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Numero 1(106)
“Marcia dei dissenzienti” a San Pietroburgo
Tutti insieme, contro
Le prime proteste di massa contro il potere di Putin in 7 anni. Il governo fa finta che non sia successo niente


    Il 3 marzo a San Pietroburgo si è svolta una “Marcia dei dissenzienti” a cui hanno partecipato membri del partito nazionale bolscevico, del Fronte unito civico e dell’Avanguardia dei giovani rossi. Ha aderito alla manifestazione anche il partito “Yabloko”, non ammesso alle elezioni dell’Assemblea legislativa di Pietroburgo, nonché altre forze politiche d’opposizione. Secondo varie stime, a scendere in piazza sarebbero state da mille a cinquemila persone. A detta di Yulja Malyševa, la leader dell’Unione popolare democratica dei giovani, al corteo avrebbero partecipato 15 mila persone.
    I leader dell’associazione d’opposizione “Drugaja Rossija” (Altra Russia) avevano dichiarato alla fine di febbraio di voler organizzare una marcia a Pietroburgo. Tra le rivendicazioni formali di “quelli che non sono d’accordo” c’erano l’abolizione degli emendamenti che hanno reso più dura la legislazione sulle elezioni, la limitazione dell’aumento delle tariffe dei servizi comunali, nonché la chiusura del progetto di costruzione del grattacielo “Gazprom-city”. Ma il senso generale della manifestazione è stato espresso assai meglio dagli slogan dei manifesti scanditi dai dimostranti: “Putin, vergognati”, “Abbasso Matvienko”, “Russia senza Putin”, “No allo Stato poliziesco”. Era difficile, infatti, che i liberali decidessero di riunirsi con i nazional-bolscevichi solo per far abbassare le tariffe dei servizi comunali o per salvaguardare la silhouette architettonica di Pietroburgo.
    Le autorità di San Pietroburgo hanno vietato al corteo di manifestanti di attraversare il Nevskij prospekt, affermando che un blocco della strada principale del centro avrebbe potuto causare disturbi ai cittadini. Ai “dissenzienti” è stato quindi proposto di fare un comizio localizzato nei pressi della stazione Finljandskij. È difficile peraltro che i pietroburgesi siano stati disturbati di meno in occasione dei festeggiamenti del 23 febbraio, allorquando di vie ne erano state bloccate ben 50.
    Valentina Matvienko ha rilevato che a tutte le forze politiche viene concessa la possibilità di esprimere il proprio parere, purché in maniera civile. La governatrice ha definito “la marcia dei dissenzienti” una provocazione organizzata con i soldi degli oligarchi caduti in disgrazia e degli ospiti estremisti venuti dalla capitale. Matvienko si è scandalizzata per il cinismo degli organizzatori dell’iniziativa, che hanno invitato la gente a far partecipare alla marcia anche i genitori anziani e i bambini. Gli oppositori non avevano ottenuto l’autorizzazione al passaggio sul Nevskij, e hanno pensato di poterne fare a meno. La folla, riunitasi verso mezzogiorno vicino alla sala “Oktjabrskij”, poco dopo si è trovata sul Nevskij prospekt, dove le forze della polizia e dell’OMON, concentrate nel centro della città hanno fatto un tentativo di bloccare il corteo. La manifestazione quindi, durata due ore, più che di una dimostrazione politica ha preso le sembianze di una rissa fra la folla e i poliziotti. Il sito “Fontanka.ru” comunica che durante la dispersione del corteo sarebbero stati usati manganelli e candelotti lacrimogeni, e che in tutto nella zona del Nevskij prospekt sarebbero state concentrate circa 25 vetture speciali. I manifestanti si opponevano con decisione ai poliziotti. I testimoni oculari dicono di aver visto come venivano malmenati i poliziotti.
    Di fronte a singoli gruppi di persone hanno parlato i leader dei movimenti d’opposizione: Garry Kasparov, Serghej Udaltsov, Olga Kurnossova, deputato dell’assemblea legislativa di San Pietroburgo, Serghej Guljaev e l’ex primo ministro della Russia Mikhail Kassyanov che ora è capo del Fronte popolare democratico. Udaltsov, Kurnossova e Guljaev sono stati arrestati dalla polizia. Guljaev ha riportato lesioni. Secondo quanto comunicano i testimoni oculari, il deputato sarebbe stato trascinato via a viva forza dai gradini di una scala, sbattuto a terra e colpito alla testa. Kassyanov invece, dopo l’intervento di fronte a un gruppo di manifestanti, si è affettato ad andare via prima dell’inizio della rissa: nessuno degli altri leader della “marcia dei dissenzienti” dimentica di farlo notare nelle proprie interviste. I fatti che hanno avuto luogo nel centro di Pietroburgo hanno ricevuto una risonanza mediatica statale minima. Secondo i dati ufficiali, i manifestanti sarebbero stati circa 800. Ma i testimoni oculari, che ancora discutono in modo attivo i fatti del sabato nei blog, paragonano le vicende a un film dell’orrore con tantissimi uomini in maschera. “In tutta la manifestazione c’era la sensazione che nessuno sapesse cosa doveva fare e perché (compresi i piedipiatti)”, scrive un blogger. Rimpinguava le file della polizia la gente di opinione politica contraria: dai nazisti ai liberali, nonché passanti casuali.
    Secondo i “dissenzienti”, alcuni militanti sarebbero stati fermati ancor prima dell’inizio della manifestazione, come per esempio Eduard Limonov, il leader dei nazional-bolscevichi. Il giorno dopo la “marcia” un tribunale conciliatore di San Pietroburgo ha inviato il suo caso a Mosca per farlo esaminare dai giudici del luogo di residenza di Limonov. Il leader del Partito nazionale bolscevico è accusato di aver organizzato una manifestazione di protesta non sanzionata e di aver bloccato le vie di comunicazione pubbliche.
    Corre voce che gli agenti della Direzione per la lotta alla criminalità organizzata (UBOP) siano andati a casa dei potenziali partecipanti alla manifestazione, effettuando perquisizioni e ordinando loro di firmare delle garanzie scritte nelle quali si dichiarava che non avrebbero partecipato alla manifestazione. In particolare, zateriannyi_mir, un utente del Live Journal, nel suo diario della rete fa sapere che gli agenti dell’UBOP avrebbero obbligato a scendere dal treno un gruppo di nazional-bolscevichi che si stavano avviando a Pietroburgo da Petrozavodsk. Secondo le informazioni dell’user, quattro giovani sarebbero stati portati nel bosco e malmenati.
    Garry Kasparov, il leader del Fronte civico unito, ha detto nell’intervista rilasciata alla radio “Eco di Mosca” che i rappresentanti degli organi tutori della legge avrebbero fermato alcune centinaia di partecipanti al corteo. Secondo il sito “Fontanka.ru” nei reparti della polizia sarebbero stati portati anche alcuni giornalisti.
    Stando ai dati della Direzione generale per gli affari interni (GUVD) di San Pietroburgo, in tutto sarebbero state fermate circa 100 persone. Alcuni militanti sarebbero stati condannati a 15 giorni di arresti.
    La “Marcia dei dissenzienti” svoltasi nella Capitale del Nord è ormai la seconda organizzata dall’“Altra Russia”. La prima aveva avuto luogo a Mosca a dicembre del 2006. A gennaio del 2007, sul sito del movimento “Altra Russia” è stato pubblicato un comunicato stampa, in cui si informava che il comitato organizzativo della “Marcia” avrebbe funzionato in modo costante.

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