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Numero 14(59)
La Finanziaria 2003:
è ora di spendere la riserva finanziaria


    Il 26 settembre, la Duma discuterà, in prima visione, la Finanziaria 2003.
    Alla vigilia della discussione, l’attenzione dei deputati si è concentrata anche sul budget di quest’anno: dall’entità del proficit dipendono l’ammontare delle riserve finanziarie e la stabilità del bilancio 2003.
    A luglio, il governo ha ridotto la previsione relativa al proficit del bilancio dall’1,6% allo 0,5% del PIL, cioè di 3 miliardi di dollari. In seguito alla pubblicazione di indici economici di luglio sorprendentemente alti, la previsione è stata aumentata fino allo 0,7% del PIL, ma essa rimane notevolmente più bassa della cifra programmata inizialmente.
    La diminuzione della previsione è dovuta ad entrate fiscali più basse del previsto, il che, a sua volta, dipende dall’ammanco dei pagamenti concernenti la tassa sugli utili (gli utili netti delle aziende sono diminuiti). Secondo i dati del Comitato statale per le statistiche, nel primo semestre del 2002 il totale degli utili consolidati delle aziende si è ridotto, rispetto al periodo corrispondente dell’anno scorso, del 45%. Proprio per questo motivo, la parte reale delle entrate fiscali nel budget 2002 si è trovata ad essere inferiore al livello programmato dello 0,4% del PIL.
    Nel contempo, sono incrementate le uscite non relative agli interessi, dal 12,6% programmato inizialmente al 13,7% del PIL. Tale fenomeno dovrebbe essere dovuto alle crescenti pressioni da parte delle autorità regionali che cercano di non ammettere il deficit dei bilanci locali.
    Il mancato conseguimento dell’obiettivo concernente il proficit del bilancio è un problema per il governo: si prevedeva di iniziare il 2003 con una riserva finanziaria che ammontasse a 5 miliardi di dollari, ma secondo i dati relativi ai primi di maggio dell’anno corrente, questa riserva ammontava solo a 1,5 miliardi di dollari. La contrizione del proficit budgetario programmato di 3 miliardi di dollari ha costretto il governo ad aumentare il volume presumibile di prestiti interni: il Ministero della finanza ha intenzione di procacciarsi una cifra pressappoco uguale, piazzando Obbligazioni del prestito federale (OFZ).
    Nonostante la crescita del volume di prestiti programmata sul mercato interno, non ci attendiamo un sostanziale aumento della redditività delle obbligazioni statali. Secondo le stime, nell’anno corrente il Fondo nazionale delle pensioni avrebbe intenzione di investire negli strumenti a rendimento fisso circa 1,2 miliardi di dollari (alla prima metà del 2002 sono già stati stanziati 0,5 miliardi di dollari). Siamo dell’opinione che i soldi del Fondo pensioni appoggeranno il mercato e consentiranno al Ministero della finanza di coprire con minori spese la mancanza di mezzi, venutasi a creare in seguito alla riduzione del proficit budgetario.
    Il progetto della Finanziaria 2003 è preparato in base agli orientamenti macroeconomici realistici. Si prevede che il prezzo medio del petrolio Urals sarà di 21,5 dollari per barile: di conseguenza, le riserve della Banca Centrale nell’anno prossimo devono aumentare di 1,7 miliardi di dollari. La maggiore incertezza nasce dal fatto seguente: se i tassi d’interesse sul mercato internazionale rimarranno bassi, le aziende russe cercheranno attivamente i mezzi all’estero, mentre la Banca Centrale sarà costretta a comprare la valuta pregiata per prevenire un rafforzamento troppo veloce del cambio reale del rublo.
    Secondo le stime, con l’inflazione ammontante al 10%-12%, il rublo, in forma reale, deve rincarare del 3%-4%. Considerato che nel 2003 il governo ha intenzione di limitare al 20% la crescita sommata delle tariffe del gas, potrebbe succedere che si realizzi anche la previsione ufficiale relativa all’inflazione. In tal caso, diventerà ben conseguibile anche quella crescita del PIL del 3,4%-4,4%, sulla quale si basa il progetto del budget.
    Ciononostante, i parametri principali del budget saranno cambiati in conformità al risultato delle discussioni nella Duma. La prima revisione si svolgerà il 25 settembre. I deputati probabilmente si pronunceranno a favore dell’aumento di uscite non relative agli interessi (le elezioni politiche avranno luogo nel dicembre del 2003). Secondo lo scenario più probabile, l’aumento delle uscite non relative agli interessi costringerà il governo ad aumentare l’obiettivo concernente le entrate fiscali, visto che l’esecutivo cercherà di non ammettere una contrizione del proficit già basso, previsto nel progetto del budget 2003 (0,6% del PIL).
    Nel corso dell’imminente discussione della Finanziaria nella Duma, particolare interesse sarà suscitato dalla questione relativa ai prestiti esteri. Nel 2003, i pagamenti da effettuare, relativi al debito estero, potrebbero ammontare a 14,6-15,5 miliardi di dollari (a seconda del cambio euro/dollaro). Di conseguenza, il totale dei pagamenti (compreso il debito interno) ammonterà a 17,9-18,8 miliardi di dollari. Il governo, intanto, ha le seguenti fonti di finanziamento:
    1.Il proficit primario del budget, che, a seconda dei prezzi del petrolio, costituirà $7,3-10,3 miliardi; la riduzione di 1 dollaro del prezzo del barile (rispetto al prezzo medio 21,5 dollari, previsto nel budget) costa alla Russia un miliardo di dollari, in confronto alle entrate budgetarie previste;
    1. La vendita dell’oro e dei diamanti per l’ammontare di circa 600 milioni di dollari;
    2. L’utile proveniente dalle privatizzazioni, ammontante a 1,5 miliardi di dollari, compreso 1 miliardo ottenuto dalla vendita dei pacchetti pubblici nella Slavneft e nella Sviazinvest;
    3. Prestiti sul mercato interno per l’ammontare di 4,8 di dollari;
    4. E, infine, la riserva finanziaria, che, secondo la nostra stima più ottimistica, a maggio del 2002 ammontava a 3 miliardi di dollari. Attualmente, la riserva finanziaria ammonta solo a 1,5 dollari.
    Con il concorso di circostanze più favorevoli, la Russia forse riuscirà ad evitare i prestiti esteri e ad usare solo 1 miliardo di dollari dalla riserva finanziaria. In tal caso il governo potrebbe non emettere le euroobbligazioni (se ci fosse una congettura sfavorevole sul mercato estero). Nella peggiore delle ipotesi, il governo dovrà usare tutta la riserva finanziaria, nonché accedere ai mercati internazionali o ai creditori sovrani (governi dei Paesi occidentali), per farsi prestare dei soldi. Ma anche in questo caso la dipendenza della Russia da prestiti esteri nel 2003 non sarà forte.

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