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Numero 15(79)
I risultati del vertice a Roma tra Russia e UE

   
I risultati politici
    Appena tornato dalla sua tournee asiatica che e’ durata molti giorni, Vladimir Putin è partito per l’Occidente, per Roma. Si può dire che il viaggio, durante il quale il Presidente ha visitato l’Italia e la Francia, nell’ insieme sia riuscito bene. Il vertice dei leader dell’Unione Europea in villa Madama dove Putin era stato invitato si era concluso con la firma di accordi molto importanti per la Russia. L’accordo firmato a Parigi apre per la Russia l’accesso al cosmodromo francese di Courou e, di conseguenza, al mercato europeo dei lanci spaziali. I due accordi firmati a Roma e Parigi confermano le intenzioni dell’Italia e della Francia di cominciare lo studio di regole semplificate per il rilascio dei visti d’ingresso ai cittadini russi.
    Sono stati firmati anche accordi italo- russi sulla collaborazione nel settore della liquidazione delle riserve di armi chimiche nella Federazione Russa e nel ricupero dei sommergibili nucleari dismessi dalla marina militare, sulla collaborazione nella lotta alla criminalita’ organizzata, più il “Protocollo sulla collaborazione nel campo della preservazione dei valori culturali, il “Memorandum sullo sviluppo della collaborazione nel campo delle comunicazioni”, il “Memorandum sullo sviluppo della collaborazione nel campo delle tecnologie informative”, “L’accordo sullo studio della lingua russa in Italia e della lingua italiana nella Federazione Russa”, il “Memorandum d’ intenti sul riconoscimento reciproco dei titoli di studio”, il “Memorandum sull’accordo riguardante l’organizzazione nelle scuole medie di classi bilingui con l’insegnamento in italiano e in russo”, il “Memorandum sullo sviluppo di regioni industriali della Federazione Russa basato sull’esperienza italiana” e il “Protocollo d’ intenti sulla collaborazione nel campo della distribuzione cinematografica comune”. Il leader russo è stato ricevuto al livello superiore. Il Presidente Francese Jaques Chirac, in deroga al Protocollo Diplomatico vigente, ha anche accompagnato Putin all’aeroporto. Una tale attenzione da parte dei politici europei è stata suscitata dalla loro speranza che l’alleanza con la Russia consolidi sia le posizioni di politica estera dei loro paesi, sia le loro proprie posizioni interne. In particolare, l’Italia ha ancora una volta confermato il suo status di partner privilegiato della Russia, e la Francia ha fatto richiesta di tale status. E Vladimir Putin, da parte sua, ha dovuto livellare l’impressione scandalosa fatta a causa del proprio silenzio durante il recente vertice dell’Organizzazione della Conferenza Islamica , diventato “famoso” per le dichiarazioni antisemita dell’ex- premier di Malaysia Mahathir Mohammed, e dimostrare la presenza del vettore europeo nella sua politica.
    Anche i rappresentanti del mondo degli affari erano ben disposti. Il Presidente della Confederazione Italiana degli Industriali (Confindustria) Antonio d’Amato ha dichiarato dopo l’incontro con Vladimir Putin che simili incontri aiutano molto a risolvere i problemi della promozione degli investimenti italiani in Russia. Un esempio lampante del desiderio degli uomini d’affari italiani di lavorare in Russia è stata la stipulazione dell’accordo di collaborazione tra il gruppo FIAT e la compagnia “Ruspromavto”, appartenente all’ oligarco russo Oleg Deripaska (il contratto è stato stipulato durante la visita di Putin, che ha anche approvato questo passo). In risposta il Presidente russo ha comunicato che fra breve le formalità doganali nel campo delle tecnologie avanzate saranno semplificate. Un altro progetto che è stato approvato dal Presidente è stato l’accordo tra il Gazprom e il Gruppo ENI, secondo cui il gigante russo del gas riconosce al partner italiano il diritto di riesportazione del gas estratto. Putin ha anche espresso l’opinione che la creazione in territorio russo di “regioni industriali” secondo il modello italiano “apre nuovi orizzonti per lo sviluppo della collaborazione nel settore delle piccole e medie imprese”.
    L’unica cosa che ha guastato a Putin il buonumore erano state le domande dei giornalisti stranieri riguardanti “la causa YUKOS” e la Cecenia. Il Presidente ha promesso di non farere una revisione dei risultati della privatizzazione, e ha dichiarato che il titolare della compagnia Mikhail Khodorkovskij è stato arrestato assieme agli altri ufficiali e uomini d’affari che stavano violando la legge. “Il nostro scopo non è quello di “pizzicare” determinate persone, ma di mettere ordine nel paese. E lo faremo in modo conseguente e severo, e ciò non dipende dalle tentazioni di questa gente di difendersi e usare il ricatto. Il ricatto nei confronti del potere statale è senza prospettive”,- ha dichiarato Putin durante la conferenza stampa a Roma. Rispondendo alla domanda di un corrispondente dell’ autorevole giornale francese “Le Monde” riguardante la situazione intorno alla YUKOS, il Presidente ha praticamente accusato i mass media stranieri di essere prezzolati dalla compagnia petrolifera, ecco perché hanno sollevato questo problema. Parlando della Cecenia Putin ha rimproverato all’Unione Europea di “non avere fatto abbastanza per mettere fine al terrorismo nella repubblica cecena”, ed ha fatto anche capire che era perplesso, perché “gli europei valutano Al- Qaida come un’organizzazione terrorista in Afganistan” , e non lo fanno per quanto riguardano i guerriglieri ceceni. Del resto, i giornalisti non erano rimasti soddisfatti di tali risposte, e le domande sulla YUKOS e sulla Cecenia “si trasferivano” da una conferenza stampa all’altra.

I risultati economici
    Quando la Russia e l’UE uniscono i loro spazi commerciali?
    Il 12-mo vertice Russia- UE, svoltosi a Roma ad inizio novembre, anche se non ha avuto il successo clamoroso di quello di San-Pietroburgo, ha comunque dimostrato la disponibilità “ad un futuro approfondimento dei rapporti di partnership basatisi sullo sviluppo della collaborazione su base paritaria e reciprocamente vantaggiosa”. La testimonianza di questo desiderio è stata la Concezione della formazione di uno spazio economico comune europeo accettata a Roma.
    Lo spazio economico sia in Russia che nell’Unione Europea viene interpretato come parte indivisibile dello spazio comune europeo. L’accordo sulla sua formazione è stato raggiunto, lo ricordiamo, durante il vertice esteso Russia- UE a San Pietroburgo. Lo spazio comune europeo consiste di 4 spazi: economico, culturale, della sicurezza interna ed estera. Lo spazio economico comune europeo, - comunica la Concezione ammessa a Roma,- presenta “un mercato aperto ed integrato fra Russia ed Unione Europea”. In altre parole, la Concezione prevede nel prossimo futuro l’abolizione delle barriere commerciali ed agli investimenti nella collaborazione russo- europea.
    L’Europa è ovviamente molto interessata all’elaborazione di norme e standard regolatori comuni e alla semplificazione dei regimi doganali e di trasporto, scoprendo in tal modo il vasto mercato russo, su cui essa non si è abbastanza affermata, per le sue merci. La Russia, avendo paura della creazione di nuove linee di frontiera sul continente (che sarebbero d’ostacolo per la modernizzazione e lo sviluppo dell’economia nazionale), vuole accelerare il processo della creazione di uno spazio economico comune “dall’Atlantico fino a Vladivostok”.
    Il moto progressivo verso questo obiettivo s’imbatte nel problema più importante: l’appartenenza della Russia all’ Organizzazione mondiale per il commercio. L’adozione della decisione sull’adesione della Russia all’Organizzazione è stata tirata per le lunghe. Perché? Il fatto è che la Russia è pronta ad aderire al WTO soltanto “a condizioni non discriminatorie e reciprocamente accettabili”. Un tal approccio corrisponde non soltanto agli interessi nazionali del paese, ma anche allo spirito e alla sostanza della Concezione dello spazio economico comune europeo. Infatti essa prevede “la nonindiscriminazione e la transparenza” nei rapporti tra i partner economici. Gli stessi principi devono essere validi anche nei confronti di questioni importanti come le misure antidumping e il contingentamento delle merci, inclusa l’importazione dell’ acciaio nell’Unione Europea dalla Russia. Bisogna evidenziare che lo stesso deve essere fatto anche nei confronti dell’adattamento della base giuridica dei rapporti tra Russia e i 10 paesi che entrano la Comunità Europea il 1 maggio 2004.
    Quindi, finché i termini secondo cui la Russia aderisce al WTO non saranno chiari, “è impossibile determinare la data precisa d’apertura dei mercati”. In tal modo, com’è stato rilevato a Roma, il potenziale presente della partnership tra Russia è Comunità Europea “non viene sfruttato pienamente”. Come si fa a cambiare lo stato delle cose?
    Il documento romano prevede l’abolizione graduale delle barriere commerciali ed agl’ investimenti tra Russia e UE, più l’avvicinamento delle legislazioni, che è un elemento essenziale per lo sviluppo del commercio e degli investimenti tra Russia ed UE.
    Dunque, la decisione politica è stata presa. La futura realizzazione della Concezione dello spazio economico comune europeo si trasferisce “nel campo dell’elaborazione di piani di lavoro concreti e roadmap comuni”. Allora, è ora di ricordarsi di una saggezza popolare- “non aver paura di muoverti troppo lentamente, abbi paura di stare fermo”.

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