Espresso
Q U I N D I C I N A L E   D I   I N F O R M A Z I O N E
Russian
Home Giornale Archivio Redazione Pubblicità Riferimenti
 
Numero 13(58)
Estate pazza: inondato il centro Europa

    Nella seconda decade di agosto, l’Europa Occidentale e Centrale hanno subìto un’infuriare mai visto del maltempo.
    Quasi tutti i fiumi più grossi d’Europa sono straripati. Piogge diluviali, cadute nella notte fra l’11 e il 12 agosto, hanno provocato un’inondazione nella regione federale austriaca di Salisburgo, e una situazione particolarmente grave si è creata nella stessa città di Salisburgo, dove si sono sommersi gli scantinati delle case e delle chiese, e i garage sotterranei.
    Allo stesso tempo, le piogge hanno provocato una brusca elevazione del livello del fiume Vltava nella Repubblica Ceca, e il 13 agosto l’inondazione ha raggiunto Praga: è rimasta sott’acqua la maggior parte della Città vecchia, palazzi del governo, stazioni ferroviarie, ponti. In seguito all’allagamento dello zoo, ne sono scappate tre foche. Il 14 agosto, a Praga sono state inondate 11 stazioni della metropolitana; e l’acqua ha coperto anche i tunnel. Nella capitale ceca il numero di vittime è aumentato anche per la testardaggine degli stessi abitanti della città, che non volevano evacuare a nessun costo, nonostante l’ordine delle autorità. Alla fine Vladislav Spindla, premier della Rep. Ceca, ha ordinato di far evacuare coloro che avrebbero opposto resistenza a viva forza. In tutto, sono state evacuate circa 200000 persone. Hanno subìto danni anche decine di città e paesi nel sopraccorso dell’Elba (Laba). Verso il 15 agosto, in seguito ad un’inondazione, vicino alla città ceca di Melnik, a 50 km da Praga si è formato un lago largo quasi 1,5 km. C’è da notare che la cisterna si è formata sul luogo in cui era andata a formarsi già nell’Ottocento, durante una simile inondazione.
    La prossima vittima del cataclisma è stata Dresda, dove infuriavano le acque dell’Elba che hanno accolto anche i torrenti venuti dalla Rep. Ceca. Nonostante che le dighe tedesche fossero pronte ad affrontare una tale furia dell’acqua, il suo livello presto ha superato i calcoli più azzardati dei costruttori: l’acqua si è elevata di 8 metri. Sono stati allagati monumenti di fama mondiale: la Pinacoteca, l’Armeria, il Teatro lirico, cattedrali e palazzi. In tutto, da Dresda sono state evacuate 20 mila persone. Nel contempo, in Baviera, le onde del Danubio, inneggiate in tante romanze, complicavano la vita alla popolazione, inondando case, dilavando le strade e distruggendo tutto ciò che incontravano. Il Danubio ha inondato il centro storico dell’antica città tedesca di Regensburg in Baviera.
    In Sassonia e in Baviera, oltre alle città, è stata gravemente danneggiata la campagna, soprattutto le fattorie degli imprenditori agricoli: vi è stato distrutto quasi il 40 percento del raccolto. Dopo la Sassonia, l’inondazione in Germania ha raggiunto la vicina terra federale del Sacksen-Anhalt. L’inondazione rischiava di inondare circa 350 fabbriche chimiche della città di Bitterfeld, e qualora questo caso si fosse avverato una parte notevole del Paese sarebbe rimasta avvelenata. Nella zona di Bitterfeld si sono concentrate le truppe antichimiche del Bundeswer.
    Le previsioni apocalittiche, del resto, non si sono avverate, e dopo Dresda il fiume si è inalveato da solo. L’unica azienda pericolosa ad essere danneggiata dall’inondazione è stata la grande fabbrica chimica “Spolana-Neratovitse”. Nel corso di quindici giorni, hanno avuto luogo alcune scariche di cloro nell’aria e nell’acqua. Ma i dirigenti del gigante chimico nascondevano accuratamente le dimensioni delle avarie. Gli abitanti dei centri abitati, situati vicino alla fabbrica, venivano informati sulla situazione della “Spolana” con un gran ritardo. Per questa riservatezza il direttore della fabbrica ha pagato con il suo posto. Per colpa delle inondazioni sono morte almeno 100 persone. Quelle città europee in cui l’acqua si è messa ad indietreggiare non possono uscire dal fango e dalle immondizie. Secondo le stime minime, solo in Germania il danno arrecato dall’inondazione è ammontato a 3 miliardi di euro. Il cancelliere della RFT Gerhard Schroeder ha promesso di rilasciare alle regioni danneggiate dal cataclisma 200 milioni di euro. La Rep. Ceca, in cui, secondo le stime preliminari, il danno arrecato ammonta a 800 milioni di dollari, si è già rivolta ai Paesi dell’UE con la domanda di rilasciarle aiuti umanitari per prevenire epidemie. Tra i primi a rispondere a questa domanda è stato l’esecutivo di Silvio Berlusconi. L’Italia ha intenzione di mandare a Praga un’autocolonna con 24 veicoli, 56 motopompe, 3 purificatori dell’acqua navigabile e più di 100 pompieri volontari. Firenze, gemellata a Dresda, ha manifestato la propria disponibilità di assistere la città tedesca nella sua lotta all’acqua per salvare i suoi tesori d’arte. Ciò è stato annunciato da Eugenio Giani, il vice sindaco di Firenze che ha espresso la compassione nei confronti di Dresda e dei suoi abitanti, promettendo, qualora fossero necessari, aiuti urgenti. I fiorentini che avevano vissuto una simile inondazione nel 1966, comprendono come forse nessun altro il dolore di coloro che vivono un tale dramma oggi, ha detto il vice sindaco.
    Come se non bastasse il diluvio, nell’Europa meridionale (in particolare, sull’isola Maiorca) sono cadute fitte nevicate, un fenomeno straordinario non solo per questa stagione, ma per questa regione in genere. In Italia, a causa delle piogge, la visibilità sulle strade è praticamente a zero, mentre Roma ha resistito con difficoltà ai colpi di un ciclone, perdendo centinaia dei suoi famosi pini e platani. Le zone del nord hanno affrontato le piogge più forti degli ultimi cinquant’anni.
    Qual è, allora, il motivo di questi orrori della natura? Alcuni esperti lo vedono nell’aumento di temperatura sul globo terrestre. Ma gli altri citano altre ragioni. Secondo alcuni, in particolare, il cataclisma in Europa è dovuto ai cicloni straordinariamente forti per la stagione estiva. Quanto ai meteorologi della CNN, essi vedono nell’attività umana il motivo delle dimensioni catastrofiche degli effetti dell’inondazione in Europa. Secondo loro, la terra non sarebbe capace di assorbire quella quantità di precipitazioni che sono cadute negli ultimi tempi. Ma mentre alcune regioni del nostro pianeta lottano con gli effetti delle piogge, altre calcolano i danni dovuti alla forte aridità. Secondo gli scienziati, si tratterebbe del ritorno di El Niòo. Così viene chiamato un fenomeno naturale che nasce di tanto in tanto nel Pacifico. Esso comporta l’aumento della temperatura delle masse acquatiche nella parte orientale dell’oceano Pacifico. Per questo cambia la direzione delle correnti oceaniche, che, a loro volta, cambiano la direzione dei venti e il quadro stagionale delle precipitazioni. Quattro anni fa, El Niòo si è mostrato come uno dei fenomeni naturali più disastrosi nella storia della climatologia. Sembra che questo ciclo si ripeta.
    Si dimentica, comunque, un altro motivo: la riluttanza delle autorità a spendere mezzi per programmi costosi mirati alla costruzione delle dighe. Proprio questo, a proposito, ha comportato l’allagamento di una parte notevole di Praga.

in alto <<  ARTICOLO PRECEDENTE      ARTICOLO SEGUENTE  >> in alto
ALTRI ARTICOLI DELLA RUBRICA "NEL MONDO"
Berlusconi a Rimini: avanti tutta ¦  FOTOREPORTAGE ¦  Aumenta l’inflazione ¦  E-government ¦  L’elenco Mitrokhin ¦  Europa: guerra con l’Iraq? ¦  La Ljudmila negata ¦  Occhio allo spaghetto solo uno su sette é Doc
Rambler's Top100    Rambler's Top100