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Numero 18(63)
LA RUSSIA NEL MIRINO DI VIA VENETO
Urso: “non delocalizzazione ma rafforzamento sul mercato mondiale delle imprese italiane”


    Dal Ministero per le Attività Produttive parte la volontà di creare distretti industriali italiani in Russia.
    L’Italia guarda a est, per il Corridoio 5 che dovrebbe attraversare la Pianura Padana partendo da Barcellona e collegando l’Atlantico con il cuore dell’ est europeo, per il Corridoio adriatico che dovrebbe far sì che i porti affacciati su quel mare, da Bari a Venezia a Trieste, facciano sistema per porsi non certo come concorrenti di grandi infrastrutture come quella di Rotterdam, ma almeno come sbocchi competitivi per alcuni prodotti su alcune tratte, in particolar modo per quei comparti produttivi che fra sé e proprio Rotterdam hanno una Svizzera non sempre né comoda né facile né economica da attraversare.
    Intanto nelle città di Ekaterinenburg e Lipestk, cui dovrebbero seguire analoghe iniziative a San Pietroburgo e a Krasnodar-Sochi, sono stati aperti due distretti industriali italiani. Il primo dedicato alle aziende liguri specializzate nel comparto siderurgico e meccanico, il secondo specializzato nel settore elettrodomestico con già attiva la presenza della Merloni-Stinol che vi produce lavatrici, e con l’obbiettivo dichiarato di attirarvi soprattutto le imprese marchigiane specializzate nella componentistica di settore. A tenere a battesimo l’operazione Adolfo Urso, Viceministro per le Attività Produttive con delega al Commercio estero, che ha sottolineato come “con questa operazione si apra una innovativa cooperazione economica fra l’Italia e la Russia, indispensabile per competere negli scenari aperti dal mercato globale” “L’iniziativa –ha spiegato ancora l’ex Portavoce di AN- è partita da una richiesta rivolta dal Governo di Vladimir Putin a quello italiano con la quale si proponeva specificatamente la disponibilità del nostro sistema industriale a realizzare uno o più distretti produttivi nelle regioni russe; e in questa prima fase le aziende italiane coinvolte dovrebbero essere almeno un’ottantina”.

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