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Numero 14(78)
Intervista con il Segretario Generale della Camera di Commercio Italo-Russa (CCIR) sig. Nino Cossu

    – Dr.Cossu, descriva, per favore,l’attività concreta della CCIR nel campo di promozione del business italiano in Russia. Perche avete scelto la Russia?
    – L’attività della Camera di Commercio Italo-Russa (CCIR) consiste nel creare un rapporto diretto tra aziende russe e aziende italiane. E questo nel settore commerciale, in quello della collaborazione industriale e nella realizzazione di tutte le iniziative utili ad incrementare l’interscambio tra la Russia e l’Italia.
    Noi non abbiamo adesso scelto la Russia, ma siamo nati in Russia 40 anni fa, nel 1964.
    – Qiali società italiane sono particolarmente interessate ad investire in economia russa?
    – Partendo dalla considerazione, ormai condivisa da tutti, e cioè che l’Italia non può avere con la Russia rapporti esclusivamente commerciali, è necessario passare alla fase successiva che è quella della collaborazione industriale, quindi, degli investimenti. L’economia italiana è, essenzialmente, un’economia di trasformazione, attività nella quale ha raggiunto livelli d’eccellenza, p.e. il settore del design, ma non solo.
    Tutto ciò premesso, è chiaro che le aziende italiane maggiormente deputate alla collaborazione industriale sono le aziende di trasformazione, di tutti settori, sopratutto in un Paese come la Russia che abbonda le materie prime e ha un mercato di grandi dimensioni.
    – Come Lei può valutare la situazione attuale nei rapporti economici e polotici tra Italia e Russia?E stato efficace lo sviluppo della colloborazione bilaterale?
    – Gli attuali rapporti economici e politici tra i due Paesi in questo momento sono ottimi – come del resto sono sempre stati – anche se ci sono sempre margini di miglioramento, e la collaborazione bilaterale è sempre in crescita.
    – Quale è il volume generale degli investimenti italiani in Russia,e,in particolare, di quelli diretti?Che regioni e settori industriali sono più attraenti per gli investitori stranieri (italiani)?
    – Il volume degli investimenti italiani in Russia può e deve crescere ancora, ma è difficile parlare di cifre, vista l’estrema articolazione dell’argomento. Per quanto invece riguarda i settori e le aree d’investimento, ripeto quanto detto prima, la trasformazione e la produzione di beni di lartigo consumo, sono certamente al primo posto.
    – Quale, secondo Lei, è il livello di colaborazione tra i nostri Paesi nell’ambito della cultura e scienza?
    – La collaborazione nell’ambito culturale e scientifico tra Italia e Russia ha una grande tradizione, soprattutto per quel che riguarda la cultura. Non c’è teatro italiano, circolo culturale o altro che non abbia proposto una manifestazione dell’arte russa, la musica, il balletto, il teatro, la pittura e cosi via.
    Per quanto riguarda la tecnica, invece, io penso che ci siano enormi possibilità ancora non esplorate, basti pensare innumerevoli brevetti russi ancora non utilizzati industrialmente: ecco un altro settore del quale l’Italia potrebbe investire molto proficuamente.
    – Attualmente molti ammetono il miglioramento di pozitione della Russia “negli occhi”degli imprenditori stranieri stranieri. Che cosa Lei pùo dire su riconoscimento recente della Russia come il Paese con economia del mercato da parte dell’UE e USA?Se questo fatto ha influito sulla posizione della Russia?Che cosa pùo fare la Russia per migliorarla?Quale è la Sua posizione a proposito delle prospettive di entrata della Russia nel WTO?
    – Non c’è dubbio che l’immagine della Russia nel mondo è migliorata e che il Paese è già, a tutti gli effetti, in un’economia di mercato.
    Si tratta semmai di rendere sempre più certe le regole dell’economia di mercato stessa, e questo deve essere l’impegno della Russia per far si che l’imprenditore straniero possa operare qui come in qualsiasi altre parte del mondo.
    La Russia, a tutti gli effetti, è un Paese europeo. Non solo per una questione geografica ma sopratutto per un fatto di cultura e di storia.
    Si pensi, per fare un esempio, alla politica di Pietro il Grande che, giusto 300 anni fa, creò San Pietroburgo proprio per incrementare e rafforzare i rapporti costanti con il resto di Europa.
    – Quali sono, secondo Lei, le prospettive del business italiano in Russia?Raconti, per favore, degli ultimi progetti italo russi?
    – Le prospettive dei rapporti economico-commerciali tra Italia e Federazione Russa non possono essere che ottime.
    Come ho già detto, da parte italiana è necessario aumentare l’impegno nella collaborazione industriale sia come quantità che come livello e qualità alta di produzioni.Da parte russa è necessario, invece, spingere al massimo nella definizione delle regole del mercato, dal punto di vista giuridico, amministrativo, etc., mentre il sistema bancario deve adeguarsi alle necessità del mercato ed essere funzionale adesso.
    Esistono già esempi molto interessanti di collaborazione industriale, anche di piccole dimensioni, che operano con piena soddisfazione dei due partners.
    Personalmente, sono convinto, che esistono enormi possibilità di collaborazione nel settore di agroalimentare, settore nel quale l’Italia vanta un’esperienza di prim’ordine, con la formula “dal campo al supermercato.”

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