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Numero 2(82)
Libertà e Religione a confronto

    Il 10 febbraio i parlamentari francesi, a schiacciante maggioranza dei voti hanno approvato il divieto di indossare abiti religiosi all’interno delle strutture scolastiche del paese. A favore sono risultati 494 deputati dell’Assemblea Nazionale (la camera bassa del Parlamento). Per l’approvazione del documento, preparato dal governo per ordine del presidente francese Jacques Chirac, si sono adoperati non solo come ci si aspettava i rappresentanti della maggioranza di destra, ma anche i socialisti, che costituiscono una parte sostanziale dell’opposizione di sinistra. L’introduzione del divieto nelle scuole e nelle Universita’ francesi rendera’ vietati i veli femminili musulmani, le papaline ebree, i turbanti sikh, i crocifissi cristiani “di grandi dimensioni” ed altri accessori dal significato religioso. Abbandonata invece l’idea iniziale di proibire anche le barbe. Secondo i dati del SMI sostiene la nuova legge il 70% dei francesi, e tra l’altro di questi, il 40% risultano essere donne francesi appartenenti alla confessione islamica. Il governo del paese ha preso in considerazione il disegno di legge su richiesta del presidente Jacques Chirac e del ministro dell’Istruzione Luc Ferry; si avverte in cio’ l’intento di dare avvio ad una nuova era politica caratterizzata dalla “laicizzazione” del paese ed in ultima istanza dalla separazione ideologica dello Stato dalla Chiesa.
    L’entrata in vigore del decreto e’ prevista per l’inizio del prossimo anno accademico. Fino a quel momento Luc Ferry si prefigge di elaborare una campagna di istruzione inerente la sua applicazione pratica. Alla vigilia delle votazioni il ministro spiega di aver intenzione di coinvolgere nel suddetto porocesso di elaborazione rappresentanti di tutte le confessioni religiose.
    Naturalmente le iniziative del governo hanno suscitato polemiche da parte della gioventu’ religiosa. Gli studenti protestanti contro l’introduzione del divieto hanno organizzato delle manifestazioni a Parigi ed in altre citta’, sostenuti da alcuni deputati parlamentari che accusano il governo di intolleranza. Particolarmente dura sarebbe la reazione dei rappresentanti dell’Islam, che vedrebbero nel divieto imposto alle ragazze musulmane di indossare i tradizionali fazzoletti copricapo hidjab come un attacco diretto alla religione musulmana. Di fatto al momento in Francia si sta conducendo un esperimento senza precedenti, ovvero si cerca di capire se un governo moderno e liberale possa resistere alla pressione dei neoclericali. Si puo’ senza esagerazioni affermare che dal risultato di questo braccio di ferro dipenda il destino dell’Europa. Se il governo francese cede, cio’ verra’ sfruttato dai rappresentanti delle strutture religiose per sferrargli un nuovo attacco, e questo col sostegno dei governi di diversi paesi del “Terzo Mondo”. Infatti avrebbe gia’ manifestato il proprio dissenso nei confronti della legge la cittadella del bakhabismo, l’Arabia Saudita, dove al potere attualmente e’ il partito nazionalista e clericale Bharata Djanati.

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