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Numero 9(54)
Il ritorno dei Savoia

    Il 15 maggio, l’Italia ha intrapreso un’altra mossa per far tornare dall’esilio i membri della famiglia reale.
    Il Senato ha approvato la legge che permette agli eredi maschi dell’ultimo re di tornare in patria. Secondo la procedura assai intricata della restituzione della cittadinanza, è necessario che il problema del principe sia votato due volte sia dalla Camera, sia dal Senato.
    Il 15 maggio, la legge ha superato la terza delle quattro votazioni necessarie al Parlamento, che consente di apportare modifiche nella Costituzione del Paese. La quarta votazione deve svolgersi nella Camera dei deputati già a luglio prossimo. A favore delle modifiche nel testo della Costituzione, il paragrafo 13 della quale vieta di mettere piede sul territorio del Paese agli eredi della dinastia savoia e li spoglia di tutti i diritti nel Paese, hanno votato 187 senatori, 27 sono stati contrari, 13 si sono astenuti.
    Il sessantacinquenne Vittore Emanuele, figlio dell’ultimo re d’Italia Umberto II (che regnò solo un mese dopo l’abdicazione del padre, Vittore Emanuele III), aveva solo 9 anni quando lasciò il Paese. Suo figlio Emanuele Filiberto di 29 anni nacque e crebbe in Svizzera, senza aver mai visto la sua patria. Tutti e due hanno rinunciato a qualsiasi pretesa al trono e ad altri privilegi reali che contraddicano alla Costituzione repubblicana italiana, nonché agli immobili familiari della dinastia savoia. Inoltre, Vittore Emanuele ha promesso che lui stesso e suo figlio non si impegneranno mai in politica.
    I sondaggi dell’opinione pubblica dimostrano che il popolo vorrebbe riavere il principe. Anche il premier Berlusconi fa di tutto per far tornare Vittore Emanuele. Esiste pure la sentenza della Corte internazionale per i diritti umani a Strasburgo, che richiede all’Italia di abolire gli atti normativi, discriminanti nei confronti della dinastia savoia e violanti la Convenzione europea per i diritti umani.
    Per ogni eventualità, del resto, il Senato ha deciso di assicurarsi dagli imprevisti, proponendo di svolgere un referendum sul ritorno dei membri della famiglia reale, visto che anche la soppressione della monarchia nel 1946 avvenne in seguito ad un referendum. I risultati del referendum sono ben noti già adesso: gli italiani sono disposti ad accogliere Vittorio Emanuele. Il Senato, quindi, ha intenzione di spendere parecchi soldi, pur di togliersi ogni responsabilità. E’ interessante che poco prima, il Senato non aveva protestato in nessun modo contro la decisione di ospitare i guerriglieri palestinesi che erano rimasti un mese nella chiesa del Natale e sono inseriti nell’elenco dei terroristi pericolosi. Sembra che il principe di con suo figlio appaiono ai senatori uomini ben più pericolosi.
    Si può aggiungere che la risoluzione del caso in sviluppo positivo diventerà un precedente per il ritorno in patria dei membri di altre dinastie esiliate, come gli Asburgi austriaci o i Braganza portoghesi.

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