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Numero 3(48)
Un partito in più…

    Il Partito repubblicano della Federazione russa e il movimento politico-sociale “Forza, Russia!” si sono riuniti.
    Il relativo accordo è stato firmato da Vladimir Lysenko, deputato della Duma di Stato, presidente del Partito repubblicano e Boris Fiodorov, ex vice premier, al decimo congresso del Partito repubblicano.
    I due sono stati eletti copresidenti del rinnovato partito repubblicano. Nel suo intervento al congresso, Fiodorov ha rilevato che il partito si atterrà all’ideologia liberal-conservatrice, patriottica. Il suo obiettivo principale, a detta del leader, deve essere la partecipazione alle elezioni politiche del 2003. Fiodorov non ha escluso una possibile collaborazione con forze politiche centriste e liberal-conservatrici del Paese.
    Lysenko, a sua volta, ha sottolineato nel proprio discorso che il partito repubblicano si pronuncia a favore della continuazione delle riforme democratiche per mezzo di uno Stato forte. A sua detta, il partito si proporrà di formare e consolidare la classe media in Russia, l’interesse della quale difende.
    Secondo quanto rileva il progetto della dichiarazione politica del partito, esso “sostiene molte iniziative del potere attuale nel campo della riforma fiscale, del consolidamento della “verticale” statale, del mantenimento della stabilità politica”. Nel contempo, i repubblicani affermano che il Paese necessiti di una riforma politica per conseguire un equilibrio fra tutti i rami del potere. In particolare, i repubblicani vogliono che il governo sia formato da un partito politico o da una coalizione che vinca le elezioni parlamentari. Il partito vorrebbe, inoltre, che i deputati della Duma di Stato fossero eletti solo in conformità agli elenchi presentati dai partiti, e i membri del Consiglio della Federazione secondo il sistema maggioritario. Lysenko ritiene che alle prossime elezioni presidenziali i candidati a presidente devono essere presentati da partiti politici, e che proprio nei loro confronti dev’essere responsabile il primo dirigente dello Stato.
    I repubblicani hanno precisato che vogliono “appoggiare anche in futuro le iniziative del potere che siano corrispondenti all’interesse del Paese”. In parole povere, il nuovo partito ha un’ambizione: occupare nel cuore del Presidente il posto che ora vi hanno la “Russia unita” e l’Unione delle forze di destra. La mossa dei repubblicani, del resto, per ora non ha avuto riscontri da parte del Cremlino. Vale la pena di ricordare, però, che durante la campagna elettorale del 2000, Vladimir Putin ha fatto diverse dichiarazioni circa la sua intenzione di riformare il sistema politico, affinché il Presidente appartenga a qualche partito e sia più o meno responsabile nei confronti del partito che l’ha presentato. L’idea era stata addirittura approvata dalla Commissione elettorale statale, ma il periodo d’entusiasmo è passato presto, e oggi anche lo “Edinstvo” cerca di non ricordare l’appartenenza di Putin ad un partito. Il Presidente è evidentemente contento del sistema venutosi a creare, e il Cremlino non ha intenzione di cambiarvi qualcosa, eccetto l’introduzione dell’eleggibilità diretta dei membri del Consiglio della Federazione.

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