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Numero 10(55)
Il PIL cresce con i servizi

    I parametri principali della situazione macroeconomica nei primi quattro mesi di quest’anno, pubblicati dal Ministero dello sviluppo economico e del commercio, fanno pensare che nella struttura dell’economia russa accadano mutamenti notevoli.
    In particolare, i ritmi di crescita del PIL sono assai più rapidi dei ritmi di crescita della produzione industriale. Fino alla crisi del 1998, la crescita della produzione industriale distanziava notevolmente la crescita dell’economia: circa di 1-2 punti percentuali in forma annuale. Dopo la crisi, il distacco è divenuto ancora più rilevante, e negli anni 1999-2000 la crescita della produzione distanziava la crescita del PIL già di 3-4 punti. La situazione è cambiata nel 2001, quando con il 5% di crescita dell’economia, l’aumento della produzione industriale ha costituito solo il 5,2%. I risultati dei primi quattro mesi del 2002 appaiono proprio sbalorditivi: con l’aumento del PIL del 3,3%, l’industria è cresciuta solo del 2,6%.
    Queste cifre, evidentemente, significano che l’economia della Russia, finalmente, comincia a cambiare strutturalmente. La sua crescita in futuro dipenderà dalla dinamica del settore dei servizi: è una notizia veramente positiva. Non è un segreto che nei Paesi industrializzati il settore dei servizi accumula circa il 70% del PIL, mentre il contributo dell’industria nel funzionamento dell’economia non supera il 30%. In Russia, la proporzione per ora è diversa: il 54% per il settore dei servizi e il 38% per l’industria, ma è assai probabile che questi valori cambino notevolmente nei prossimi anni.
    Cosa significano questi mutamenti della politica economica? Anzitutto, l’economia della Russia diventerà meno sensibile al rafforzamento del cambio reale del rublo. Visto che i servizi vengono consumati principalmente in loco, per il mercato dei servizi la concorrenza da parte di produttori stranieri non è un problema. Lo sviluppo del mercato dei servizi semplifica notevolmente le funzioni della BC. Mentre prima il miglioramento della bilancia dei pagamenti costringeva la BC a riscattare sul mercato grossi quantitativi di valuta, ora il rafforzamento del cambio nominale del rublo avrà effetti meno distruttivi di prima per la crescita economica.
    Anche la lentezza del governo riguardo all’aumento di tariffe era, poi, dovuta al fatto che la crescita dei prezzi del gas e dell’energia elettrica comporterebbe la riduzione della produzione in alcuni settori industriali e quindi di ritmi di crescita più bassi. La riduzione dell’importanza della crescita industriale rispetto alla crescita di tutta l’economia dà al governo la maggiore possibilità di manovra nella politica tariffaria.
    Infine, lo sviluppo del settore dei servizi crea nuove possibilità relative alla ridistribuzione di risorse della manodopera e contribuisce all’occupazione. Lo sviluppo di imprese piccole e medie, il cui numero negli ultimi anni non aumenta, consentirà al governo di togliere gravi problemi sociali in tutto il Paese.
    Nel contempo, non vale la pena di pensare che i trend positivi delineatisi non abbiano bisogno dell’appoggio. Ci appare che l’ulteriore riduzione del peso fiscale sia estremamente importante per contribuire allo sviluppo di piccole e medie imprese. Sono importanti pure le misure mirate alla lotta alla corruzione, valutata recentemente dagli esperti del centro “Indem” di 33-37 miliardi di dollari. Rimane estremamente necessaria la legge sulla deburocratizzazione, che deve essere approvata dalla Duma in quest’anno, e che deve limitare le funzioni di sorveglianza di amministrzioni regionali. In altre parole, le decisioni del governo continuano ad avere la parte determinante: l’indugio in qualsiasi dei punti suindicati potrebbe rallentare i rispettivi processi positivi nell’economia, evidenziati dalla statistica.

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