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Numero 2(101)
Pensionati nel mirino
Aumenta il costo dei servizi sociali


    A gennaio del 2005 sono iniziate le proteste contro la “monetizzazione” delle agevolazioni, che per poco non sono degenerate in scontri seri. Le autorità hanno dovuto estinguere l’incendio, battezzato “rivoluzione di calicò” da alcuni oppositori di Putin, con versamenti monetari assai notevoli, i quali di fatto hanno superato quelle cifre che proprio con le riforme ci si prefiggeva di risparmiare.
    Già allora era emerso che si sarebbero potuti evitare sia i tumulti che gli ingenti versamenti qualora la legge sulla monetizzazione fosse stata preparata meglio, e le autorità avessero pensato a informare le masse popolari in merito ai punti principali della riforma, senza lasciare il compito all’opposizione.
    Invece adesso si scopre che l’esperienza dell’anno scorso non ha insegnato niente a nessuno. Il Codice degli alloggi, entrato in vigore dall’inizio dell’anno corrente e approvato in gran fretta, non è stato adeguatamente presentato alla popolazione, nonostante l’estrema importanza e necessità di questa riforma a livello nazionale. Dagli interventi di numerosi “volontari” e dagli articoli dei giornali la gente, molta della quale tuttora ritiene che lo Stato debba garantire abitazioni gratuite, ha capito una sola cosa: che verrà derubata. L’opposizione non si è lasciata sfuggire l’occasione. Il 4 marzo in alcune città si sono tenuti comizi contro la riforma del sistema dei servizi comunali e degi alloggi. Ai quali hanno partecipato, secondo varie stime, da 120.000 a 800.000 persone. I comizi sono stati organizzati dai comunisti, che hanno recitato al 100% il loro ruolo di “difensori del popolo”, con tanto di slogan populisti in cui chiedevano che i servizi comunali e degli alloggi fossero finanziati dallo Stato e che le tariffe fossero limitate al 10% del reddito complessivo familiare (il che, nel contesto russo, non farebbe altro che provocare l’occultamento dei redditi). Gli oratori intimidivano le folle con dichiarazioni secondo le quali fra non molto si dovrebbe arrivare a pagare 7000 rubli per un trilocale, e i debitori inadempienti sarebbero sfrattati. Il leader dei comunisti Ghennadij Zjuganov, nel suo intervento al comizio di Mosca ha incitato ad “organizzare comitati della salvezza e squadre popolari militanti presso ogni cellula di autogestione”, cioè, di fatto, alla creazione di reparti di guerriglia comunista. Solo come provocatorie possono essere definite anche le esortazioni di Zjuganov ad “assediare l’ufficio del sindaco o il municipio” per esercitare pressioni sulle autorità. Come in risposta all’invito di Zjuganov, in alcune città i manifestanti hanno cercato di bloccare le strade o di farsi strada verso le sedi delle amministrazioni locali, il che ha comportato scontri con le forze dell’ordine. Gli scontri più duri hanno avuto luogo a Uljanovsk, nel corso dei quali una folla di 2000 persone è stata dispersa dalla polizia e dalle teste di cuoio (OMON). I comunisti hanno minacciato di organizzare in futuro comizi “non sanzionati” e di non pagare le bollette dei servizi comunali.
    Alla contestazione hanno partecipato anche nazionalisti radicali, affrettatisi a spiegare ai manifestanti che ad essere colpevoli di tutti i loro imminenti guai sono “gli stranieri”, i quali non vedono l’ora di comprare le case dei russi, gettandoli sul lastrico. Tenendo conto della situazione di oggi, questo cokctail delirante può esplodere in una bomba di una forza distruttiva enorme, che potrebbe cancellare la Russia come Stato. Visto e considerato che oggi il governo preferisce seguire la strada più facile, simili manifestazioni –sorte anche e soprattutto a causa dell’incapacità dello stesso governo di presentare in modo corretto il suo operato – possono comportare l’arresto della riforma dei servizi comunali e degli alloggi e il congelamento della situazione attuale. E mentre nel caso della monetizzazione delle agevolazioni, per quanto cinico ciò possa suonare, il miglior collaboratore delle autorità è il tempo (i gruppi aventi diritto alle maggiori agevolazioni, al contempo i più uniti, fra poco spariranno per motivi naturali), nel caso in questione indugiare vuol dire provocare un pericolo mortale, perché la maggior parte dei servizi comunali russi è in condizioni estremamente deteriorate. Fra qualche anno pertanto, senza i necessari investimenti (e senza un cambiamento dei principi fondamentali della loro attività, basati sul monopolismo), i servizi comunali russi potrebbero semplicemente crollare.

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