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Numero 7(87)
Festival Internazionale del Cinema a Mosca

    Il festival cinematografico internazionale di Mosca si è concluso con una vittoria del cinema russo. Questo 26-mo forum cinematografico, il più vecchio e importante dei festival russi, ha compiuto i suoi lavori il 27 giugno.
    In dieci giorni la giuria ha definito le proprie preferenze nei confronti di un programma di concorso contenente più di cento film. Inoltre gli spettatori hanno potuto vedere nuovi film che passavano fuori concorso e vecchie star che erano venute a presentare questi film. Tra gli eventi extra-concorsuali spiccavano: la visita di Quentin Tarantino il cui film “Kill Bill. Part 2” è stato proiettato all’inaugurazione; la venuta di Emir Kusturica che ha inaugurato la proiezione con la sua pellicola “Vita meravigliosa”; nonché la presenza di altri ospiti insigni, tra cui anche Meryl Streep. Al festival e nella distribuzione di Mosca è comparso il film “La cattiva educazione” di Almodovar.
    Tuttavia la grande suspense era il concorso e la decisione della “grande” giuria sotto la direzione del regista britannico Alan Parker, creatore di “Pink Floyd – The Wall” e “Evita”. Una giuria del concorso a parte – “La Prospettiva” – diretta dal regista russo Alexej Uchitel (“Il Diario di sua moglie”, “Una Passeggiata”) doveva esaminare i debutti, le prime e le seconde opere dei registi. Però le prime consegne dei premi hanno preceduto le decisioni delle due giurie.
    La giuria dell’Associazione internazionale di critica cinematografica FIPRESSI sotto la direzione di Umberto Rossi ha definito migliore il film “Il Tempo delle messi” della regista Marina Razbezhkina. In una conferenza stampa il presidente della giuria ha detto che questo film era l’unica candidatura al premio. È stato votato dalla giuria a pieni voti.
    Sono stati proclamati anche i vincitori del premio della giuria per la critica cinematografica russa. Il gran premio – un elefantino tradizionale in legno dipinto – è andato al regista Dmitrij Mikheev per il film “Il Nostrano” (Russia) con la formulazione “Per una presentazione adeguata di una persona privata in mezzo ai grandi eventi storici”. Inoltre i critici cinematografici russi hanno rilasciato altri due diplomi. Il primo al film russo “Il Tempo delle messi” (regista Marina Razbezhkina) con la formulazione “Per un’ analisi artistica della natura pagana del mito totalitario a mezzo di un’ opera cinematografica a cavallo tra recitazione e non recitazione”. Il secondo alla pellicola brasiliana “Nina” (regista Heitor Dhalia) che partecipava al concorso “Le Prospettive”: “Per un espressionismo visuale e una parafrasi originale del romanzo di Dostoevskij “Delitto e castigo”.
    Due altri premi sono stati assegnati dalla Federazione dei club cinematografici di Russia. Così sono stati laureati il film “Il Nostrano” del regista Dmitrij Meskhiev e il film “Mio fratellastro Frankenstein” del regista Valerij Todorovskij.
    Già i primi premi assegnati hanno fatto dire che il cinema russo guida la classifica del festival. Ma la constatazione di questo fatto suscitava un certo sospetto: può darsi che il festival semplicemente mancava di vigore per presentare un valido programma estero. Infatti le stars internazionali praticamente non partecipavano al concorso, sono rimaste fuori del programma di concorso. In definitiva sono stati premiati proprio quei pochi film che spiccavano dalla massa generale. Fra essi si sono trovati tre dei quattro film russi proiettati.
    Dunque il grande premio del 26-mo festival di Mosca è stato assegnato al film russo “Il Nostrano” del regista Dmitrij Meskhiev. La giuria ha preso la sua decisione all’unanimità. “Questo non è solo il migliore film ma in più è uno dei migliori film che io abbia visto ultimamente. I cineasti russi devono andare fieri di quest’ uomo”, - ha detto Alan Parker mentre consegnava il premio. Il film ha conquistato altri due premi del 26-mo FCIM – quello per la miglior regia e quello per il miglior attore. Quest’ultimo è stato assegnato all’attore Bogdan Stupka.
    Il premio alla migliore attrice è andato a China Zorilla per l’interpretazione di una parte al film “Conversazioni con mamma” (regista Santiago Carlos Oves, Argentina).
    Il premio speciale della giuria – “San Giorgio” d’argento – è stato attribuito al film dei giovani registi estoni Rene Reinumagi e Jaak Kilmi “La Rivoluzione dei maiali”.
    Il premio per il migliore debutto di regista, nel quadro del programma “Prospettive” del festival, è stato assegnato al film “Hotel “Venus” del regista giapponese Hideta Takahata.
    Il premio intitolato “Credo! Konstantin Stanislavskij” veniva assegnato a chiusura della cerimonia solenne. Si tratta di un premio speciale “Per la conquista degli apici della recitazione e per la fedelta’ ai principi della scuola di Stanislavskij” che l’attrice Meryl Streep ha ricevuto dalle mani del trisnipote di Konstantin Stanislavskij Alex Prayer.
    Con questo i giorni del festival pieni di passioni e aspettative sono finiti ed è giunto il tempo della distribuzione pragmatica e routiniera. Quello che sarà proiettato nelle sale cinematografiche non dipende direttamente dai risultati del festival. Se i distributori cinematografici prenderanno in considerazione i pareri della giuria e dei critici, lo faranno solo grazie alla pubblicità imparziale, alla promotion fatta in questo modo a favore di un film o quell’altro. Il voto della giuria può essere del tutto diverso dall’indice di gradimento di massa, però può anche influenzarlo.
    Nella vita degli importanti festival cinematografici capitano periodi estetici in cui le preferenze vanno all’art-haus, al cinema “non per tutti”, e ci sono invece anni in cui prende il sopravvento una scala di valori consumistici. Il successo dell’attuale FCIM consiste nel fatto che queste due tendenze che coesistono come una sempiterna dicotomia, una lotta degli opposti abbiano potuto stare insieme. E questo non è un merito del festival, bensì una promettente crescita qualitativa del cinematografo. Magari in un paese solo, cioè in Russia.
    È un peccato che il gran premio non sia andato al validissimo film “Il Tempo delle messi” del regista di documentari Marina Razbezhkina, è un peccato che siano passati inosservati gli sforzi del curatore del festival Kirill Razlogov per introdurre il cinema d’avanguardia e la videoart nel forum cinematografico. In ogni caso c’è una severa giustizia nella distribuzione dei premi. Anche se primi film sono definiti come opere valide e di buona qualità, sembra affatto naturale che il premio delle simpatie degli spettatori sia stato assegnato al film “Papà” del noto attore e regista Vladimir Mashkov. Proprio esso sarà proiettato nelle sale cinematografiche, venduto sui supporti video, dimostrato alla televisione. Le simpatie degli spettatori sono l’indice di quotazione più oggettivo per i distributori cinematografici. Però è perfettamente giusto che il film non sia stato insignito né di lodi né di figurine onorifiche da parte dei professionisti. Avevano altro da notare che soggetti manifestamente strappalacrime.

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