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Numero 4(103)
Convertibilita’ del rublo: mito o realta’?
La rimozione delle limitazioni valutarie non darà i frutti sperati


    Il Presidente Putin, con il suo discorso rivolto all’Assemblea federale, ha delineato le maggiori priorità della politica economica, la più importante delle quali risulta quella inerente alla completa convertibilità del rublo russo. Questa dichiarazione viene tuttora discussa da chi si ritrova con le idee un po’ confuse, in seguito alla recentemente palesatasi “volubilità” dei mercati valutari.
    Il cambio del rublo è influenzato da tre fattori essenziali: la dinamica dei prezzi del petrolio, la dinamica dei cambi valutari internazionali e le modifiche nella legislazione valutaria interna. Il primo fattore, quello dei prezzi delle materie prime, e in particolare, del petrolio, continua ad assicurare un fondamentale rafforzamento della valuta russa. Anche se i prezzi del petrolio dovessero calare fino a 60 dollari al barile, a risentirne sarà l’entità del fondo di stabilizzazione, ma non l’economia russa. Oggi i redditi supplementari delle compagnie petrolifere -piu’ di 27 dollari al barile- vengono indirizzati direttamente al fondo di stabilizzazione, senza venire utilizzati per il finanziamento delle uscite correnti del budget, cioè sono praticamente estratti dalla circolazione economica. Proprio per questo motivo, l’economia russa è ormai indifferente anche nei confronti di un eventuale aumento dei prezzi del petrolio: anche se la previsione dei prezzi del petrolio venisse innalzata, il Governo non rivedrebbe più le previsioni di crescita economica, anche se solo alcuni anni fa si riteneva che l’aumento dei prezzi del petrolio di un dollaro al barile aggiungesse circa 0,4% di crescita economica all’anno. Ciononostante, dal punto di vista del mercato valutario, sono fondamentali non tanto i tassi correnti di crescita economica, quanto la solvibilità del governo in futuro. Il sequestro dei proventi d’esportazione, che contribuisce alla crescita della stabilizzazione, corrisponde direttamente a questo fine, e quindi proprio l’accumulo del fondo di stabilizzazione determina il trend stabile del rafforzamento del rublo delineatosi già nel 2004.
    Il secondo fattore, quello della dinamica dei cambi valutari internazionali, ha un ruolo chiave per individuare la dinamica del cambio del rublo a breve termine. In particolare, proprio il rapido indebolimento del dollaro rispetto all’euro ha determinato il rafforzamento del rublo nei confronti del dollaro da 28 a 27 rubli per un dollaro a marzo-aprile di quest’anno. La dinamica del cambio del dollaro preoccupa molti in Russia anche perché circa un terzo di tutti i risparmi è realizzato proprio in questa valuta.
    Le opinioni degli esperti di mercati internazionali divergono notevolmente. Alcuni sono inclini a pensare che l’indebolimento attuale del dollaro sia un fenomeno provvisorio. Le Banche centrali dei Paesi più importanti sono costrette, infatti, ad investire in obbligazioni delle maggiori potenze internazionali, e gli USA, con il loro enorme mercato di debiti, rimangono senza rivali in confronto ai Paesi europei e al Giappone. Per questo è nell’interesse delle Banche centrali di tutto il mondo prevenire la svalutazione del dollaro e mettersi d’accordo sul suo supporto. D’altra parte, ci sono analisti seriamente preoccupati dal deficit crescente della bilancia commerciale; essi ritengono che l’indebolimento della valuta statunitense sarebbe l’unica soluzione per uscire dalla situazione venutasi a creare. Proprio a tali timori è dovuto il recente brusco calo del dollaro.
    Il trend del rafforzamento del rublo, dovuto a sua volta al trend internazionale dei mercati valutari, è stato consolidato dal fattore speculativo legato alle aspettative sul cambiamento della legislazione valutaria, il quale, a detta del Presidente, dovrebbe avere luogo a partire da luglio di quest’anno. Il passaggio alla così detta “convertibilità” del rublo vuol dire, in sostanza, che in conformità alla nuova legge sulla regolamentazione della circolazione valutaria la Banca Centrale perde il diritto di introdurre qualsiasi limitazione all’importazione e all’esportazione di capitali in/dalla Russia. Quando la nuova legge sarà entrata in vigore, non si potrà più procedere alla vendita obbligatoria dei ricavi in valuta pregiata, e neanche alla riservazione relativa ai conti correnti dei non residenti. Saranno eliminati persino i conti speciali che furono creati per contabilizzare i flussi di capitale estero e che servivano, in particolare, per raccogliere informazioni statistiche. In tal modo, i cambiamenti nella legislazione saranno veramente radicali.
    Ci sono però alcuni “ma”: ovvero altri effetti che potranno avere le modifiche legislative sulla dinamica del cambio del rublo. Prima di tutto, si sa che di solito la convertibilità di una valuta sottintende la possibilità di comprarla o venderla in qualsiasi Paese del mondo. Ma la Russia per non punta così in alto, e cioè, il termine altisonante “convertibilità” non concerne che la rimozione delle limitazioni valutarie.
    Tale sostituzione del senso vero con frasi altisonanti è dovuta anche al possibile effetto che avranno le modifiche imminenti sui flussi di capitale. Tutti coloro che lavorano nei mercati finanziari in Russia sanno che non era e non è assolutamente la legislazione valutaria a frenare l’afflusso di capitale estero nel Paese. Le limitazioni valutarie gonfiano indubbiamente il costo dell’ingresso nel mercato interno del Paese, ma esistono numerosi modi per evitare questi ostacoli in maniera del tutto legale. Di conseguenza, dopo la rimozione delle limitazioni valutarie, emergeranno i reali problemi dell’economia russa: il debole sistema giudiziario, le infrastutture insufficienti del mercato finanziario, la mancanza di tutela dei diritti degli investitori. Questi fattori acquistano un’importanza primaria quando i non residenti decidono di investire mezzi in Russia. In particolare, l’impossibilità di difendere i propri diritti in tribunale è un motivo abbastanza valido per estraniare tutti i potenziali investitori, per quanto liberale sia la legislazione valutaria.
    Quanto è stato detto qui sopra fa concludere che la dinamica del cambio del rublo verrrà determinata dalla dinamica dei prezzi del petrolio e del cambio del dollaro sui mercati internazionali, mentre il fattore della liberalizzazione del mercato valutario giocherà soltanto un ruolo psicologico a livello di funzionamento del mercato interno russo. E’ assolutamente ovvio, poi, che il corso di cambio del rublo aumenterà solo fin quando rimarranno alti i prezzi del petrolio, ma appena essi cominceranno a calare, sarà inevitabile una svalutazione. Negli ultimi anni, la dipendenza del Paese dal petrolio è drammaticamente cresciuta: mentre nel 2000 la quota parte del petrolio e del gas nei proventi di esportazione ammontava al 50-55%, nel primo trimestre del 2006 è ammontata al 68%. Solo tre anni fa il bilancio federale derivava al 40% circa dal settore del gas e del petrolio, ma oggi la quotaparte di questo settore arriva anche al 60%. Invece della promessa diversificazione dell’economia, è avvenuto proprio il contrario, cioè il rafforzamento del settore del petrolio e del gas. Ma mentre nei primi anni ‘90 si trattava della dipendenza del Paese dal settore petrolifero privato, oggi si parla della dipendenza dalle compagnie petrolifere pubbliche o vicine allo Stato.

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