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Numero 1(106)
Il dollaro meglio della diplomazia
Kirienko non vede i copechi. Larigiani: ho gia dato


    A metà marzo 2007, la Russia e l’Iran, partners di lunga data nel comparto energetico, si sono trovati ad essere sull’orlo di un conflitto dovuto alla questione inerente il finanziamento della costruzione della centrale nucleare a Busher ad opera di specialisti e tecnici russi. Mosca e Teheran si accusano a vicenda di aver mandato a monte il contratto.
    Le parti esprimono punti di vista assolutamente contrari sulla sostanza delle insorte divergenze. Mosca accusa l’Iran della sospensione dei pagamenti. Teheran, a sua volta, smentisce e accusa la Russia di tirare per le lunghe i tempi della messa in esercizio della Centrale.
    La costruzione della centrale di Busher fu iniziata nel 1975 dalla Siemens. Ma dopo la rivoluzione islamica del 1979, i lavori furono sospesi. La centrale nucleare fu bombardata alcune volte durante la guerra contro l’Iraq durata 8 anni. La Russia ha cominciato il progetto Busher nel 1998. I tempi della messa in esercizio della centrale sono stati rinviati più di una volta. I lavori di costruzione relativi agli impianti del primo blocco della Centrale Busher sono in mano a dodici società iraniane, vincitrici delle gare d’appalto. La supervisione tecnica è eseguita da specialisti russi. I lavori di montaggio sono a carico di subappaltatori russi.
    Secondo le stime di Mosca, il progetto permetterebbe all’Iran di risparmiare circa il 50% del costo di eventuali attrezzature integrate. La potenza della centrale sarà di un gigawatt. La Russia si è impegnata anche a fare da principale fornitore di combustibile nucleare a Teheran. La prima partita di combustibile doveva partire per la Repubblica islamica entro il 31 marzo.

La versione della Russia
    Gli esperti avevano fatto notare già a febbraio la possibilità di complicazioni relative al finanziamento della Centrale. All’inizio dell’anno, le banche iraniane avevano rifiutato di effettuare i versamenti in dollari, passando agli euro. Alla parte russa era stato proposto pertanto di ricevere i pagamenti per la costruzione della centrale in valuta europea.
    Mosca, in linea di massima ha accettato, con l’unica clausola di voler accludere al contratto stipulato in precedenza un’appendice riguardante tale questione. Gli specialisti russi sottolineavano che per la preparazione di tale documento sarebbe potuto occorrere un certo tempo. Dopo un mese di attesa, delle sorti del documento ancora non si sa niente.
    Una nuova spirale di contraddizioni concernenti il finanziamento del progetto si è generata a marzo. Al momento Teheran aveva già un debito di 50 milioni di dollari nei confronti della Russia. Per risolvere la situazione, è stato inviato a Mosca Saied Ali Hoseinitash, vice segretario del Consiglio supremo per la sicurezza nazionale dell’Iran, il quale ha aperto una trattativa con i colleghi russi ai primi di marzo. Ma l’incontro è stato inutile. L’andamento della discussione è stato caratterizzato da discorsi generici, in cui le parti sottolineavano la loro dedizione al processo della negoziazione.
    Il 14 marzo, commentando il suddetto negoziato, Mikhail Kamynin, portavoce del Ministero degli esteri della Russia, ha invitato l’Iran ad adeguarsi alle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU e del Consiglio amministrativo dell’Organizzazione internazionale per l’energia nucleare. Le “risoluzioni” sarebbero le intimazioni all’Iran da parte dell’ONU a sospendere l’arricchimento dell’uranio. Alla Russia un appoggio inatteso è giunto da Clay Cell, primo vice ministro del Ministero per l’energia statunitense. Egli ha approvato la posizione dura della Russia relativa alla costruzione della Centrale atomica a Busher. Cell, inoltre, ha rilevato come Washington e Mosca nutrano gli stessi timori in merito al programma nucleare di Teheran. Attualmente all’ONU si medita sull’approvazione di una mozione ancora più dura per l’Iran. Viene preparata dal Regno Unito, dalla Francia e dalla Germania. La bozza del documento è stata approvata anche dagli Stati Uniti. Il documento prevede, in particolare, di vietare ai Governi di concedere crediti a Teheran, nonché di imporre l’embargo sulle forniture di armamenti pesanti.

La versione dell’Iran
    L’Iran molto semplicemente rifiuta in maniera assoluta di avere indugiato nei pagamenti. Secondo la leadership di governo della Repubblica, la Russia starebbe ricevendo tutti i soldi dovuti. Secondo Ali Larigiani, segretario del Consiglio supremo per la sicurezza nazionale dell’Iran, Mosca è tenuta a mantenere i suoi impegni contrattuali. “Non siamo d’accordo con chi dice che l’Iran sia responsabile del fallimento delle trattative inerenti alla costruzione della Centrale atomica a Busher. La sua costruzione procede in conformità al piano dei lavori. Se la parte russa ha qualche appunto da fare inerente la costruzione della Centrale, deve formularlo con precisione. Da parte della Russia a noi non è stata presentata ufficialmente alcuna dichiarazione”, cita le parole di Larigiani l’agenzia Iran News.
    Il funzionario ha anche smentito alcune notizie diffuse dai mass media della Repubblica islamica secondo le quali la Russia condizionerebbe il completamento della costruzione dell’impianto esortando l’Iran, ad adempiere alla risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’ONU sulla sospensione dell’arricchimento dell’uranio. “L’Iran on ha ricevuto dalla Russia messaggi di questo tipo”, ha rilevato Larigiani.
    Commentando la possibilità di pubblicare i documenti che comproverebbero la spedizione dei pagamenti alla parte russa, il funzionario ha affermato che “l’appianamento delle divergenze è più importante della pubblicazione dei documenti”. A detta di Larigiani, bisogna agire ispirandosi alle norme legali.
    “Le promesse fatte dal Governo russo devono essere mantenute in tempo, per realizzare altri progetti economici”, ha sostenuto Larigiani. A livello mondiale, secondo, lui, non esisterebbero fornitori di combustibile nucleare che possano offrire garanzie di affidabilità. Il desiderio del Paese di produrre in modo autonomo il combustibile nucleare sarebbe dovuto semplicemente a ciò.

Risultato
    Nel momento in cui si scrive questo articolo, la parte russa ha rilasciato un’altra dichiarazione. Vladimir Pavlov, capo del consiglio direttivo dell’“Atomstrojexport” ha confermato ufficialmente la notizia inerente il rinvio della messa in esercizio della Centrale di Busher. Per ora l’avviamento della Centrale nucleare è rinviato di due mesi, cioè al 1 novembre.
    Questo significa che slitterà di due mesi anche la data di consegna del combustibile nucleare che la Russia doveva spedire in Iran entro il 31 marzo. Il contratto stabilisce che il combustibile debba essere spedito in Iran sei mesi prima della messa in esercizio della Centrale atomica. Il combustibile nucleare di scarico, sempre secondo il contratto, deve essere restituito a Mosca.
    La questione degli avvenuti o mancati pagamenti verrà affrontata il 12 marzo in trattativa nella sede di Teheran dell’“Atomstrojexport”. Vi prenderanno parte l’”Atomstrojexport”, appaltatore generale della costruzione della Centrale atomica di Busher e i rappresentanti di governo dell’Iran. L’Atomstrojexport, del resto, per ora non ha intenzione di sospendere la costruzione della prima centrale nucleare iraniana.

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