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Numero 8(99)
Alla scoperta delle citta’ russe:
Vladivostok, il cancello dell’Estremo Oriente


    Il turismo europeo e occidentale sempre piu’ spesso tende a prediligere itinerari diversi da quelli proposti nei consueti “pacchetti d’agenzia”. Dopo aver subito il fascino della Russia sovietica, improvvisamente apertasi agli sguardi indiscreti e curiosi del resto del mondo, l’attenzione dell’Occidente si e’ orientata gradualmente verso quelle testimonianze preziose e nascoste al grande pubblico dell’altra Russia, quella prerivoluzionaria, che sopravvive nell’architettura, nell’arte e nel costume di molte citta’ del vasto ex-impero degli Zar. L’Espresso propone una serie di articoli dedicati alle antiche citta’ russe, monumenti all’equilibrismo tra l’europeo e l’asiatico dell’eta’ d’oro di Puškin che sono sopravvissuti agli eventi scardinanti del secolo scorso. E invece di iniziare a parlare del cuore dell’”impero” (Mosca o Pietroburgo) si e’ ritenuto piu’ interessante cominciare dai suoi confini, poco conosciuti, ma non per questo meno affascinanti. La citta’ dell’Estremo Oriente russo per eccellenza e’ Vladivostok. Il nome della citt’ deriva dalle parole russe “” e “”: letteralmente “controllare” e “Est”. Per questo potremmo approssimativamente tradurre il nome della città in “Signore dell’Est”. Vladivostok è la capitale della Regione Primorsky ed situata nella parte meridionale della pittoresca Penisola Muravyov – Amursky. I suoi 630.000 abitanti sono principalmente pescatori, marinai e studenti. Fondata come avamposto militare fu una città chiusa per decenni a causa della sua importante posizione strategica in quanto porto della Flotta Sovietica del Pacifico. Se avete interesse nella storia militare, negli edifici storici, nelle bellezze naturali o semplicemente nella cultura Russa, Vladivostok è una città che vi potrà dare queste ed altre numerose opportunità.

La storia
    Il 20 giugno (il 2 luglio seguendo il calendario gregoriano) del 1860 la nave da trasporto militare Manchur, al comando del Capitano Alexey K.Shefner, salpò verso quella che oggi conosciamo come la Baia del Corno d’Oro per costruire un avamposto a cui venne dato il nome di Vladivostok. Nel 1862 l’avamposto di Vladivostok divenne ufficialmente un porto e gli fu dato uno statuto di Porto Franco, con il proposito di agevolare ed incentivare il commercio. Nel 1891 cominciò la costruzione della più lunga linea ferroviaria del mondo, la Transiberiana, voluta dallo Zar per ottenere una linea di comunicazione moderna e veloce che potesse collegare tutte le città dell’Impero Russo ed anche a Vladivostok cominciarono i lavori. Già nel 1897 erano regolari i collegamenti con la città di Kabarosk che dista circa 800 km. Durante la prima rivoluzione russa la città venne direttamente coinvolta e all’inizio del 1906 fu governata dalle unità militari ribelli. Dal 1916 al 1922 trovarono rifugio nella città gli oppositori del nuovo governo sovietico e la popolazione crebbe da 97.000 fino a 410.000 abitanti. Qui trovarono rifugio 650 intellettuali provenienti da Mosca e San Pietroburgo. Con la vittoria dei bolscevichi la maggior parte della popolazione emigrò in Australia, Cina e Usa, tanto che nel 1926 la popolazione della città contava solo 108.000 abitanti. Il nuovo Governo capì subito la grande importanza strategica della città e creò immediatamente un collegamento aereo con la città da Mosca, e nel 1932 la città divenne la principale base della Flotta del Pacifico. Dal 1930 fino al 1970 nessun turista e nessun russo oltre gli abitanti della città potè visitare la città, che era considerata una importantissima base militare e sede della Flotta sul Pacifico. Solo nel 1974 si ruppe l’isolamento, con lo storico incontro tra l’allora Segretario del Partito Comunista Leonid Brezhnev ed il Presidente USA Gerald Ford che si tenne proprio qui, ma fu solo un episodio e le porte della città si chiusero nuovamente per tutti. Per l’apertura della città anche agli stranieri si dovette attendere fino al 1992, con il crollo dell’Unione Sovietica.

Vladivostok oggi
    L’architettura di Vladivostok è un mix di stili architettonici differenti. Non ci sono grattacieli o lunghissimi ponti simbolo come in altre città del mondo, ma il centro storico trasmette un certo fascino di bell’époque. Si possono trovare molti edifici inusuali che furono costruiti fra il 1880 ed 1890. Vari stili architettonici che riflettono culture occidentali ed orientali. Splendidi edifici come l’hotel Versailles, costruito nel 1909 dall’architetto Meshkov e visibile in via Svetlanskaya al numero 10, il Teatro Puškin, l’ufficio postale, Kunst & Albers, costruito nel 1906 dall’architetto Junghandel, il Nemetzki Hotel, costruito nel 1911 e attuale sede del Caffè Italiano, e molti altri fanno di Vladivostok una città unica. Nel centro della città, percorrendo la via Admirala Fokina avrete ancora la possibilità di ammirare una piccola traccia di quello che un tempo era il quartiere cinese. In fondo alla via arriverete ad ammirare il porto dove ormeggiano gli Yacht, si erge lo Stadio di Calcio e fa capolino il Ristorante Italiano. D’estate è la passeggiata lungomare preferita da tutti gli abitanti e il luogo più frequentato. Sulla piccola spiaggia molti vanno a prendere il sole appena usciti dai vicini uffici del centro. Il più bello e completo museo tra tutti è sicuramente quello dedicato a Vladimir Arseniev, famoso esploratore dell’estremo Oriente russo degli inizi del ‘900. Il più interessante periodo per visitare la città è senza dubbio l’estate, durante i giorni di festa o nelle celebrazioni; avrete la possibilità di ammirare parate militari, concerti, saluti militari e fuochi artificiali. Ad ottobre invece, la seconda domenica, si festeggia una ricorrenza interessante: il giorno della Tigre. È una festa dove i più giovani indossano abiti con i colori del mantello del famoso animale. Un modo per ricordare a tutti che ormai più che averne paura bisogna cercare di difenderlo dai bracconieri, evitando che si estingua. La Tigre Ussury, simbolo della città di Vladivostok, è purtroppo nel libro rosso degli animali minacciati da estinzione.

La Transiberiana
    La famosa ferrovia Transiberiana inizia a Mosca e finisce nella città di Vladivostok. Questo meraviglioso capolavoro di ingegneria, da molti definito l’ottava meraviglia, fu iniziato nel 1891 e completato nel 1916. Venne costruita per simboleggiare l’unità di tutta la Russia, ma anche per unire tutte le sue città e favorire così lo sviluppo dell’Estremo Oriente. Nel 1912 a Vladivostok venne costruita la stazione nello stesso stile architettonico di quella di Mosca, progettata dall’architetto Planson. Negli anni successivi, con l’avvento del governo Sovietico, venne demolita e rimaneggiata in più parti, ma negli anni ’90 si è provveduto a riportarla alle condizioni del progetto originale del 1912. Sulla targa davanti alla locomotiva è impresso il numero 9.288: sono i chilometri che separano la città di Vladivostok, e se vogliamo l’Oceano Pacifico, da Mosca. Oggi 12 treni passeggeri uniscono la città di Vladivostok con la Siberia e la parte occidentale della Russia, il treno espresso “Russia” arriva a Mosca dopo 6 giorni e mezzo.

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