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Numero 13(58)
Disastri nei cieli estivi
Manutenzione inadeguata e incompetenza hanno provocato
due tragedie aeree in Ukraina e Russia


    Il 28 luglio, all’aeroporto Sknyliv di Leopoli si è svolto un grande spettacolo di aerei, dedicato al sessantesimo anniversario del 14° Corpo Avieri delle Forze Aeree dell’Ucraina.
    Durante i voli espositivi di aerei, 60-il caccia bombardiere Su-27 UB ha cercato di fare una figura acrobatica, detta “botte”, ma improvvisamente ha cominciato a perdere quota, ha toccato con un’ala le chiome degli alberi e, virando bruscamente, è precipitato contro la folla degli spettatori. L’apparecchio per un certo tempo ha continuato a procedere appoggiandosi sull’ala per poi esplodere. Il carburante in fiamme è schizzato dai serbatoi, capaci di parecchie tonnellate di cherosene, e grande parte dell’aerodromo si è incendiata. In seguito all’incidente sono morte 84 persone e 116 sono rimaste ferite. In Ucraina è stato dichiarato il lutto nazionale.
    La tragedia è stata subito usata dai politici dell’opposizione verso Kuchma, scaricando su di lui quasi la responsabilità personale per quanto era accaduto. Che la responsabilità sia personale o meno, proprio sotto l’attuale Presidente l’esercito ucraino si è ridotto all’ultimo grado dello sbandamento. I sostenitori del Presidente ucraino, a loro volta, accusano l’opposizione di voler cogliere fama per conto dei morti.
    Leopoli è diventata una caldaia sul punto di scoppiare: sono iniziati comizi antimilitari ed antirussi (entrambi i piloti, che erano riusciti a catapultarsi, hanno cognomi russi), con la richiesta di trovare e di punire i colpevoli: si sono dovuti addirittura traslocare i due piloti, che si trovano in uno stato di choc, in un ospedale a Vinnitsa, mentre i loro colleghi preferiscono camminare per la città in borghese.
    Lo stesso Kuchma in quest’atmosfera si è messo a cercare urgentemente i colpevoli esclusivamente, per chissà qual motivo, tra i militari (l’amministrazione civile di Leopoli, che doveva provvedere alla sicurezza dello spazio assegnato al pubblico, è rimasta stranamente fuori da ogni sospetto). Il Presidente si è dato anche alle rappresaglie, nonostante la promessa fatta in pubblico di aspettare i risultati del lavoro della commissione che esamina i motivi dell’incidente. Nel giorno stesso della tragedia, il Presidente dell’Ucraina ha silurato il generalissimo delle Forze Aeree Viktor Strelnikov, e il comandante del 14° Corpo Avieri Sergei Oniscenko. Seguentemente sono stati dichiarati i loro arresti, e l’instaurazione della causa penale a carico dei piloti. Il Ministero della difesa dell’Ucraina ha proibito tutti i voli dell’aviazione militare. Il giorno dopo, quando la magistratura si è messa a parlare della noncuranza dei militari e dei gravi errori nell’organizzazione dello show, il Presidente ha silurato anche Petr Sciuliak, capo dello Stato Maggiore, che al momento dell’avaria svolgeva le funzioni del Ministro della Difesa.
    Si è dimesso pure lo stesso Ministro della difesa, Vladimir Skidcenko. Ma Kuchma non ha accettato le sue dimissioni: per la mancanza di un valido sostituto o per qualche altro motivo. Forse perché potrebbero anche bastare, del resto, questi arresti e dimissioni, volti evidentemente ad allontanare dal Presidente i vertici dell’esercito, la cui responsabilità per le disastrose condizioni delle forze armate, tutto sommato, non è maggiore di quella dei politici. Anche perché ora emergono curiosi dettagli sull’accaduto. In particolare, i piloti hanno dichiarato sotto giuramento che la mappa di volo da essi ricevuta era notevolmente diversa da quella reale, che nei serbatoi dell’aereo c’era carburante in eccesso, e che hanno dovuto usare durante lo show un apparecchio diverso da quello che usavano nel corso degli allenamenti prima della festa aerea.
* * *

    Gli aerei non cadono solo in Ucraina. Nello stesso giorno, vicino all’aeroporto di Mosca Sceremetievo-1 è caduto un Iliuscin-86 senza passeggeri a bordo. Quasi tutto l’equipaggio è morto. Sono rimaste vive solo due hostess, che si trovavano nella parte della coda.
    A quattro giorni dalla caduta dell’Iliuscin-86, la direzione del Comitato aereo interstatale (CAI) ha riferito ai giornalisti i dettagli della tragedia. Rudolf Teimurazov, vice direttore del CAI ha fatto capire come i suoi dipendenti abbiano ricostruito ogni secondo del volo, dall’avvio dei motori al crollo e che ora siano al corrente quasi di tutto quanto successo all’aereo nel suo ultimo giorno. Secondo i dati presentati da Teimurazov, l’Iliuscin-86 si trovava in aria da quasi 80 secondi. L’aereo si è mosso alle 15.24 di Mosca. Visto che il volo era “tecnico” e la massa dell’Iliuscin non superava le 150 tonnellate, la rincorsa era molto lunga, e 38 secondi dopo essersi mosso l’apparecchio è decollato dalla pista. Per altri due secondi il volo è rimasto regolare, ma dopo, la prua si è messa ad puntare sempre più in su. Per gli ultimi 40 secondi, l’apparecchio è salito, aumentando molto velocemente l’angolo d’incidenza, e verso l’81 secondo, quando il rollio aveva raggiunto il punto critico, l’aereo è caduto dalla quota di 600 metri. Tutte le informazioni raccolte confermano l’ipotesi principale: l’Iliuscin-86 è caduto perché il suo stabilizzatore di coda si è spostato verso la posizione estrema (da – 3 a – 12 gradi). Ma perché ciò sia accaduto e da dove sia partito il comando di spostamento, Teimurazov e i suoi collaboratori per ora non lo sanno.
    E’ possibile, del resto, che il motivo sia la solita incompetenza: si è saputo che l’aereo, alla vigilia del volo, non era stato sottoposto all’obbligatorio esame tecnico.

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