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Numero 10(55)
Una partita di calcio finita in rissa
Per un’ora e mezzo il centro di Mosca è rimasto in preda aviolenti


    Il 9 giugno, la proiezione della partita Russia-Giappone sul maxischermo, installato sulla Piazza del Maneggio, ha comportato un pogrom, mai visto dal 1993.
    In pratica, era stato fatto di tutto per far scoppiare i disordini. A sorvegliare un enorme folla di ultrà (secondo varie stime, da 4 a 10 mila persone) sono stati circa 50 poliziotti. Si vendevano liberamente alcolici e superalcolici, anche in bottiglie di vetro, il che è categoricamente vietato nei grandi affollamenti. Secondo alcune informazioni, a catalizzare l’esplosione della violenza sarebbe stato uno spot pubblicitario, in cui un uomo di mezz’età squarciava con accanimento un’auto, mentre la goccia che ha fatto traboccare il vaso sarebbe stata la sconfitta della nazionale russa. I ragazzi ubriachi si sono messi a capovolgere e bruciare le macchine straniere e a rompere le vetrine in via Tverskaia, con particolare “attenzione” ai ristoranti giapponesi. Un altro gruppo di ultrà, senza trovare alcun’opposizione, fracassando tutto ciò che incontrava per strada, è arrivato a piedi fino alla stazione della metropolitana “Kitai-gorod”. E solo 40 minuti dopo (!) sono giunti i reparti dell’OMON, alla vista dei quali i teppisti si sono dispersi. Più tardi, di sera, un gruppo di teste rasate ha devastato un ostello vietnamita nel circondario Sud-Est di Mosca.
    Il danno, arrecato da questo baccanale, è enorme. La sede della Duma di Stato, secondo quanto ha riferito Aleksandr Lotorev, capo dell’Apparato della Camera bassa, ha subìto diversi guasti per l’ammontare di 300.000 rubli. Sono state rotte 227 vetrine e 39 porte negli edifici di diversi enti. Sono state devastate sei fermate di autobus e di filobus e 45 cartelloni pubblicitari. Secondo gli ultimi dati, in seguito ai disordini sono state ferite 72 persone, di cui 10 sono ricoverate, uno è morto per una coltellata. Sono stati feriti pure 18 poliziotti, di cui 11 sono ricoverati. Sono state scassinate circa 100 auto, sei sono bruciate. Su tracce fresche, sono state portate in questura più di 200 persone, la maggior parte delle quali, dopo alcune ore, sono state rimesse in libertà.
    La procura di Mosca ha avviato 3 procedimenti penali, relativi ai disordini. Contro circa 30 persone, inoltre, si è proceduto a diverse contravvenzioni, per infrazioni commesse nella metropolitana.
    Nel contempo, sono partite le indagini, su chi sarebbe stato il colpevole del fatto che in pieno centro di Mosca, a due passi dal Cremlino, infuriava una folla. Pronin, il capo della Direzione degli interni di Mosca, il giorno dopo ha presentato le dimissioni. Boris Gryzlov, ministro degli interni, del resto, come si attendeva, non ha approvato queste dimissioni, limitandosi a silurare Cemisov, il vice di Pronin. Tuttavia, i nuovi congedi potrebbero avvenire dopo la fine delle indagini interne, iniziate su ordine del ministro.
    Il sindaco di Mosca, Luzhkov, tornato con urgenza dalle vacanze a Cipro, ha dichiarato, d’altronde, di non aver niente da rimproverare ai polziotti, e che le azioni della polizia erano state regolari. Luzhkov insiste molto sull’ipotesi di una provocazione e addirittura di azioni organizzate di giovani “teste rasate”. Tale ipotesi è assai comoda per le autorità della capitale, dato che ne toglie ogni responsabilità per le soluzioni estemporanee, come l’installazione di maxischermi nel pieno centro della città, o l’autorizzazione a far vedere il famigerato spot pubblicitario. Nell’ufficio del sindaco si teme altresì che l’accaduto possa essere usato per ripulire la polizia della capitale dai dirigenti leali a Luzhkov.
    Comunque sia, gli eventi del 9 giugno hanno dimostrato una completa impreparazione professionale della polizia e dei servizi segreti russi che preferiscono tirare a casaccio e sono arrivati a dimenticare i principi fondamentali di lavoro con le folle dei giovani in generale e con i tifosi del calcio in particolare (la presenza di grosse forze dei tutori della legge, il divieto di vendere gli alcolici). L’impreparazione dei servizi segreti è dimostrata pure dall’appello del Ministero degli interni alla popolazione, con la domanda di fornire le videoriprese, fatte per gli usi personali, che sono chiamate ad integrare la mancanza di riprese della polizia e del FSB che dovevano essere effettuate necessariamente. Si può anche rilevare che, per la prima volta dal 1993, nel centro di Mosca è sparito ogni segno della polizia. Su piano politico, tali pogrom possono essere utili per coloro che sostengono la creazione di uno “Stato poliziesco”: loro già affermano che tutto era successo per la scarsità di poteri in mano allo Stato.

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