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Numero 19(64)
Mosca, San Pietroburgo, Togliattigrad e poi…
TRA BALTICO E MEDITERRANEO
Mercati e prospettive secondo Gianni De Michelis


    (F.C.F.) Gianni De Michelis, oggi Segretario del Nuovo PSI, la Russia la conosce bene, la ha ‘vissuta’ politicamente da Ministro degli Esteri del Governo Italiano, “e i Ministri russi con cui mi sono rapportato sono tre, da Shevarnadze in poi”.
    “La globalizzazione” continua De Michelis “ha cambiato la faccia del mondo dal 1992 ad oggi. Dopo la caduta del Muro di Berlino per la prima volta il pianeta sta tutto all’interno di un unico sistema economico, eccezion fatta in parte per la Russia, ma ormai è una questione di mesi anche per quell’immenso bacino.”
    In Italia ce ne siamo accorti?
    “Sì, ed è stato bravo Berlusconi a Pratica di Mare. Ha capito prima degli altri a quali scenari andiamo incontro, ha colto la necessità di rafforzare i rapporti.”
    Quale ruolo può giocare l’Italia nei rapporti con la Russia?
    “Un ruolo fondamentale se saprà cogliere l’opportunità di innescare una cooperazione competitiva in special modo con la Germania. Mi spiego: da una parte c’è sin dall’800 una vocazione antica della Russia verso il Mediterraneo che la spingeva a forzare sui Dardanelli per inserirsi attraverso il Mar Nero verso i porti del Sud Europa e dell’Africa del nord, dall’altra parte c’è la sponda baltica cui guarda la Germania. Con l’allargamento dell’Unione Europea verso est, agli ex paesi del Patto di Varsavia, l’Italia, che nell’Europa che io amo chiamare ‘Carolingia’ aveva un ruolo centrale, specie per quanto riguarda il nord del paese. Con questo spostamento verso il Baltico rischia di diventare per l’Europa allargata quella che oggi è per l’Italia la nostra Calabria, e non me ne vogliano i calabresi: una periferia. Lo ripeto -e su questo concetto l’ex Ministro degli Esteri insiste- ci sono due configurazioni europee: quella baltica e quella mediterranea, l’Italia fa chiaramente parte della seconda. La Russia, vista la sua immensità, può gravitare verso l’una come verso l’altra o anche verso entrambe, ma se il sistema portuale mediterraneo, e adriatico in particolare, non saprà mai competere nemmeno in minima parte con i porti del nord come Rotterdam; se le infrastrutture, le ferrovie, non sapranno rapidamente rispondere alle esigenze di un mercato e di un traffico di uomini e di merci ben diverso da quello per cui erano state pensate, rischiamo di perdere un’occasione unica e irripetibile.”
    Tutto facile o tutto difficile?
    “Facile no di sicuro, anche se parlo di competizione cooperativa è chiaro che ci saranno vincitori e vinti, che non sarà tutto indolore; e poi c’è chi, come Osama Bin Laden, cerca di ostacolare tutto questo…”
    Un attimo: Putin paragona Bin Laden e Al-Quaeda ai Ceceni…
    “Quella è una vicenda delicata. La Russia nasce dalla disgregazione dell’URSS, di quello che era l’impero coloniale costruito sin dai tempi degli Zar, e tutt’ora la Russia è una confederazione di Repubbliche. E’ inevitabile che, con il tempo, i rapporti fra centro e periferia andranno ridiscussi.”
    Putin?
    “Putin sta assolvendo bene al suo ruolo, sta guidando la transizione con la quale la Russia è diventata un paese definitivamente democratico. Mi spiego meglio: la Russia è un paese di democrazia nascente, ma con Putin si sta avviando a sviluppare ed approfondire questa democrazia. Certo i suoi poteri sono ancora quelli di uno zar, ma ha anche un grandissimo consenso popolare, e senza di esso non potrebbe governare il paese.”
    Torniamo un attimo al passato, ai protagonisti che lei ha conosciuto…Yeltsin?
    “Rispetto a lui Putin è sicuramente un enorme passo in avanti.”
    Gorbaciov?
    “Gorbaciov rimane una persona di un enorme spessore culturale, che ha un grande credito all’estero, ma politicamente fu un disastro. Oggi il suo consenso interno è ridotto ai minimi termini, e in politica conta come ti giudica la tua comunità, e i Russi non credono più in lui.”
    Torniamo ai rapporti Italia Russia?
    “Sento tanto parlare del Corridoio 5 da Barcellona a Kiev, come se fosse una cosa nuova! Lo lanciammo già noi nel 1988, ai tempi dei Governi di Bettino Craxi, e prima che cadesse il Muro di Berlino. Già allora ci sembrò evidente che andava sviluppata e potenziata la vocazione italiana verso est.”
    Gli Italiani conoscono e capiscono la Russia?
    “La Russia? Mosca, Leningrado, Togliattigrad. Tre città poi il nulla. Tutto il suo immenso territorio ci è sconosciuto, e non sto parlando della Siberia! ci vorranno decine di anni per colmare questo gap informativo.”
    Economicamente…
    “La Russia ha un’economia basata su immense ricchezze naturali, e grazie alle risorse energetiche come il petrolio e l’elettricità tornerà presto ad essere una grande potenza mondiale. E poi ha un grande patrimonio umano, su quello i comunisti non hanno sbagliato: i Russi sono un grande popolo. Se sapremo stabilire solidi rapporti politici e diplomatici per l’Italia potranno aprirsi grandi occasioni anche economiche. Il futuro, e con lui la Russia, sono dietro la porta.”

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