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Numero 4(95)
Il Governo russo alla ricerca
di una nuova concezione di riforme economiche


   
L'ipoteca nuova locomotiva della crescita?
    Il Governo russo e il Presidente durante le ultime settimane hanno tenuto una serie di consultazioni con l'obiettivo di formulare un nuovo approccio alla politica economica e rivitalizzare l'economia che sta rallentando. Non e che i ritmi di crescita del PIL siano troppo bassi, sono abbastanza in linea con quelli degli altri Paesi dai mercati emergenti, ma sono nettamente inferiori al 7%, valore che e necessario per raddoppiare lo stesso PIL nei prossimi 10 anni. Gli ultimi dati di maggio sulla dinamica di crescita economica sono stati palesemente deludenti ed hanno costretto i governanti del Paese a cominciare a cercare un nuovo concetto di sviluppo.
    Tra le particolarita con cui viene effettuata la scelta della nuova politica economica, c'e la volonta di non procedere all'attuazione della seconda serie di riforme iniziate nel periodo 2000-2003. Anche se molte riforme non sono state realizzate fino alla fine, nessuno vuole piu scegliere la strada delle trasformazioni dolorose. Ad esempio, la riforma sulla deregolazione non e stata realizzata pienamente, perche il processo di costituzione delle imprese richiede ancora un gran numero di autorizzazioni, e il grado di arbitrarieta burocratica e ancora alto. Non e stata terminata la riforma del settore abitativo e dell'impiantistica comunale, visto che l'aumento delle tariffe non e stato sostenuto dalla legislazione sulle concessioni e quindi accompagnato da un miglioramento della qualita dei servizi. Non e stato raggiunto uno dei primari obiettivi, quello della riduzione della corruzione. E evidente che le riforme arrivate a meta non potevano portare i risultati previsti, cioe la diversificazione dell'economia, pero le autorita non vogliono tornare piu ad avvalersi di quegli stessi strumenti rivelatisi inadeguati.
    Ecco perche, sullo sfondo di problemi non risolti come quello con i monopoli naturali, quello delle infrastrutture vetuste e della macchina statale poco efficiente, si comincia a ritenere che la locomotiva dell'economia sia... l'ipoteca! Certo, l'ipoteca potrebbe aumentare notevolmente la partecipazione della gente all'incentivazione del boom edilizio. Tuttavia la condizione base per il successo di qualsiasi credito bancario e la sicurezza dei clienti beneficiari di poter essere in grado di estinguere progressivamente il debito, cioe la loro sicurezza sul fatto che potranno guadagnare. Mentre i russi non hanno questa sicurezza, perche qualsiasi impresa puo fallire come hanno fatto fallire la Yukos, e in molti stabilimenti i dipendenti vengono pagati in ritardo, o non vengono pagati proprio, situazione che molti conoscono e su cui lo Stato chiude gli occhi. Le situazioni in cui la societa prima viene fatta fallire e poi spesso comprata a pochi soldi non sono rare neanche oggi, quindi di che sicurezza nel domani si puo parlare? Tradisce questa verita lapalissiana anche il comportamento della gente che ottiene un prestito in banca. Le persone i cui redditi danno la possibilita di estinguere il debito in anticipo optano subito per questa soluzione, e di conseguenza le banche hanno difficolta nel programmare la struttura dei propri crediti. Nei Paesi sviluppati la gente non ricorre praticamente mai all'opzione dell'estinzione anticipata, perche nel Paese o esistono i sindacati, o e lo Stato che si occupa dei diritti dei lavoratori. Perche, se non se ne occupa, il mancato pagamento dei debiti puo portare alla crisi bancaria e minacciare la situazione economica del Paese in generale. Quindi, chi parla della volonta di incentivare l'ipoteca, deve capire il fatto che sara proprio lo Stato a costruire e mantenere le regole del gioco atte a far funzionare questo sistema.

Malattia olandese alla rovescia?
    Mentre le autorita russe cercano di stimolare i segmenti di consumo dell'economia attraverso dei sussidi all'ipoteca, il rallentamento della crescita economica, quanto paradossale possa sembrare, e dovuto al rallentamento dell'industria petrolifera. Fino a poco fa molti economisti diagnosticavano in Russia la cosiddetta "malattia olandese", cioe il rallentamento della crescita economica in settori non estrattivi per via della riduzione della loro competitivita. Cio si verificherebbe a causa del tasso di cambio troppo elevato del rublo, che si trova sotto effetto dei ricavi troppo elevati della vendita del petrolio. Pero, se negli anni precedenti la produzione del petrolio e la sua trasformazione sono state veramente la locomotiva dell'economia, recentemente non e piu cosi. Nel primo trimestre la crescita nell'estrazione del petrolio e stata solamente dello 0,1% rispetto al primo trimestre del 2004 senza tener conto della stagione. In altre parole, il Governo non solo non e riuscito a diversificare l'economia, ma non riesce neanche a mantenere la velocita di crescita del settore petrolifero.
    I motivi del rallentamento nell'estrazione del petrolio non sono evidentemente di carattere economico, ma strutturale. Il primo tra questi e il processo di cambiamento dei diritti di proprieta in questo settore. Il caso Yukos ne e la conferma piu evidente, una specie di punta dell'iceberg. Si sa che l'anno scorso le societa del gruppo Yukos avevano ridotto gli investimenti del 26%; la cosa ha inevitabilmente inciso sulla crescita dell'estrazione nel 2005. Ma d'altro lato non si tratta solo della Yukos: anche altre compagnie come TNK-BP e Sibneft ultimamente registrano un rallentamento degli investimenti legato alle modifiche relative alla composizione del gruppo societario. E evidente ad esempio che per la Sibneft, i cui azionisti stanno valutando la possibilita di venderla alla Gazprom, non ha senso investire in nuovi progetti o giacimenti fino a che non si sapra quali siano le priorita del nuovo proprietario. Anche nel caso della partnership BP-TNK, per via dei disaccordi tra soci russi e stranieri gli investimenti sono stati sospesi in attesa della formulazione di una nuova strategia comune.
    Un altro aspetto e il problema della concessione delle licenze alle imprese petrolifere. I parametri delle licenze con le quali opera la maggior parte delle compagnie russe sono stati calcolati in base alle tecnologie sovietiche, e in particolare le quantita di produzione del petrolio. Tenendo conto del fatto che le nuove tecnologie permettono di estrarre quantita di petrolio notevolmente superiori, molte societa sono gia formalmente in sovrapproduzione. La modifica delle licenze d'estrazione non e un processo veloce, come del resto tutti gli altri processi, percio, finche le attuali quantita di estrazione sono "fuori legge", molte compagnie semplicemente temono di investire ancora in crescita produttiva.
    E infine, un altro limite noto a tutti sono i problemi di capacita del pipeline in esportazione. Quasi un terzo delle esportazioni attuali del petrolio russo viene fornito ai mercati esteri non via oleodotto ma per ferrovia, e in futuro questo quantitativo non potra venire incrementato con grande rapidita. Nello stesso tempo la costruzione del pipeline per Murmansk non e stata tempestivamente autorizzata dalla Transneft, e rimane finora in sospeso. Questi ritardi sono sempre dovuti alla mancanza di chiare priorita nazionali e alla mancanza di una filosofia dello sviluppo delle infrastrutture, che non deve essere rimandata all'arbitrio di una sola societa statale nella persona di Transneft, ma deve essere sviluppata dal Governo tenendo conto di una serie di considerazioni geopolitiche.
    Quindi, per il momento le autorita continuano ad agire secondo il principio "si voleva fare per bene, ma e venuta come sempre". Cioe, volendo diversificare l'economia il Governo trascura il settore che garantisce l'attuale crescita, e di conseguenza non solo manca l'obiettivo di raddoppiare il PIL grazie alla crescita di nuovi settori, ma non riesce neanche a mantenere i ritmi di sviluppo alla quota attuale. Ma forse la tempistica dei 10 anni per il raddoppio del PIL e una prospettiva troppo ambiziosa? Forse le autorita dovrebbero rendere conto di quello che fanno oggi e non credere in quello che potrebbe verificarsi o meno tra dieci anni? Come si dice, e meglio un fringuello in gabbia che un tordo in frasca. Meglio un uovo oggi, che una gallina domani

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