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Numero 14(59)
Smolensk

    L’Espresso continua a raccontare delle antiche città russe. Ognuno di questi articoli è un invito a un breve viaggio da intraprendere un fine settimana. Quest’oggi l’itinerario si dirige a ovest di Mosca, a Smolensk.
   
La storia e la geografia
    La bellavista pittoresca di questa città attrae lo sguardo anche se passate solo davanti. Lungo tutta la strada dalla regione di Mosca a quella di Smolensk siete circondati dai tipici paesaggi russi: boschi, campi... e solo all’arrivo a Smolensk il rilievo cambia del tutto — dalla terra improvvisamente sorgono grandi colline scoscese. Una di queste è coronata da torri di fortezza e da cupole di chiese — ed è Smolensk, la parte antica della città.
    Quando e da chi fu fondata è ignoto ma si sa che Smolensk è più vecchia di Mosca, Vladimir, Suzdal, Yaroslavl, le più antiche città russe. Un tempo era il centro della tribù slava dei krivici e per la prima volta è menzionata negli annali nel 863 e già Smolensk è definita come una città grande e popolosa. Alla felice posizione sulle colline si aggiungeva la situazione geografica vantaggiosa — sul fiume Dnepr che colava alle falde delle colline, passava il famoso tragitto “dai variaghi ai greci” che univa il mar Baltico e il mar Nero.
    Qui il Dnepr oltre ogni immaginativa è un piccolo fiume in un profondo avvallamento tra le colline e in nessun modo annuncia la potenza che raggiungerà più in basso lungo il suo corso. Il fiume divide la città in due parti in maniera ben comoda al turista: tutto il centro storico si disloca sulla riva sinistra del fiume.

Le antichità
Le costruzioni più antiche della città risalgono al XII secolo — ai giorni d’oggi sono rimaste solamente tre chiese di quest’epoca, il resto fu distrutto nel corso delle numerose guerre. La più vecchia — la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo — sta vicino alla stazione ferroviaria e all’autostazione, sulla sponda destra del Dnepr. A parte questo monumento di grande interesse costruito nel 1146 e un’altra chiesa più recente, non c’è niente di rilevante in questa zona della città, per cui visitatele all’arrivo sul posto conviene trasferirsi decisamente sull’altra riva. Le due altre costruzioni antiche si trovano quasi di fronte alla Chiesa di Pietro e Paolo. La Chiesa di San Giovanni, degli anni 70 del XII secolo, fu notevolmente ampliata in seguito, mentre il tempio dell’Arcangelo Michele eretto alla fine del XII secolo si è conservato bene e ricompare in tutta la sua bellezza.

La fortezza
    Tra le città russe Smolensk è la più coperta di gloria militare. Le due potenti invasioni — napoleonica e hitleriana — hanno avuta una sensibile battuta d’arresto in questa città sulla via di Mosca. In entrambi i casi Smolensk diede tempo all’esercito russo di prepararsi alla difesa di Mosca, incassando l’urto dell’offensiva. Anche prima difendeva le terre russe contro gli invasori: i catafratti tedeschi, i polacchi e i lituani, e più volte si trovò distrutta e sfondata ma sempre dopo un assedio prolungato e una difesa eroica che perpetuavano la gloria della città stessa e di tutto l’esercito russo.
    Simbolo di potenza e fermezza guerriera, si ergono sull’alta collina le mura di Smolensk costruite a cavallo dei secoli XVI-XVII. Il grandioso cantiere (38 torri, lunghezza delle mura 6,5 km, altezza 10-12 mt, larghezza 5 mt) fu gestito dall’architetto Fedor Kon, nativo della città, che poco tempo prima aveva costruito le mura della Città bianca a Mosca.
    Delle mura restano moltissimi frammenti tra cui il più grande è lungo circa un chilometro. Dentro l’anello aperto dei resti delle mura si trova il centro storico di Smolensk. È divertente che in alcuni punti sia possibile salire sulle mura antiche, arrampicarsi per le scale strette e buie sulle torri, esaminare i dettagli della costruzione inedita, dare una occhiata attraverso le feritoie dall’altitudine vertiginosa giù ai piedi della collina. In questi punti le mura non sono custodite, per cui alcune torri sono fortemente imbrattate e ingombre di rifiuti, in più si stanno distruggendo sotto l’effetto delle forze naturali rendendo la passeggiata malsicura ma conferendo un certo romanticismo di abbandono al monumento.

Il centro
    A parte le mura, anche la cattedrale dell’Assunzione può essere definita il biglietto da visita di Smolensk. Nel XI secolo qui c’era la primaria residenza dei principi di Smolensk, e il primo edificio in pietra — la cattedrale dell’Assunzione — fu fondata nel 1101 da Vladimir Monomakh. Questo tempio si conservò fino al 1611 quando dopo un assedio di venti mesi la città fu occupata dal re polacco Sigismondo III e i difensori superstiti si fecero esplodere nella cattedrale di Monomakh. In memoria degli eroici abitanti di Smolensk, sul posto del vecchio tempio nel 1677 ne fu fondato uno nuovo. La costruzione si prolungò fino al 1772, e da allora l’edificio è rimasto praticamente invariato. L’enorme mole della cattedrale con le alte cupole, tipiche del barocco della Russia meridionale si eleva sul declivio di una collina ed è visibile da lontano. Dentro la cattedrale ci sono tante decorazioni scolpite e addirittura statue, insolite in una chiesa ortodossa, particolarmente impressionante è la grande iconostasi intagliata.
    Le lunghe passeggiate a Smolensk comportano un grande consumo di energia fisica, siccome si è quasi sempre a salire e scendere per i declivi. È facile accontentare la voglia che viene di mangiare un boccone e di riposarsi, al centro, per esempio in piazza Smirnova, svincolo principale in questa parte della città. Tra i piccoli locali che abbiamo provati per voi possiamo raccomandare il caffè “Le 12 sedie”, ma altre fonti consigliano il ristorante “Tsentralnyj”. Le ricerche di un buon posto per il pranzo possono costituire un divertimento a parte, una specie di lotteria: auguri di buona fortuna, dunque. Ristoranti cari non ci sono, per cui bisognerà rassegnarsi alla provinciale lentezza del servizio e la scelta misera di musica. Ma la cucina è tollerabile e i prezzi in confronto di Mosca sono ridicoli. Dopo essersi ristorati si può proseguire nel programma culturale.
    È molto ricca l’esposizione della Galleria d’arte, come qui è chiamato l’ex museo “Antichità russa”, regalato tempo fa alla città dalla principessa Tenisceva. Le opere dei migliori pittori russi riempiono le sale: Rokotov, Ajvazovskij, Repin, Serov, Korovin, Rerikh, Falk, Koncialovskij sono presentati nelle loro opere tutt’altro che peggiori. La collezione dell’arte degli anni 60 (di cosiddetto “stile austero”) rivaleggia per la qualità con i musei della capitale. Non meno rapisce una raccolta di icone e d’arte ecclesiastica decorativa e applicata —ci sono splendide icone del XV secolo, sculture di legno inedite.
    Inoltre al centro della città si può visitare il museo “Lino di Smolensk” dedicato ad uno dei più vecchi settori dell’economia di Smolensk, la coltivazione e lavorazione del lino. C’è ancora il Museo storico, il Museo della scultura S. T. Konenkov e la fucina municipale del XVII secolo ricreata. Serve di sfondo ai monumenti l’architettura del “classicismo” e del “barocco” staliniano in una versione provinciale abbastanza interessante. Tutto il centro della città è costruito in questo stile.

Talaskino
    L’ex podere della principessa Tenisceva menzionata qui sopra – patrona delle arti, collezionista, pittrice – rappresenta un interesse a parte. A Talaskino e Flenovo a cavallo dei secoli XIX-XX si riunivano i migliori maestri dell’epoca di stile liberty – Benois, Korovin, Rerikh, Wrubel, Maliutin ecc. Qui si trovava un centro di studio e di rinascimento delle tradizioni dell’arte decorativa e applicata russa. Pari al circolo di Abramtsevo Talaskino eseguì una parte importante nell’arte russa a cavallo dei due secoli.
    Dell’ex podere si sono conservate la chiesa dello Spirito Santo afferscata da N. Rerikh, la pittoresca “Casetta a torre” (entrambe le costruzioni furono progettate da S. Maliutin) e la casa poderale, esempio dell’empire in legno. Tutte le costruzioni si trovano al villaggio di Flenovo. Di Talaskino non è rimasto purtroppo niente anche se è proprio lì che si trovava il centro del podere ed è proprio questo nome che passò nella storia dell’arte russa.
    Si può raggiungere Talaskino-Flenovo con l’autobus ma meglio con la macchina (20 km da Smolensk) perché gli autobus non rispettano troppo gli orari. In tutto, un viaggio al podere di Tenisceva vi prenderà una mezza giornata.

Gli alberghi
    Due giorni sono sufficienti per visitare Smolensk e Talaskino. È più conveniente fermarsi in uno dei tre alberghi disposti al centro storico: “Tsentralnaja”, “Smolensk” e “Rossija”. Quest’ultimo è il più moderno ma da lì c’è un po’ più di strada da fare per raggiungere le principali curiosità.

La strada
    Da Mosca a Smolensk ci sono 400 chilometri circa. Ci si può andare col treno dalla stazione Bielorusskij. I treni partono abbastanza frequentemente, soprattutto la sera. Il percorso dura 5-6 ore, quindi ha senso prendere il biglietto per il treno più lento se volete fare una buona dormita.
    Esiste anche un’autolinea Mosca-Smolensk ma questo è un piacere incerto. Forse sono tanti i patiti dei lunghi viaggi in autobus? Un altro mezzo è l’automobile e in questo caso vi sarà più facile visitare Talaskino e le altre curiosità dislocate nelle vicinanze, per esempio il podere del compositore M. I. Glinka.

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