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Numero 6(51)
Trovare la coppia per la Torre Eiffel
Al museo in via Volkhonka gli oggetti esposti sono divisi in coppie


    La mostra “Dialoghi nello spazio culturale” è una novità nelle museografia russa.
Si tratta di un’esposizione nella quale il ruolo organizzatore degli esperti d’arte e curatori si è trasformato in una creazione di per sé. La mostra è organizzata su iniziativa della direttrice del museo Irina Alexandrovna Antonova. E’ così che la dirigente di uno dei migliori musei russi festeggia il proprio anniversario.
    La sostanza dei dialoghi sta nel confronto tra due o più opere d’arte di culture e tempi diversi. A comporre ed a motivare questi cocktail culturali sono stati esperti d’arte scelti dalla direttrice del GMII. A detta di Antonova gli specialisti erano liberi di scegliere i temi come un qualsiasi visitatore del museo.
    Ne è risultata un’esposizione dove “La ragazza sulla sfera” di Picasso sta assieme ad un cucchiaino da toeletta egizio con l’immagine di una ragazza al loto, mentre un calco di un vaso ateniese del VIII secolo a. C. è abbinato ad una foto della Torre Eiffel ecc. Accanto agli oggetti esposti ci sono spiegazioni testuali assai estese, opera degli esperti d’arte. Sono parte imprescindibile della mostra, necessaria per capire i concetti d’autore. Così nella prassi della consueta osservazione dalla parte del pubblico, si introduce uno sforzo di percezione comparata delle opere, e alla serie visuale si aggiunge quella testuale. In tal modo sono in corso più dialoghi contemporanei: tra le opere d’arte stesse, tra lo specialista e le opere d’arte e tra lo spettatore e la composizione intera e le sue parti. Si prova a far lavorare lo spettatore, a farlo partecipare alla mostra con le forze intellettuali e spirituali.
    Non tutti i confronti si sono rivelati interessanti, pochi sono inattesi. Gli specialisti cercavano il consimile ed il differente nei soggetti, nella costituzione formale, nelle composizioni e nei motivi. Molti testi peccano di asciuttezza del linguaggio critico ma se lo spettatore riesce a farsi largo attraverso la palizzata dei dettagli, prenderà diletto di un vasto panorama d’idee che attraversano secoli e paesi e riempiono lo spazio della mostra.
    Messo a parte un tentativo di abbandonare il formato standard delle fiere, di renderle più interessanti, si tratta di una meditazione sul tema del museo del futuro. Dato che la vita qua attorno cambia, perché un museo dovrebbe rimanere una conservatoria immutabile d’arte con una noiosa sospensione cronologica degli oggetti? In tutto il mondo i musei cercano di intraprendere revisioni e di assolvere i propri compiti in maniera insolita. Il Museo delle Belle arti Puskin si sforza di stare al passo con l’avanguardia del pensiero degli esperti d’arte ma per il momento non fa che passi timidi oltre la strada percorsa per secoli dai musei.

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