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Numero 11(56)
Il concerto abolito

    Pare che le autorità di Mosca operino secondo il detto “chi si scotta una volta, l’altra ci soffia su”.
    Citando il pogrom sulla Piazza del Maneggio e nelle sue vicinanze, le autorità di Mosca hanno definitivamente vietato di svolgere il concerto del gruppo tedesco Rammstein, programmato per il 19 giugno, riferendosi al rischio di una nuova azione di teste rasate. Non è stato però preso in considerazione un fatto evidente: che i partecipanti ai pogrom e gli appassionati del gruppo appartengono a strati della popolazione completamente diversi (gli emarginati non possono permettersi di pagare 500 rubli per un biglietto). Alcuni esperti sospettano che in questo modo l’amministrazione di Mosca realizzi una specie di censura, vietando, con qualsiasi pretesto, le iniziative culturali “non giuste”. Per confermare le proprie affermazioni, essi citano un’intera serie di tali proibizioni nell’ultimo anno: la corrida portoghese, il “Love parade”, il concerto di Ozzy Osborne (a proposito, ammesso nel Paese senza problemi dalle autorità comuniste nel 1989). Un altro motivo del divieto potrebbe essere il desiderio del sindaco di attirare l’attenzione del pubblico e della stampa sulla sua creatura prediletta: i Giochi mondiali della gioventù che dovevano svolgersi parallelamente alla tournée del gruppo. Tale attività del governo della capitale potrebbe costringere le rock-star occidentali, che anche prima non venivano spesso a Mosca, a cercare di evitare in tutti i modi l’appuntamento con la nostra città.

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