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Numero 10(90)
Fini a Mosca; staffetta con Berlusconi

    La visita di Fini a Mosca capita “a fagiuolo”; non a caso il vice premier arriva in un momento particolarmente propizio alla coltivazione di buoni rapporti con le autorita’ e le rappresentanze russe.
    Durante tutta la sua permanenza infatti ha luogo a Mosca la “settimana italiana”, evento organizzato dagli enti culturali italiani in collaborazione con quelli russi, durante il quale si svolgono ogni anno manifestazioni e appuntamenti dedicati alla cultura italiana; le sale di molti cinema moscoviti proiettano per l’occasione i classici della tradizione cinematografica italiana, i teatri propongono pieces teatrali in lingua originale e nel fine settimana le stelle di Sanremo si esibiscono per il pubblico russo interpretando i loro pezzi piu’ famosi.
    Ad accogliere Fini quindi un clima positivo ed incoraggiante, che indirettamente giova all’esito della visita del vice premier. Egli deve infatti introdurre questioni abbastanza delicate, oltre che preparare il terreno alla visita di Berlusconi, prevista per i primi di novembre, in concomitanza alle elezioni del nuovo Presidente degli Stati Uniti. Putin per il colloquio sceglie un ambiente gradevole ed informale, la propria dacia, concedendo strategicamente anche ai giornalisti e fotografi di essere presenti alla prima mezz’ora di conversazione. Sul tappeto diverse questioni. Si parte dallo stato delle relazioni economiche e commerciali tra Russia e Italia. Fini accoglie con interesse la proposta di Putin di stilare un accordo bilaterale che investa i settori delle tecnologie informatiche e delle telecomunicazioni, anche se e’ proprio quest’ultimo a segnalare in merito agli interscambi economici tra Italia e Russia una generale, leggera flessione al ribasso. Il giro d’afffari si attesta ad oggi attorno ai 10 milioni di dollari e dovrebbe entro l’anno andare a pareggiare con le cifre dell’anno scorso, 12 milioni; una crescita modesta, anche se vanno tenute in considerazione anche la congiuntura difficile ed il clima di insicurezza generato dal terrorismo. Anche Fini e’ d’accordo nel ritenere la stabilita’ politico-economica un fattore chiave nello sviluppo delle relazioni economiche. Ed approva al cento per cento le scelte del Presidente in materia di lotta al terrorismo. Posizione, risaputo, per nulla condivisa a Bruxelles, dove i metodi drastici coi quali Putin ha affrontato la crisi di Beslan hanno fatto storcere il naso a molti. Prodi compreso, che avrebbe per altro anche chiesto spiegazioni a Putin. Una frecciata quindi neanche tanto velata al leader della sinistra, da parte di Fini, che descrive il terrorismo come “nemico di tutti i popoli. Il nostro governo” prosegue poi, “ha espresso un’opinione positiva nei confronti del programma di riforme che il Presidente Putin ha annunciato dopo i tragici avvenimenti di Beslan. Sappiamo bene che non tutti i paesi europei concordano con la scelta di questa linea”, riferendosi chiaramente al passaggio alle elezioni a sistema proporzionale e alla nomina dei governatori da parte del premier. Putin aggiunge di seguito: ”per quanto riguarda le trasformazioni politiche aventi luogo nel nostro paese e le riforme che introduciamo in campo economico e organizzativo, siamo trasparenti. Non abbiamo intenzione di fare nulla del quale i nostri colleghi europei non siano informati e che non verrebbe preso in considerazione quale possibile linea d’azione anche in un paese europeo o nell’Unione Europea integralmente presa. Proponiamo le elezioni del Parlamento a sistema proporzionale, sistema attraverso il quale viene formato anche il Parlamento Europeo. Forse che chi non e’ d’accordo sulle nuove riforme in Russia si esprime negativamente anche riguardo alla formazione del Parlamento Europeo? Non mi sembra. Cio’ che noi proponiamo e’ di fare eleggere i governatori regionali dai parlamenti regionali su presentazione del Presidente della Russia. In alcuni paesi europei i capi regionali vengono eletti dal governo centrale, e nessuno ritiene che cio’ violi qualche principio democratico”. Fini sembra intuire il disegno di Putin: i partiti in Russia, pur non avendo grande solidita’ o prestigio storico si contrappongono abbastanza efficacemente allo strapotere di singoli individui dagli scopi men che onorevoli, tutt’altro che espressione dell’interesse collettivo.” Formale e rinnovato comunque, al di la’ di tutte le polemiche, il ringraziamento del Presidente alla solidarieta’ ed al sostegno del popolo italiano a quello russo durante gli avvenimenti di Beslan, ringraziamento indubbiamente indirizzato anche a quelle migliaia di candele accese dalle mamme italiane la sera dopo la tragedia. Altro argomento trattato e’ quello della riforma dell’Onu, e Putin si dichiara ben disposto nei confronti delle richieste e delle esigenze italiane, non contrario all’introduzione nel Consiglio di Sicurezza del seggio europeo proposto dall’Italia (come del resto Colin Powell). Tra le altre cose lode a Putin da parte di Fini per la reintroduzione del Ministero delle Nazionalita’, decaduto dopo la scomparsa dell’Unione Sovietica.
    L’ingresso della Russia nell’Unione Europea, Fini, contrariamente a Berlusconi non lo vede in prospettiva molto vicino. Nei termini di affinita’ culturale e sociale all’Europa, e di “fattibilita’” materiale della cosa, il vice premier paragona la Russia persino ad Israele o ai paesi del Maghreb. Se per la Turchia coglie il vantaggio politico che deriverebbe all’Europa dall’annessione della prima, stranamente non fa lo stesso, al contrario di Berlusconi, per quanto riguarda la Russia, implicando anzi una maggiore vicinanza della Russia agli Stati Uniti che non all’Europa. Si sa del resto che Fini e Berlusconi non sempre sono d’accordo. Sembra pero’ che il dissenso operativo all’interno della maggioranza di governo non riduca l’apertura che l’Italia dimostra nei confronti della Russia. Rimane solo da chiedersi – innocente curiosita’ – come mai facesse parte della delegazione italiana accompagnante il vice premier la principessa russa Natasha (Anastasja, ma un’altra, non l’erede al trono!) Romanov, parente di Nicola II, moglie del senatore di Alleanza Nazionale Giuseppe Consolo…. Un tributo allo Stato Russo da parte dell’ex-monarchia, che ne riconosce la sovranita’? Un simbolo di amicizia fra il popolo italiano e quello russo, i cui destini cosi’ spesso si intrecciano? O il semplice desiderio della principessa di rivedere la patria natia? Qualche malvagio e malizioso oserebbe dire che “alcuni sono piu’ uguali degli altri”…

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