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Numero 9(54)
Infermita’ mentale al colonnello

    Sembra che le indagini relative al caso del colonnello Juri Budanov, accusato di aver ucciso una ragazza cecena Elsa Kungaeva, siano giunte al termine.
    Va ricordato che già a marzo del 2000, Juri Budanov, comandante del 160 reggimento di carriarmati era stato arrestato con l’accusa di aver ucciso una giovane cecena di 18 anni. Nel corso dell’investigazione, Budanov ha dichiarato di aver strangolato la ragazza in preda ad una fortissima emozione, dopo aver saputo che lei era stata tiratrice scelta in un reparto dei guerriglieri.
    Il 14 marzo sono stati pubblicati i risultati della perizia (ormai quarta) nelle condizioni psichiche di Budanov. Gli esperti dell’Istituto della psichiatria legale Serbski hanno sentenziato che mentre commetteva l’omicidio, il colonnello non era capace di intendere e di volere e non controllava le proprie azioni, e che tale incapacità era iniziata già alla fine del 1999. Di conseguenza, il pubblico ministero Serghei Nazarov ha detto ai giornalisti che ora il colonnello, probabilmente, riuscirà ad evitare la responsabilità penale. E’ interessante che dopo la pubblicazione del matrimonio Budanov per la prima volta, durante il processo, ha riconosciuto apertamente l’omicidio commesso. Le conclusione dei periti va benissimo alle autorità, visto che permette di evitare sia uno scandalo internazionale (che sarebbe certamente sorto, qualora Budanov fosse stato assolto), sia lo scontento dei militari, molti dei quali apertamente definivano Budanov un eroe, cui si cerca di condannare in giudizio in base alle accuse false. La corte quasi di sicuro sentenzierà prossimamente di sottomettere Budanov alle cure coercitive, e dopo, il processo sarà presto dimenticato. Rimane una sola domanda: se potranno crederci i ceceni a cui è stato ribadito di essere cittadini della Russia e di poter contare sulla difesa giuridica adeguata dall’arbitrio dei militari.

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