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Numero 3(48)
Aerei russi troppo rumorosi - stop ai voli in Europa. Aeroflot: e noi compreremo aerei americani

    Le trattative sul rinvio del divieto dei voli di alcuni tipi di aerei russi negli aeroporti dei Paesi dell’Unione europea non sono state coronate dal successo.
    Dal 1 aprile del 2002 i Tupolev-134, Iliushin-62, Iliushin-86 e Iliushin-76 non potranno fare voli regolari in Europa Occidentale, dato che i loro motori sono troppo rumorosi. Secondo le informazioni del Ministero dei trasporti della FR, le compagnie aeree russe dovrebbero aggiornare circa 209 apparecchi impegnati nelle linee aeree internazionali o, altrimenti, la Russia perderà 11 mila voli e 3 milioni di passeggeri, prevalentemente turisti. Ciò è stato comunicato da Pavel Rozhkov, vice ministro dei trasporti della Russia, dopo il nuovo round delle trattative con i rappresentanti della Commissione europea. A sua detta, la Russia sarebbe costretta a prendere delle misure di risposta, per mantenere la bilancia dei trasporti aerei tra le due parti. “La posizione russa sarà dura, non ammettiamo che le compagnie aeree straniere abbiano vantaggi unilaterali sul mercato aereo russo”. “Abbiamo sia le potenzialità, sia le forze necessarie per intraprendere dure misure di risposta”, ha rilevato Rozhkov. In questo modo, è possibile dire che la guerra dei trasporti aerei tra la Russia e l’UE sia dichiarata, ma non ha ancora raggiunto la fase di azioni da guerra. E l’intesa è ancora probabile. “Abbiamo tempo fino al 1 aprile”, ha detto il vice ministro, “e alle trattative si intravede un trend di riavvicinamento. Può darsi che si riesca a mettersi d’accordo sull’introduzione, piuttosto che di un divieto duro, di una tariffa elevata per il servizio degli aerei che non corrispondano agli standard dell’IKAO, agli aeroporti dell’UE.
    Una fonte nel Ministero dei trasporti non ha precisato quali mosse concrete potrebbero essere intraprese dalla parte russa. Ma la lista delle misure possibili è nota. Come misura di risposta, la Russia può ridurre la quantità di voli giornalieri di compagnie aeree straniere nel nostro Paese. E’ possibile, inoltre, una notevole riduzione del numero delle città russe gli aeroporti delle quali oggi ospitano gli aerei delle compagnie straniere, nonché una certa limitazione di voli di aerei “europei” attraverso il territorio russo. Questa “nicchia” sarà immancabilmente occupata da compagnie aeree asiatiche, il che potrebbe finire, per le compagnie dell’UE, con la perdita di una parte del mercato.
    Oltre alla preoccupazione per l’ambiente, i funzionari europei probabilmente hanno anche delle motivazioni più pragmatiche. Almeno sono trapelate sulla stampa delle informazioni mezzo ufficiali, secondo le quali, ai rappresentanti della Russia si vorrebbe inculcare l’idea di acquistare in leasing gli aerei Airbus prodotti dal gruppo aereospaziale europeo EADS. Ma, a detta dei membri della delegazione russa, la maggior parte delle compagnie nazionali non avrebbe soldi per un affare del genere. Il programma statale del leasing degli aerei non funziona ancora, ma anche quando sarà attivato, dovrà appoggiare proprio i produttori russi dei velivoli.
    Che le mosse dell’Unione Europea, con tutta la loro impeccabilità legale, non siano libere da interessi economici, è dimostrato dal fatto che ora vengono respinte le impostazioni originali della trattativa, relative ai voli charter. E’ ben noto che la maggior parte di viaggi turistici in Paesi di villeggiatura come Spagna, Grecia o Turchia, si fanno proprio con voli charter. La necessità di rinnovare o di aggiornare il parco degli aerei charter darà un colpo vigoroso al flusso di turisti dalla Russia, che negli ultimi tempi stava aumentando intensamente. Saranno, conseguentemente, danneggiati quei Paesi, perché le loro economie dipendono molto dal business turistico. Per questo, nel caso dei charter, i contraenti europei hanno accettato di cedere, lasciando la questione alla discrezione dei Paesi concreti. E’ facile ipotizzare che essi difficilmente faranno una scelta a propri danni.

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