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Numero 7(71)
L’impero accusa il colpo di risposta

    Sembra che l’ internazionale terroristica islamica abbia deciso di dimostrare che cosa e’ in grado di fare proprio nel momento in cui il Presidente degli USA George Bush raccoglieva gli allori del suo trionfo iracheno. Se due esplosioni terribili in Cecenia, che hanno fatto morire circa 100 persone, non hanno sensibilizzato granche’ il pubblico internazionale, l’attentato in Arabia Saudita ha già indotto molti a mettersi in guardia. Va ricordato che in seguito alle esplosioni, operate ad Er-Riad, la capitale del Paese, sono morte, secondo varie stime, da 30 a 100 persone.
    I più scioccanti per l’Occidente sono stati invece gli attentati a Casablanca, il centro d’affari e turistico del Paese, compiuti a metà maggio. Secondo le previsioni degli analisti dei servizi segreti americani, gli attentati potevano aver luogo in Liberia, Somalia, Malaisia ed Indonesia, cioè in Paesi che per un cittadino medio del mondo occidentale stanno lontano, non si sa bene dove. Ma il Marocco con il suo regime autoritario e duro pareva così sicuro...
    Agli attentati, per i quali sono state usate 5 auto minate, hanno partecipato 11 persone, 10 delle quali sono morte. E’ nota la cittadinanza dei due: un egiziano e un algerino. In tutto, a Casablanca sono morte 41 persone, compreso uno straniero. Altre 100 persone sono rimaste ferite, 14 di esse gravemente. Gli ordigni esplosivi hanno funzionato praticamente alla stessa ora, verso le 21.30 locali, sotto il Consolato Belga, la Casa di Spagna, l’albergo Safir, nei pressi del cimitero ebraico e del centro comunale ebraico. Per quanto riguarda gli enti spagnoli, è il primo atto terroristico a centrare uno di essi. La maggior parte degli esperti lo spiega con il fatto che la Spagna aveva suscitato l’ira degli islamici radicali, avendo supportato gli USA in Iraq. Si fanno già sentire le richieste di ritirare le truppe spagnole dall’Iraq, sperando che ciò possa fermare i terroristi.
    Gli investigatori ritengono fondamentalmente che ad organizzare gli attentati (ricordiamo che nessuno se ne è assunto la responsabilità) sia stata la famigerata “Al Quaeda” di Bin Laden. I mass media ricordano a questo proposito che l’anno scorso in Marocco furono arrestati tre sauditi e quattro marocchini che facevano parte di una cellula dell’Al Quaeda e programmavano di attaccare le navi americane e britanniche nello stretto di Gibilterra, mentre l’Arabia Saudita fino a poco tempo fa è stata uno dei centri dell’organizzazione di Bin Laden. L’ipotesi più probabile però è che la risposta alla domanda su chi sia stato ad organizzare gli attentati a Casablanca la conosceremo presto dalla polizia marocchina: dalla sua bravura dipende infatti se la stagione turistica in Marocco sarà o meno mandata a monte (ciò potrebbe far perdere il lavoro a centinaia di migliaia di persone). Sono già arrestate 30 persone, delle quali alcune hanno a che fare con il Djihad Salafist group. Il Marocco ha chiuso urgentemente i confini, per impedire ai complici dei terroristi, che rimangono in libertà, di scappare.
    Per ora, comunque, il risultato principale di questa serie di attentati, è uno solo. E’ possibile constatare con sicurezza che il terrorismo islamico, contrastato dagli USA ormai da due anni, usando con successo lo sviamento delle forze americane verso l’Iraq, è riuscito a ricostruire le proprie strutture ed è stato persino in grado di assestare dei colpi imprevisti. Comunque sia, è possibile che gli ultimi attentati indurranno gli USA ad impegnarsi sul serio nella riforma del suo alleato più stretto nell’ Oriente Arabo, l’Arabia Saudita. Per ora invece i sauditi cercano di dimostrare di non avere dato una mano ai terroristi, elencando le misure antiterroristiche prese su richiesta degli USA. E il re dell’Arabia Saudita Fahd ha promesso di varare riforme democratiche, mirate all’influenza dei vertici religiosi, per creare una situazione meno favorevole alla creazione dei gruppi terroristici.

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