Espresso
Q U I N D I C I N A L E   D I   I N F O R M A Z I O N E
Russian
Home Giornale Archivio Redazione Pubblicità Dove siamo
 
Numero 2(101)
INTERVISTA ESCLUSIVA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SILVIO BERLUSCONI
Infrastrutture, energia, commercio, riforme, lavoro: presente, passato e futuro dell’Italia nelle parole del Presidente del Consiglio


    – Presidente Berlusconi: guardando a…Mosca, parliamo di grandi opere?
    – Quando siamo andati al Governo ci siamo trovati di fronte ad una situazione drammatica, con i cassetti vuoti o con progetti non più attuali dopo un’inerzia durata trent’anni, e se nei cinque anni precedenti il centrosinistra aveva messo in moto risorse per sette milioni di euro noi, dopo aver cambiato il sistema degli appalti, abbiamo impegnato 51 miliardi di euro aprendo 70 cantieri.
    – Si poteva fare di più?
    – No, non si poteva. Sapevo di tutte le difficoltà che avremmo incontrato, anche e solo per questo gli Italiani dovrebbero esserci grati, per aver avviato la modernizzazione del sistema viario, ferroviario, metropolitano e dei trafori. Pensi che quando furono fatti il traffico merci attraverso le Alpi era di 19 milioni di tonnellate, oggi è di 160 milioni! E quel che è grave è che il 70% è su gomma, e solo il 30% su rotaia, mentre dovremmo arrivare a rovesciare letteralmente queste due percentuali.
    – E qui si inserisce la questione del Corridoio 5.
    – Che è già in realizzazione e che in Italia sarà finanziato al 20% dalla Comunità Europea, che deve passare per la Pianura Padana, e di cui non si trova traccia nelle 280 pagine scritte fitte fitte del programma del centrosinistra. Il corridoio 5 dovrà collegare con la Ferrovia ad alta velocità l’oceano Atlantico con il Pacifico, già oggi va fino a Kiev, e poi, attraverso la trans-siberiana arriverà al Pacifico. Una infrastruttura che poi dovrà intersecarsi con il Corridoio 1 Berlino Palermo e con il corridoio 2 dei marii da Genova ad Amsterdam.
    Se dovesse governare il centrosinistra con dentro partiti come PRC, i Comunisti Italiani… i Verdi… i no global… ed il loro malinteso senso ecologista ogni opera di modernizzazione del paese diventerebbe impossibile.
    Avevamo in mente 125 grandi opere, con una seconda legislatura le completeremmo.
    Prenda Venezia: la più grande opera di prevenzione ambientale come il Mose per loro è in discussione. Siamo stati bloccati 37 anni, e Prodi non potrebbe proseguirla senza l’accordo della sinistra, di quel partito del non fare di cui è ostaggio.
    Non vogliono il Ponte sullo Stretto di Messina, non vogliono gli inceneritori in Campania, non vogliono i rigassificatori. E noi di energia siamo carenti anche come capacità di approvvigionamento come dimostrato quando c’è stata una diminuzione dell’8% nella fornitura di gas dalla Federazione Russa.
    – E quindi?
    – C’è l’energia solare…quella eolica… altre fonti… e bisogna considerarle perché potrebbero rispondere al 2, al 3, al 4, al 5% del fabbisogno nazionale, ma non si può negare che sul tavolo dell’Europa ci sia la questione nucleare, attraverso le cui centrali già si produce il 35% dell’energia. Oggi l’Italia compra dalla Francia energia nucleare pagandola il 30% in più del costo di produzione, e se accadesse un incidente -che non accadrà!- i danni non li subiremmo forse noi?
    Con Blair avevamo concordato la costruzione di un rigassificatore a Brindisi, ma al Governo della Puglia è andato un Presidente di PRC e ha bloccato tutto. Con Gheddafi, invece, ho inaugurato un nuovo gasdotto dalla Libia, e con l’Algeria stiamo trattando un’opera analoga dalla costa del paese nord-africano alla Sardegna.
    Questo per dire che sul piano internazionale il ruolo dell’Italia è cambiato. Non era ascolata e non era considerata, anche perché i Governi e Premier cambiavano continuamente. In questa legislatura abbiamo tolto il paese da questa marginalità politica, e ne ha beneficiato anche l’economia visto che i prodotti italiani nei paesi dell’Est europeo, in Turchia e poi su… fino alla federazione Russa sono al primo posto nelle simpatie dei cittadini di quei paesi.
    – Torniamo alle questioni strettamente interne: il lavoro.
    – Abbiamo trovato una forte disoccupazione, e con la flessibilità abbiamo creato 1.500.000 nuovi posti di lavoro portando l’Italia al più alto tasso di occupazione del dopoguerra.
    – E il costo... del lavoro?
    – Lo abbiamo ridotto di un punto, e un altro lo caleremmo nel 2006, e un terzo nel 2007…
    – Prodi ha promesso una diminuzione di 5 punti.
    – E’ irrealizzabile
    – Ma sarebbe bello…
    – Sì, ma per farlo bisognerebbe intaccare gli aspetti previdenziali, le pensioni, oppure bisogna aumentare le tasse.
    – Possibile o impossibile, a questo punto, diminuire le tasse?
    – Sì, è possibile, a patto di vincere quella che è stata la nostra battaglia quotidiana per combattere gli sprechi, i favoritismi, i privilegi, per ridurre il costo della macchina dello Stato.
    La sinistra, invece, ha già detto che vuole reintrodurre la tassa sulle successioni, sulle donazioni, la patrimoniale, vuole tassare i rendimenti di BOT e CCT, i dividendi azionari… vuole aumentare in maniera esponenziale i redditi più alti considerando alti quelli dai 100mila euro in su.
    Per la sinistra lo Stato deve regolare tutto, deve intervenire sui tutto. Per noi dove i cittadini possono agire autonomamente non devono vedere la mano dello Stato. Per la sinistra il cittadino deve essere al servizio dello Stato, per noi è lo Stato che deve essere al servizio della persona. E per fare quello che pensano hanno una sola strada maestra: aumentare le tasse.
    – Il federalismo fiscale?
    – Certo, è nei nostri programmi, sullo stile di quanto avviene in Svizzera. Un proseguimento concreto di quanto già fatto con la modifica federale della Costituzione.
    – L’economia?
    – Abbiamo attraversato anni difficili: mai avremmo potuto immaginare che avrebbero attaccato e distrutto le Twin Towers, che ci sarebbero state due guerre, che ci sarebbe stata questa generalizzata incertezza nel mondo occidentale. Non si poteva immaginare la crescita dei paesi dell’Est, dell’India, della Cina… E abbiamo dovuto fare i conti con un euro ipervalutato e con i prezzi delle materie prime schizzati alle stelle a cominciare dal petrolio.
    – Soddisfatto di quanto fatto?
    – Noi abbiamo fatto di più che i 56 governi precedenti messi assieme, scherzando ho detto che solo Napoleone ha fatto di più, e la sinistra che altro non sa fare che demonizzare l’avversario subito ha detto che mi paragono a Napoleone…
    E poi i leader che hanno caratterizzato la scena europea hanno tutti avuti un tempo più lungo per attuare i loro programmi: Khol tre mandati, Blair è al terzo, la tatcher ha governato dodici anni… e sa cosa invidio a Blair? che lui ha ereditato il lavoro della Tatcher, e non quello che io ho eridato dai Governi Prodi, D’Alema 1, D’Alema 2 e Amato. Tutti hanno avuto almeno due legislature a disposizione, anche Aznar, anche Reagan.
    – Ha parlato di Napoleone, ma c’è anche una battuta su Gesù…
    – Ah… questa poi è carina, dopo un comizio ad Ancora, ironizzando sul quanto poco la gente sappia di tutto quello che il mio governo ha fatto mi sono domandato cosa dovesse fare un ‘povero cristo’ per informare gli elettori… subito la sinistra ha detto che mi paragono non solo a Napoleone! ma anche a Gesù Cristo!
    – Si immagini che ci rivediamo fra cinque anni, a prescindere da chi avrà governato, il Silvio Berlusconi cittadino in che paese sogna di vivere e di descrivere?
    – Un paese più moderno.
    Uno stato meno costoso.
    Servizi di qualità…
    L’alfabetizzazione digitale di tutti i cittadini, la seconda storica grande alfabetizzazione del paese, di un paese fortemente competitivo.
    Infrastrutture che diano la massima sicurezza a chi le utilizza.
    La piena occupazione e la scomparsa delle residue fasce di povertà.
    Un paese con una forte politica sociale.
    Un paese dalle cui scuole escano giovani capaci di realizzarsi in Italia, in Europa e nel mondo parlando perfettamente una seconda lingua, quella che io definisco scherzosamente la ‘lingua zia’ oltre alla lingua madre.
    Un paese con pensioni più elevate per tutti che permettano di vivere in serenità la terza età.
    Un paese libero e nel benessere, in un contesto internazionale di pace e armonia.

in alto    ARTICOLO SEGUENTE  >> in alto
ALTRI ARTICOLI DELLA RUBRICA "ELEZIONI POLITICHE 2006"
INTERVISTA A GIANFRANCO FINI ¦  Intervista ad Antonella Rebuzzi ¦  Par condicio di fuoco
Rambler's Top100    Rambler's Top100