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Numero 15(60)
Economia: due anni di riforme portano frutti

    Il 2002 è, in un certo senso, un anno di transizione. Finisce il periodo delle riforme attive avviate dopo l’entrata in carica di Vladimir Putin, e gradualmente emergono in primo piano i fattori politici. E’ forse già arrivato il momento giusto per dare un giudizio sui cambiamenti realizzati negli anni 2001-2002.
    Nei due anni precedenti, le riforme si sono svolte prevalentemente in tre settori: quello degli istituti finanziari, quello industriale e quello legislativo. Il maggiore progresso è stato conseguito nella prima sfera, che include la riforma fiscale, la riforma del sistema pensionistico e assicurativo e la riforma bancaria.
    Nell’ambito della riforma fiscale, il governo russo negli ultimi due anni, oltre a ridurre il peso fiscale dal 45% del PIL al 35% del PIL, ha operato anche una certa semplificazione del sistema fiscale, oltre a cambiare la distribuzione tra diversi livelli del potere. In particolare, sono state abolite le imposte sugli affari ed è stata ridotta l’imposta sugli utili dal 35% al 24%; inoltre, la scala progressiva è stata sostituita con il tasso costante del 13%. Il budget russo, del resto, continua a dipendere notevolmente dal settore petrolchimico: le entrate provenienti dalle imposte indirette sui prodotti petrolchimici ammontano al 4% del PIL e superano di due volte le entrate analoghe nei Paesi dell’Europa Occidentale; e un’altra fonte importante di entrate erariarli è l’imposta sul sottosuolo. In altre parole, nonostante la riduzione complessiva del peso fiscale, per ora ciò ha comportato solo una maggiore dipendenza del bilancio dai prezzi del petrolio.
    La riforma delle pensioni è stata lanciata in Russia nel gennaio del 2002. Il suo obiettivo principale è stato quello di passare dal sistema di pensioni “distributivo” a quello risparmiatore. Quest’anno i contributi dei risparmiatori ammonteranno a più di un miliardo di dollari, mentre l’anno prossimo dovranno costituire quasi due miliardi di dollari. Nel contempo, notevoli mutamenti sono ancora da realizzare, per rendere il sistema pensionistico russo più vicino a quello occidentale; si tratta anzitutto di creare un sistema di conti pensionistici personali, che per il momento non esiste, nonché di creare un sistema di investimenti della parte risparmiatrice delle pensioni con la partecipazione dei fondi pensionistici privati. Oggi invece il Fondo statale delle pensioni mantiene il monopolio sia per la riscossione, sia per l’investimento dei mezzi pensionistici.
    La riforma assicurativa inizia dal 2003 e consisterà di due elementi. Sarà introdotta, in primo luogo, la nuova tassazione degli schemi dell’assicurazione sulla vita, che ridurrà l’attrattiva degli schemi assicurativi sommersi che sono stati usati per pagare gli stipendi. In secondo luogo, dal luglio 2003 sarà introdotta l’assicurazione obbligatoria delle auto, che aumenterà il costo del mercato dell’assicurazione delle auto da 40 milioni di dollari a un miliardo e mezzo.
    Si delineano, infine, alcuni cambiamenti positivi nella realizzazione della riforma bancaria. La comparsa della nuova squadra nel management della Banca Centrale ha portato dei notevoli cambiamenti nella visione e nelle priorità di novazioni bancarie. Come nella vecchia versione della riforma bancaria, si presta una grande attenzione alla creazione di un meccanismo dell’assicurazione dei depositi, il quale consentirà di eliminare il monopolio della Sberbank, che controlla il 79% del mercato dei depositi bancari. D’altra parte la nuova équipe della Banca Centrale ha intenzione di irrigidire notevolmente le norme di controllo della qualità del capitale bancario: tale provvedimento non esisteva nella versione precedente della riforma. Di 18 miliardi di dollari del capitale bancario, secondo le stime degli esperti, circa il 20%-40% fanno parte di schemi diversi, chiamati ad aumentare il capitale solo in modo fittizio. Di conseguenza, i rischi del sistema bancario sono molto superiori a quel che sembrano, mentre i documenti contabili non sono per nulla trasparenti.
    Mentre sul cammino della riforma del sistema finanziario il governo della FR ha conseguito un certo progresso, la situzuione della riforma industriale è più complicata. I cambiamenti avvenuti nella Gazprom sono di carattere piuttosto amministrativo e c’entrano meno con la struttura del business. La divisione della produzione del gas, del suo trasporto e delle sue vendite, com’è stata delineata precedentemente, non si è ancora realizzata. Segna il passo anche la riforma della RAO EES. La salvaguardia dei diritti degli azionisti minoritari rimane molto debole, e la configurazione della riforma è sempre vaga.
    Anche i cambiamenti legislativi non passano facilmente. La Russia ha approvato il Codice agrario, ed è una vera realizzazione, ma la regolamentazione dei terreni agrari è stata concessa alla discrezione delle amministrazioni regionali. La legge sulla bancarotta, discussa per più di un anno, è stata approvata dalla Duma nel 2002, ma il Presidente vi ha imposto il suo veto, in forza del gran numero di contraddizioni contenute nella legge.
    Molte cose, dunque, sono state fatte, ma molte sono ancora da realizzare. Le elezioni politiche del 2003 saranno un fattore estremamente importante dell’anno venturo, dato che saranno proprio queste a determinare la velocità delle riforme in futuro. Il fatto che i comunisti abbiano perso una parte notevole del loro peso politico significa che i posti che appartenevano loro nella Duma possono essere divisi tra i partiti centristi e liberali. In particolare, un importante indicatore sarà la capacità dell’Unione delle forze di destra di rendere più cospicua la propria presenza nella Duma di prossima convocazione.

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