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Numero 3(83)
Insurrezione ad Haiti

    Il 29 febbraio il presidente Haitiano Zh. B. Aristid ha abbandonato la carica ed e’ fuggito dal paese. Il fatto non desterebbe particolare attenzione se non fosse per una singolare circostanza; dieci anni fa, per l’insediamento di Aristid alla poltrona presidenziale si era reso necessario l’ intervento americano, uno dei primi nell’ambito degli “interventi armati di liberazione” degli anni ‘90. L’allora sacerdote e candidato alla leadership era stato dipinto quale speranza e sostegno della democrazia. Tuttavia i risultati del suo governo si sono rivelati talmente deplorevoli da scatenare un’insurrezione civile. I capi della rivolta hanno richiesto le immediate dimissioni di Aristid, accusando il presidente di corruzione, repressione dell’eterodossia e di incapacita’ di venire a capo dei problemi economici che affliggono il paese piu’ povero dell’emisfero occidentale. I ribelli sono riusciti in breve tempo a controllare tutto il territorio di Haiti ed a circondare la capitale, Port o’Prince.
    Dopo la fuga di Aristid si e’ proclamato nuovo governatore di Haiti il capo della Corte Suprema del paese, Bonifacio Aleksandr, che ha dicharato di volere governare secondo costituzione ed ha esortato la popolazione del paese a mantenere la calma. Ed il giorno stesso e’ sbarcata ad Haiti un’avanguardia di marines americani al servizio del contingente per la pace internazionale. La questione e’ ora se gli Stati Uniti riusciranno a non ripetere l’errore compiuto in passato, imponendo al paese un capo di governo non particolarmente popolare.

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