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Numero 5(85)
“Il bosco dei ciliegi” finirà con
“Il giardino dei ciliegi”


    Il festival d’ arte con il nome strano “Il bosco dei ciliegi” è diventato ormai tradizionale, prima per Mosca e ora anche per Pietroburgo, in cui il festival si svolgerà per la seconda volta. Il programma di questo festival prevede fra l’altro un evento un po’ particolare, intitolato “Innaffiamo, imbianchiamo”: 500 ospiti giardinieri giungeranno al giardino Mikhailovskij di San Pietroburgo, per mettere a posto i piccoli ciliegi piantati nell’anno scorso. Ma l’elemento principale del festival è peraltro culturale. L’iniziativa rappresenta un festival aperto di arti, cioè una rassegna di vari generi culturali. Vale a dire che il teatro, la musica, l’arte figurativa, la scenografia, il cinema devono fiorire come fiorisce un bel ciliegio in primavera. E questo succede davvero. Ciò che gli organizzatori ogni anno riescono ad offrire al pubblico non è un semplice programma di divertimenti, ma gli eventi che vogliono essere elitari.
    Quanto alla capitale, essa ospitera’ il festival già per la quarta volta. Il nome del festival, per quanto possa sembrare strano, svela il dessous della faccenda: il Bosco dei ciliegi, infatti, è una nota rete di boutiques, e una mente attenta vi potrebbe subito intravedere un obiettivo da campagna pubblicitaria. Tale conoscenza peraltro è solo per coloro che amano guardare dietro le quinte e scavare i motivi implicati, ma essa non cancella i pregi del festival. Va aggiunto solo che la società è stata creata dai russi, sebbene il suo nome sembri avere delle radici mediterranee.
    “La pista italiana”, tuttavia, è ben individuabile nell’attività del festival. Così, l’11 maggio, presso il Museo statale di belle arti A.S. Puskin, Franco Zeffirelli ha aperto la sua mostra. Sì, è proprio una mostra, anche se anche una restrospettiva dei film del famoso regista del cinema e del teatro si svolge in questi giorni presso il cinema “Khudozhestvennyj”. Il programma è stato compilato dal maestro stesso. Comprende l’”Amleto” con Mel Gibson, i famosi “Romeo e Giulietta” e l’”Otello” con Placido Domingo, la “Traviata”, “Un the con Mussolini”, “La storia della capinera”, “Fratello Sole, Sorella Luna”.
    E nel Museo in via Volkhonka sono esposti 128 schizzi e 29 costumi per gli spettacoli e i film di diversi anni, nonché un plastico dello spettacolo “Madame Butterfly” che Zeffirelli vuole realizzare quest’anno a Verona. Non si ritiene un artista, ma la formazione ottenuta presso l’Accademia di belle arti e di architettura di Firenze non è andata sprecata. Ora il pubblico di Mosca ha la possibilità di vedere quelle origini dalle quali nasce lo sfarzo tradizionale delle messinscene di Zeffirelli, spesso criticato proprio per questo sfarzo.
    La parte musicale del festival presenta le migliori ochestre russe: l’Orchestra filarmonica nazionale, diretta da Vladimir Spivakov, l’Orchestra accademica sinfonica statale “Novaya Rossija”, diretto da Yurij Bashmet, l’ochestra da camera “Ermitage”, diretto da Aleksej Utkin.
    Il programma del “Bosco di ciliegi” include anche la prima del “Gabbiano” di Cekhov, realizzato da Andrej Koncialovskij. La parte di Nina Zarechnaja in questo spettacolo sarà recitata dalla moglie del regista Yulia Vyssotskaja. Due altre prime del festival sono “Zio Vania”, realizzato dal regista lituano Mindaugas Karbauskis, in cui sono impegnati gli attori del teatro diretto da Oleg Tabakov, e “Il giardino di ciliegi”, realizzato da Adolf Shapiro, che concluderà questa edizione del simposio primaverile di piante e di bacche presso il teatro MHAT Cekhov di Mosca.

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