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Numero 5(104)
Le trattative relative alla liberalizzazione del commercio internazionale sono giunte ad un’impasse
Nuova crisi nel WTO?
Senza l’intesa con gli USA, la Russia si rifiuta di onorare i propri impegni


    “È ovvio che siamo in una situazione di stallo, ma questo significa davvero che le trattative siano morte? No. Non abbiamo intenzione di arrenderci e perdere la speranza”, ha detto Susan Schwab, rappresentante commerciale degli USA. Le trattative dei membri del World Trade Organization (WTO) relative alla liberalizzazione del commercio internazionale sono giunte attualmente ad un’impasse, ma i loro partecipanti sperano nella possibilità di poterla superare.
    Altri partecipanti all’incontro sono meno ottimisti, perché in due giorni di colloqui non sono riusciti ad ottenere nessun progresso nella soluzione delle questioni principali del Doha-round: le modalità di riduzione dei dazi e delle sovvenzioni nel settore agroindustriale e l’accesso ai mercati delle merci manufatte. “Negare il fallimento non è necessario”, ha detto ai giornalisti Kamal Natkh, il ministro dell’industria e del commercio dell’India.
    Qualche tempo prima Pascal Lamis, il direttore generale del WTO aveva ribadito che i partecipanti al negoziato di Ginevra avrebbero messo in forse il futuro del WTO, se non fossero riusciti “nelle ore successive o nei giorni successivi” a raggiungere un’intesa su questioni base del round Doha in corso.
    Se i Paesi del WTO non troveranno un accordo a Ginevra, è difficile che il processo della liberalizzazione del commercio internazionale cominciato nel settembre del 2001 a Doha possa finire, come si prevedeva prima, entro la fine del 2006.
    I Paesi emergenti accusano dell’insuccesso delle trattative gli USA (i quali si rifiutano di fare concessioni per la riduzione dell’appoggio statale all’agricoltura), nonché l’Unione Europea, che proporrebbe, secondo loro, una riduzione insufficiente dei dazi di importazione per le merci agricole, informa l’agenzia RIA Novosti.
    I Paesi industrializzati, da parte loro, chiedono agli Stati emergenti di concedere loro un regime più favorevole di accesso al mercato delle merci manufatte.
    Dalla nuova crisi, quindi, è cominciato a Ginevra un nuovo tentativo di far uscire dalla grave impasse il round Doha dei colloqui del WTO mirati alla liberalizzazione del commercio internazionale. I ministri di oltre 40 Paesi, riunitisi a Ginevra il 30 giugno, non sono riusciti a progredire in nessun modo. Il direttore generale del WTO Pascal Lamis ha definito “critica” la situazione ed ha invitato le parti a superare la crisi attuale e a compiere i passi necessari ad allontanarsi “dall’orlo dell’abisso”.
    Secondo quanto comunicano i circoli diplomatici, il fallimento del primo giorno sarebbe stato dovuto alla mancanza di nuove iniziative e al fatto che i partecipanti all’incontro non volessero arrivare a compromessi su nessun punto. Gli Stati industrializzati più importanti, da parte loro, cercano di ottenere dai Paesi emergenti un’ulteriore riduzione delle tariffe di importazione per i prodotti manufatti e i servizi finanziari, mentre i Paesi in via di sviluppo chiedono ai ricchi Stati occidentali una notevole riduzione delle sovvenzioni al settore agroindustriale nazionale. Il Doha round delle trattative si è aperto nel 2001 e deve avere termine nel prossimo dicembre. Ma, come si osserva presso il WTO, le parti sono ancora molto lontane persino da un accordo preliminare.
    In cerca di una via d’uscita, il 1 luglio Lamis ha condotto addirittura un incontro con i rappresentanti del Gruppo dei 6, di cui fanno parte gli USA, l’Unione Europea, il Giappone, il Brasile, l’India e l’Australia. Proprio all’interno di questo gruppo di Paesi deve essere trovato un compromesso relativo al Doha round dei colloqui. La riunione dei ministri è proseguita anche il 2 luglio. Alla fine, i ministri si sono dovuti arrendere all’evidenza: le trattative nell’ambito del WTO sono finite in un’impasse.
    Nessuno sa come se ne possa uscire. La posizione della Russia è chiara: “pensarci prima per non pentirci poi”. Ci si domanda allora: ma la Russia ha veramente bisogno di entrare nel WTO? Tale questione è stata ampiamente discussa nelle ultime settimane, e alla fin fine si e’ caduti anche nel retorico. Alcuni giorni fa Vladimir Putin ha avvisato addirittura che la FR avrebbe rifiutato di onorare gli impegni già assunti relativi al WTO se non dovesse trovare un’intesa con gli USA sul proprio ingresso in quest’organizzazione. Secondo quanto ha detto il capo dello Stato il 4 luglio, durante l’incontro con gli imprenditori, ora è ovvio quanto poco interessante sia diventato per la Russia entrare in quest’organizzazione. “Se per qualche motivo non riuscissimo ad ottenere un’intesa, ci libereremo non solo dagli impegni che abbiamo preso, ma anche da quelli che già onoriamo senza ancora essere entrati nell’organizzazione, ha constatato il Presidente durante l’incontro con i giornalisti.

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