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Numero 2(101)
Intervista ad Antonella Rebuzzi
LA NOTA IMPRENDITRICE ITALIANA E’ CANDIDATA DA FORZA ITALIA PER IL COLLEGIO SENATORIALE EUROPEO


    - Sig.ra Rebuzzi, quali sono le priorita’ nella sua proposta politica?
    -”Al primo punto sicuramente la volontà di dibattere, nel Parlamento, le tematiche relative agli italiani che vivono all’estero. Dopo decenni di colpevole abbandono, finalmente, la legge sul voto agli italiani che vivono all’estero, voluta dall’attuale maggioranza di centro destra, ci permette riportare milioni di connazionali dimenticati, al centro del dibattito politico. Potremo, non solo, cominciare a ricucire gli strappi delle prime emigrazioni mosse dalla necessita’ e dalla miseria, ma anche e senza alcun cinismo, aiutare chi, all’estero, lavora per se e per l’Italia.
    - Lei probabilmente parla per esperienza. Si puo’ a ragione parlare di trascuratezza dello Stato italiano nei confronti dei connazionali che vivono all’estero?
    - Parlare di trascuratezza e’ il minimo! Per quanti anni le rimesse degli emigranti sono state preziose per il bilancio dello stato; e quanto sono state indispensabili queste, ad esempio, nei primi anni del dopo guerra per la “famosa” ricostruzione dell’Italia. Per motivi legati alla circoscrizione elettorale, ho avuto, in questi ultimi tempi, contatti con emigranti di lunga data in Germania, Francia e Svizzera, Belgio. Molti di loro hanno una posizione, si sono stabilizzati ed anno avuto successo nel paese di residenza. Ma da tutti ho percepito la meraviglia di incontrare qualcuno che potesse rappresentare i loro interessi in una Italia, fino ad oggi, sempre lontana.
    Voglio ricordare che, nonostante la Comunita’ Europea sia, di fatto realta’ sovrana, due anni fa alcune diecine di emigranti italiani in Germania da decenni hanno avuto provvedimenti di espulsione dai Land, perche’ “in esubero”.
    – La situazione a Mosca e’ diversa?
    – La grande maggioranza degli italiani a Mosca e in Russia e’ composta da imprenditori e professionisti.
    Qui non si pone il problema dell’abbandono ma quello del riconoscimento giuridico. Ed e’ un problema che risale all’ordinamento sovietico ancora non completamente abbandonato.
    Fortunatamente, (per ora) la nostra precarietà formale e’ compensata da un atteggiamento pragmatico delle autorita’locali. E’ necessario continuare le pressioni nei confronti del Governo russo affinche’ si arrivi a soluzioni che permettano alla nostra comunita’ tranquillita’ di lavoro nel pieno rispetto della nazione in cui operiamo.
    Vorrei introdurre una proposta: La comunita’ italiana in Russia, come in Cina e in tutte le parti del mondo in cui l’economia corre, e’ una vetrina del prodotto italiano. La mia proposta e’ che lo Stato Italiano ci individui come risorsa e che come tale ci metta nelle condizioni di operare dandoci gli strumenti per farlo: banche italiane operative, finanziamenti ad hoc, strutture espositive nel territorio. Non e’ questione di spese ulteriori ma di cambio di mentalita’ e di prospettiva.
    Voglio, inoltre, ringraziare la nostra Rappresentanza Diplomatica e Consolare e in particolare l’ambasciatore Gianfranco Facco Bonetti e il console Nunziata per la continua opera da loro svolta a favore dei connazionali.
    – Come affronta gli impegni della campagna elettorale?
    – Per una imprenditrice, quale io sono, vivere questa esperienza e’ allo stesso tempo terribile e affascinante. Cinque, dieci incontri al giorno con persone a ciascuna delle quali vorrei dedicare un momento particolare e da cui, invece, sono costretta a sintetizzare una idea comune e a cui faccio una promessa che in cuor mio mi auguro di mantenere. Mi aiuta a razionalizzare queste nuove esperienze il collega Massimo Romagnoli, candidato per Forza Italia a deputato per la stessa circoscrizione, persona di maggiore esperienza politica e comunque di grande umanita’ e intelligenza. Assieme a lui affronto le tante tappe di questa campagna.
    – Chi potrebbe essere un rappresentante ideale per gli italiani d’Europa?
    – Senza esitare le rispondo Antonella Rebuzzi e le spiego il perché:
    Sono arrivata a Mosca 15 anni fa con una unica grande risorsa morale: me stessa.
    Ho lottato duramente come imprenditrice
    Oggi gestisco 400 dipendenti tra i miei ristoranti (3 in Russia e 1 a Berlino), la mia fabbrica di pasta fresca, il mio cash and carry. La mia forza e’ stata la mia determinazione.
    Ed è con la stessa determinazione ed esperienza che io porterò avanti il progetto per garantire cittadini italiani emigrati, categoria a cui appartengo, la possibilità di una vita migliore. Voglio aggiungere che al Parlamento italiano vorrei un gran numero di donne, perché le donne sanno amministrare bene ed hanno la capacità di rispondere con prontezza ai problemi. Mi creda non ho mai amato le femministe, ma mi è facile pensare che una politica più donna sarebbe una politica migliore!”
    – Grazie, Sig.ra Rebuzzi

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