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Numero 5(85)
Picconate alla liberta’ di parola

    Se qualcuno dubitava fino ad ora del fatto che in Russia non esista piú libertà di parola, i recenti avvenimenti riguardanti la rete televisiva NTV hanno definitivamente convinto anche gli scettici. La sera del 1 giugno è stato reso noto che la direzione della rete – nella persona del direttore generale della compagnia televisiva NTV Nikolaj Senkevich ha licenziato Leonid Parfjonov, il conduttore del programma settimanale “Namedni”, uno dei migliori giornalisti televisivi russi degli ultimi dieci anni, il quale fino ad ora aveva mantenuto in parte vivo il passato splendore degli anni 1993-2003 di questa rete.
    Le ragioni del licenziamento di Leonid Parfjonov sono già note. Il comunicato ufficiale andato in onda durante l’edizione serale del giornale televisivo di NTV riferisce qunto segue:”il motivo del licenziamento è da ascriversi alla chiusura del programma “Namedni”, legata all’infrazione di Parfjonov degli accordi lavorativi che gli imponevano di sostenere la politica della direzione della compagnia”.
    Leonid Parfjonov è senz’ombra di dubbio uno dei giornalisti di maggiore talento sull’attuale scena televisiva. Tuttavia l’incidente non si verificava per la prima volta. Per questo motivo siamo stati costretti a tale decisione. Tutti gli impegni presi nei confronti del nostro ex-collaboratore elencati nel contratto lavorativo verranno dalla compagnia interamente mantenuti. Direttore Generale NTV Nikolaj Senkevich.
    E “l’infrazione agli accodi lavorativi” è già nota. Lo scorso fine settimana la redazione del programma “Namedni” aveva pianificato di mandare in onda un soggetto della giornalista Elena Samojlova dal titolo “sposando Zelimkhan”. Dedicato alla vedova dell’ex-presidente dell’Ichkerija Zelimkhan Jandarbev, morto tre mesi fa in seguito all’attentato subito a Docca, capitale del Qatar. Sembra che il servizio fosse già stato girato durante le festività di maggio e preparato per la trasmissione piú di una settimana fa. Ma, come è risultato, non si è potuto mostrarlo nella edizione di “namedni” precedente.
    “Allora la direzione della compagnia (e non solo lei) ci aveva chiesto di non mandare in onda il servizio, adducendo come motivazione il fatto che fosse ancora in gioco il destino di due persone. Ed io ho acconsentito, pensando che per noi presentare il servizio una settimana dopo non avrebbe fatto grande differenza”, ha spiegato la situazione lo stesso Parfjonov. In effetti al momento in Qatar si sta svolgendo il processo ai due cittadini russi accusati dell’omicidio di Jandarbev, e per questo mandare in onda un servizio sulla vedova dell’ucciso era quantomeno imbarazzante; e se si fosse esercitata una qualche influenza sulla sorte dei due connazionali caduti in disgrazia?
    Ma dopo una settimana Parfjonov aveva deciso che i tempi fossero già piú favorevoli, ed il 30 maggio il servizio viene inserito nell’edizione diurna per il pubblico russo dell’Estremo Oriente. A vedere il servizio, a causa dell’assenza da Mosca dello stesso Senkevich è stato Aleksandr Gerasimov; presso la NTV è in uso la visione dei nuovi programmi da parte della direzione della rete, finalizzata all’apporto di correzioni tecniche e di vario genere ai materiali già pronti, ed in seguito alle quali il servizio viene mandato in onda la sera nel fusorario di Mosca. La copia dell’ordine scritto di Aleksandr Gerasimov di eliminare il servizio sulla vedova di Zelimkhan Jandarev è stata pubblicata sul giornale “Kommersant”.
    Questa volta le correzioni sono state serie. “Dopo la prima trasmissione abbiamo avuto una lunga discussione”, ha riportato Parfjonov. “Gerasimov ha insistito nel dire che era pervenuta la richiesta da parte dei servizi segreti di non dare l’autorizzazione a trasmettere alcunché sul processo degli inquisiti in Qatar fino al suo termine. Io invece sostenevo di non poter non presentare il servizio: noi tentiamo sempre di offrire al pubblico qualcosa di esclusivo, e a quanto io sappia, questa è la prima intervista a Malika Jandarbieva, e non potevo essere concorde nel ritenere che non fosse professionale da parte nostra”.
    Durante la conversazione Parfjonov ha dichiarato a Gerasimov che la richiesta dei servizi segreti per lui non rappresentava un ordine; lo rappresentava invece la dichiarazione scritta del suo immediato superiore, cioè di Gerasimov. Come ha successivamente spiegato il giornalista sotto accusa, presso la rete NTV nessuno usa proibire alcunché in forma scritta. Probabilmente Parfjonov contava sul fatto che Gerasimov non sarebbe arrivato a tanto, e avrebbe lasciato correre. Ma Gerasimov è rimasto rigido sulle sue posizioni, e Parfjonov ha ricevuto brevi manu l’ordine di eliminare dalla trasmissione il servizio di Elena Samojlova.
    E così il 30 maggio “Namedni” è uscita senza servizi “sospetti”, ma dopo due giorni hanno licenziato Parfjonov con la formula previamente esposta: per “infrazione agli accordi lavorativi”. E’ chiara la volazione della liberta’ di parola. Il capo redattore del programma “Oggi” con Michail Osokin su NTV, Elena Savina ha commentato l’accaduto in tal modo: “Certo, è la quintessenza della stupidità e della supponenza cremliniana. Negli ultimi quattro anni il governo tra due possibili soluzioni ha sempre scelto quella piú infelice. Parfjonov non ha mai accordato fiducia al Cremlino. È rimasto indipendente, e si è sempre occupato della propria professione, e non dei giochi del Cremlino. Noi giornalisti comprendiamo come questo serio attacco costituisca un avvertimento sia a noi che a Tatjana Mitkova. Considero personalmente l’accaduto come l’inizio di una ristrutturazione della compagnia, il preludio alla trasformazione di NTV in una rete di terz’ordine”.
    E il segretario generale del consiglio dei giornalisti russi Igor Jakovenko è andato anche oltre, definendo il licenziamento di Leonid Parfjonov dall’NTV un avvenimento rivoluzionario e significativo tanto quanto l’omicidio di Dimitrij Kholodov e Vladislav Listev o la chiusura della rete televisiva TVS: “Se prima sapevamo che il governo esercitava controllo e censura sui canali federali, ma che ci veniva concesso un certo grado di trasparenza, allorquando si concedeva qualcosa ai leader televisivi, adesso non è piú neanche possibile questo e la rete non si occupa piú neanche dei propri indici di ascolto”.

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