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Numero 18(63)
La Danimarca non ha estradato Zakaev
Il Ministero della giustizia danese non va d’accordo con la Procura generale di Russia


    Lo scandalo relativo alla richiesta della Russia di estradare Akhmed Zakaev, noto comandante della guerriglia cecena, stava diventando sempre più clamoroso, trasformandosi piano piano in una farsa.
    Infine, il 3 dicembre, il Ministero della giustizia della Danimarca ha respinto la richiesta della Russia di estradire Akhmed Zakaev, ritenendo che le accuse, avanzate nei confronti del sig. Zakaev dalla Procura generale della Russia, non fossero sufficientemente convincenti. Nello stesso giorno, dietro la sentenza della Corte di Kopenhagen, egli è stato scarcerato. “Non ho nessuna pretesa nei confronti della Danimarca o dell’Unione Europea. Anzi, ne sono riconoscente”, ha detto il sig. Zakaev, subito dopo essere uscito dalla prigione, al corrispondente del quotidiano “Kommersant”.
    Gli organi tutori della legge danesi hanno dichiarato di non poter riconoscere i materiali, arrivati da Mosca, che dovevano confermare la colpa di Zakaev, sufficienti per la sua estradizione, perché la versione inglese e quella danese dei documenti hanno notevoli dissomiglianze. La differenza più importante sta nel fatto che nella versione danese a Zakaev venivano imputati reati che si riferivano al periodo della prima guerra cecena, dopo la quale è stata dichiarata l’amnistia, mentre nella versione inglese è stata aggiunta la partecipazione all’invasione del Daghestan nel 1999.
    Lo scandalo è stato provocato anche dalle deposizioni del sacredote ortodosso padre Filipp (Zhigulin) che nel 1996 è rimasto sei mesi prigioniero dei secessionisti. Nelle deposizioni diffuse dai media statali si diceva che il sequestro dei sacerdoti è stato organizzato da Zakaev. Tuttavia, dopo aver parlato per telefono con padre Filipp, i corrispondenti del giornale “Izvestia” hanno smentito questa notizia sul loro quotidiano. C’è chi dice che in seguito a questa pubblicazione Mikhail Kozhokin, direttore responsabile dell’Izvestia, avrebbe dovuto affrontare una spiacevole conversazione presso l’amministrazione del Presidente. La Procura generale ha messo alla luce una dichiarazione clamorosa sui “falsi” che vengono pubblicati da “alcuni mass media”. Lo stesso prete, dopo aver consultato la Procura generale, ha convocato una speciale conferenza stampa, alla quale ha detto di non aver cambiato le proprie deposizioni e di non voler più contattare la stampa. Di conseguenza, la faccenda si è intricata a più non posso, spingendo addirittura Vanessa Redgrave, una famosa attrice e propugnatrice dei diritti umani britannica, a proporre a padre Filipp di visitare la Danimarca per deporre sotto giuramento, visto che in Russia potrebbe essere condizionato dai servizi segreti e dalla Procura generale.
    Come risposta, Serghei Fridinski, il vice procuratore generale della Russia, ha comunicato che a Kopenhagen sono stati inviati alcuni documenti che hanno a che fare con il procedimento penale a carico di Zakaev, tra i quali ci sono anche i verbali dell’interrogatorio subito da padre Filipp. Tra questi materiali ci sono anche le deposizioni di Salman Raduev, un noto terrorista ceceno che sta scontando l’ergastolo. Il problema è che sarebbe difficile trovare un testimone peggiore di Raduev, il quale, in particolare, si era assunto la responsabilità per tutti gli attentati più impressionanti degli anni 1996-1998 per poi rinnegare le proprie parole. La Procura era addirittura disposta a garantire che Zakaev non sarebbe stato condannato a morte.
    Forse gli organi tutori della legge russi troveranno una consolazione nel fatto che la Corte europea per i diritti umani ha tolto la propria moratoria per l’estradizione di 8 guerriglieri ceceni dalla Georgia alla Russia. Intanto anche la Turchia ha estradato alcuni rappresentanti dei separatisti.
    Nella stessa Danimarca tutta questa storia ha danneggiato il business grande e piccolo che ha contatti commerciali con la Russia, perché gli organi doganali e gli altri organi di controllo russi hanno aumentato bruscamente il numero e la durata dei controlli delle merci importate dalla Danimarca, il che arreca loro dei danni enormi. Nel contempo, è stato annunciato che in Danimarca avrà luogo il nuovo congresso ceceno (il secondo nel corso di un mese).

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