la crescita delle tariffe dei “monopoli naturali”, che superano i normali ritmi di crescita dei prezzi vigenti nei settori non legati ai monopoli. Occorre anche accelerare la demonopolizzazione dei “monopoli naturali” e rinunciare all’attività mirata al rafforzamento del rublo.
    Oggi l’economia della Russia è in stagnazione, si evidenzia un calo della produzione industriale nei settori della trasformazione, mentre aumenta il peso specifico dei comparti legati alle materie prime ed alla produzione di combustibili e di energia elettrica. Aumentano i costi dell’ economia, mentre la sua crescita rallenta, il che ha un effetto negativo sulla sua competitività e sulla competitività dei produttori russi. Il rublo si rafforza, il che lede gli interessi degli esportatori dei settori della trasformazione, mentre si delinea di nuovo una crescita della disoccupazione.

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