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Numero 5(85)
Cecenia decapitata nel Giorno della vittoria
Putin è inorridito dal panorama di Groznyj


    Una forte esplosione rimbombata nel Giorno della Vittoria alle 10 di mattina, allo stadio “Dinamo” di Groznyj, è risultata distruttiva in tutti i sensi della parola.
    Sono stati letteralmente decapitati sia il gruppo militare russo in Cecenia, sia l’amministrazione locale. Sono morti Akhmed Khadyrov, il presidente neoeletto della Cecenia, e Khussein Issaev, il presidente del Consiglio statale della Cecenia. Valerij Baranov, il comandante del gruppo federale, è stato ricoverato in condizioni gravissime. Oltre a Kadyrov ed Issaev sono morti il giornalista Adlan Khassanov e due guardie di Kadyrov. Altre 60 persone sono rimaste ferite.
    Tutto sommato la morte di Kadyrov è stata logica. L’ex muftì, diventato poi il capo dell’amministrazione filorussa della Cecenia era sopravvissuto a più di dieci attentati, e di fatto è stato da sempre “il bersaglio n. 1” dei secessionisti ceceni.
    L’attentato terroristico si è rivelato inaspettatamente vantaggioso per entrambe le parti contrapposte. Per i separatisti l’assassinio di Kadyrov in una data simbolica per la Russia è una dimostrazione della loro vitalità nei confronti degli sponsors internazionali. La morte di Kadyrov è per un certo aspetto vantaggiosa per le autorità federali. Molti esperti negli ultimi mesi dicevano che qualora Kadyrov avesse continuato a svolgere una politica mirata ad appropriarsi di tutto il potere possibile e a consolidare la propria guardia, il Centro federale dopo alcuni anni avrebbe dovuto affrontare un nuovo Dudaev. Quindi l’attentato terroristico allo stadio ha liberato Putin dall’incombente necessità di regolare la situazione di Kadyrov, il che sarebbe stato gravido di una nuova spirale di guerra. Qualcuno ne ha dedotto addirittura un’ipotesi circa la partecipazione all’attentato dei servizi segreti russi, che non volevano un rafforzamento eccessivo di Kadyrov.
    E poi attribuendo l’attentato anche all’“Al-Quaida” il governo russo potrebbe un’altra volta ottenere carta bianca per azioni dure in Cecenia.
    L’ interrogativo principale che ora si pone davanti alle autorità russe è questo: quanto solido potrà essere il sistema del potere che si e’ venuto a creare negli ultimi anni attorno ad un uomo concreto, e dal quale sono stati esclusi molti politici ceceni autorevoli. Per ora Vladimir Putin dovrebbe come minimo tenere la situazione sotto controllo ed ottenere la lealtà degli ex guerriglieri usciti “dai boschi” in cambio delle garanzie personali di Kadyrov. A giudicare dalle prime informazioni le autorità sono riuscite a mantenere stabile la situazione.
    Il generale di corpo d’armata Mikhail Pankov, vice ministro degli interni, è stato nominato comandante del gruppo militare russo in Cecenia. In tutto il Paese è cominciata l’operazione “Turbine antiterroristico”. Il muftì della Cecenia Akhmad Sciamaev ha detto di condannare gli organizzatori dell’attentato allo stadio “Dinamo” e ha precisato che il 10 maggio, in tutte le moschee della Cecenia, i musulmani avrebbero pregato per i morti e avrebbero maledetto gli assassini di Kadyrov e di Issaev.
    Lo stesso Kadyrov è stato insignito post mortem del titolo e della stella di Eroe della Russia. Ramzan, il figlio di Akhmad Kadyrov, accusato da alcuni media di essere il capo degli “squadroni della morte”, è stato ricevuto da Putin al Cremlino. Il Presidente della Russia gli ha espresso le sue condoglianze a proposito della morte del padre. Putin ha sottolineato nel suo discorso che “... praticamente, in tutti quegli anni, lui (Kadyrov – ndr) aveva protetto la Cecenia ed i ceceni, e conduceva con sicurezza la sua repubblica verso una vita pacifica”. Nel contempo il Presidente ha promesso “un castigo ineluttabile” ai terroristi, il che in realtà, potrebbe trasformarsi nel ritorno di famigerate “pulizie”, notevolmente ridotte negli ultimi anni, anche per volontà di Kadyrov.
    L’11 maggio, Vladimir Putin ha visitato la Cecenia. Ha decorato post mortem i dirigenti della Cecenia morti in seguito all’attentato terroristico e ha firmato un decreto in conformità al quale Akhmad Kadyrov sarà immortalato. Ha deliberato poi di aumentare gli organici della polizia cecena e di stanziare più fondi per la ricostruzione di Groznyj. Il Presidente sembra aver ammesso per la prima volta che la città continua ad avere un aspetto “orribile”. Ma le nuove caserme della 46-ma brigata delle truppe del Ministero degl’ Interni, acquartierata in Cecenia lo hanno addirittura commosso.
    Vladimir Putin ha anche incaricato il primo ministro della Russia Mikhail Fradkov di “formare un gruppo di incaricati dei ministeri e dei dicasteri della Russia, inviandolo nei prossimi giorni in Cecenia per discutere sul posto le questioni degli aiuti alla Cecenia”. A parte questo, Putin ha incaricato il Governo di provvedere a far studiare preesso le università della Russia, 200-300 giovani dalla Cecenia.
    Più serio sarà il problema del successore di Akhmad Kadyrov. Per ora le mansioni del presidente sono state assunte da Serghei Abramov, nominato due mesi fa il premier della Cecenia. E’ stato più facile trovare un uomo che sostituirà Khussein Issaev. L’11 maggio Taus Giabrailov è stato eletto presidente del Consiglio statale della Repubblica cecena. Fino a poco fa, Giabrailov occupava il posto del ministro del Governo repubblicano per gli affari delle nazionalità, di informazioni e per contatti esteri. Negli anni precedenti, è stata effettuata una vera e propria “liberazione” della Cecenia dai politici più o meno autorevoli. Ora, cercano di colmare il vuoto allora formatosi i rappresentanti dei “ceceni moscoviti”, dei siloviki locali, ecc. Il centro sarà costretto a scegliere fra A. Aslakhanov, M. Saidullaev, Kh. Giabrailov, che si sono candidati alle elezioni presidenziali dell’autunno scorso, e l’ex sindaco di Groznyj B. Gantamirov. Anche Ramzan Kadyrov, il figlio del Presidente morto, nominato urgentemente, il 10 maggio, unico vice premier del Governo, vorrebbe avere la sua fetta di potere. E’ chiaro che il centro federale non vuole assolutamente la comparsa di un leader ceceno autonomo. Già adesso sono state prese alcune misure, mirate a controllare con maggiore impegno le autorità repubblicane. Così in Cecenia è tornato l’ex sindaco di Groznyj Zhidkov, escluso da questa carica da Akhmad Kadyrov l’anno scorso: ora Zhidkov è il vice rappresentante plenipotenziario nel Circondario del Sud.

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