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Numero 7(87)
Festa alla scuola italiana

    Pareti coloratissime. Sorrisi, ilarita’ tra il pubblico per l’interpretazione del “Torero Camomillo”. Non una rappresentazione al Bolshoj, ma quasi. Si tratta della tradizionale recita che a fine anno vede impegnati tutti i bambini italiani, grandi e piccoli, alla scuola italiana Costanza Vinci. E non sembra neanche di trovarsi in Russia, a Mosca, sul Leninskij Prospekt, bensi’ in qualche Via Verdi o Via Accademia del cento di qualche citta’ della Toscana, della Lombardia, o della Campania. La festa post-recita in realta’ e’ un’ottima occasione per i genitori di chiacchierare. E tra una forchettata di insalata di pasta e un bicchiere di Fanta di argomenti di conversazione se ne trovano, dato che quasi tutti qui condividono l’arte fine e circense di essre italiani a Mosca. Intervengono alla festa della scuola anche le rappresentanze del consolato italiano, oltre che diverse personalita’ del mondo della Cultura italiana a Mosca. Come prevedevasi, dopo un po’ i bambini grandi spariscono, e si sa gia’ dove. Hanno anarchicamente guadagnato il campetto da calcio e si apprestano ad approfittare della splendida giornata di sole per improvvisare una grande partita, emuli dei nostri connazionali, lasciando pure gli adulti a disquisire sul PIL russo o sui risultati delle Europee.
    Gia’ da due anni il dott. Paolo Trani e’ preside della “Costanza Vinci”, scuola materna-elementare e media privata e legalmente riconosciuta dallo Stato italiano, fondata nel 1972-1973 su iniziativa e diretto coinvolgimento dell’omonima, moglie dell’allora ambasciatore italiano, dalla quale ha preso nome: e’ abbastanza recente il trasferimento dai locali dell’Ambasciata (denezhnyj pereulok, in zona Staryj Arbat), a quelli dell’UPDK – sul Leninskij Prospekt –, edificio moderno ed in ottima collocazione. La struttura dei corsi e’ pienamente conforme ai programmi ministeriali italiani previsti per scuole materne, elementari e medie in Italia, ed i titoli di licenza conseguiti dai bambini sono legalmente riconosciuti sia in Italia che nel resto dei paesi dell’UE. Per cinque giorni la settimana (tre giorni dalle 8:30 alle 13:30 e due giorni con lezioni addizionali sino alle 16:30) docenti italiani madrelingua si dedicano attivamente all’educazione dei bambini non solo attraverso l’insegnamento di materie canoniche come storia, geografia, italiano, matematica, e attraverso l’organizzazione di numerose attivita’ parascolastiche come recite teatrali, lezioni di pittura, visite ai musei di Mosca e molto altro, ma anche e soprattutto trasmettendo loro i valori e le tradizioni culturali italiane. Ed in questo compito si rivela preziosa la presenza di una ricca biblioteca privata con una vastissima scelta di titoli in lingua (molti di questi vennero donati alla scuola dalla moglie del Presidente della Repubblica Italiana, la sig.ra Ciampi, durante la sua visita a Mosca nel 2000). I contenuti dei programmi si incentrano ovviamente sull’Italia, ma vengono tenute in grande considerazione anche le contingenze socio-ambientali entro le quali vivono i bambini. Si cerca in altri termini di aiutarli ad integrarsi nella cultura del paese nel quale vivono, fornendo loro una solida conoscenza della lingua e della storia russe. Le norme della riforma Moratti sull’introduzione di una seconda lingua straniera oltre l’inglese non colgono quindi impreparata la “Costanza Vinci”, alla quale il Ministero dell’Educazione concede in generale ampia flessibilita’ proprio considerando la sua particolare ubicazione.
    Comunque, per l’insegnamento del russo come prima lingua, data la presenza di molti bambini bilingue – si segue il programma della scuola russa. La scuola sta diventando a tuti gli effetti un’istituzione bilingue (italo-russa). Gli insegnanti di educazione fisica, musica, arte (ed ovviamente lingua russa) sono russi, anche se parlano correntemente l’italiano. L’arricchimento del clima culturale nel quale i bambini crescono e’ del resto uno degli obiettivi della scuola. A questo proposito vengono di frequente organizzate festicciole ed incontri con i bambini delle altre tre scuole che condividono gli spazi dell’edificio, ovvero quella svedese, quella finlandese e quella giapponese, durante le quali i bambini colgono l’importanza delle lingue straniere, dato che, per giocare con i “vicini” si trovano obbligati a comunicare in inglese (o in russo). E’ proprio in questa atmosfera internazionale, che si trovano a dovere interagire alcuni bambini russi. Per lungo tempo hanno freqeuntato la scuola infatti solo i bambini dello staff dell’ambasciata italiana o dell’Istituto del Commercio Estero, di compagnie industriali e banche. Tuttavia, quando la situazione socio-politica in Russia e all’estero e’ cambiata, la “Costanza Vinci”’ ha cominciato ad esercitare una particolare attrattiva non solo su questa nicchia di “eletti”. Sul registro degli insegnanti compaiono a sorpresa molti –ov e -ova. E questo non solo perche’ molti bambini hanno un genitore italiano e uno russo. “Anche presso i russi la scuola italiana a Mosca, in quanto straniera, riscuote grande successo”, osserva il preside Trani. Tutte le scuole straniere in genere godono di maggiore prestigio; oltre ad essere molto apprezzato dai genitori lungimiranti il valore pedagogico di un’esperienza formativa extra-culturale a lungo termine, il riconoscimento dei titoli di studio in UE va a vantaggio degli alunni russi che poi continuano i loro studi all’estero.
    Frequentano la scuola anche bambini provenienti dalla comunita’ ispanofona moscovita. Questo perche’ a Mosca manca ancora una scuola spagnola, e cio’ si deve principalmente alla singolare politica del governo spagnolo, che punta tutto sulla formazione a distanza. Per i bambini spagnoli residenti all’estero, o comunque per quelli i cui genitori (argentini, messicani, cubani, brasiliani etc.) si orientano verso il modello educativo spagnolo, il Ministero dell’Istruzione spagnolo rende disponibili alla visione su satellite dei programmi televisivi educativi trattanti diverse discipline, che, implementati ad un minimo di attivita’ autodidattica, consentono ai bambini di sostenere poi periodicamente presso le ambasciate degli esamini di profitto attestanti il loro livello di conoscenza. Tuttavia in questo modo viene a mancare la figura dell’insegnante, che, a dispetto di quanto sostenuto dai futurologi sulla supremazia della comunicazione per immagini, rimane pedagogicamente un punto di riferimento importantissimo nello sviluppo dei soggetti in eta’ evolutiva. Quindi molti stranieri appartenenti alle comunita’ ispanofone si rivolgono alla scuola italiana, per evidente analogia fra lingue e culture.
    L’ “italian way” si manifesta anche nel sistema educativo, che risulta piu’ vivace, dinamico, stimolante la libera iniziativa e la creativita’, meno repressivo rispetto per esempio alla vecchia pedagogia autoritaria di stampo sovietico fondata sulla disciplina. Quindi a volte per alcuni bambini non italiani la maggiore difficolta’ non e’ tanto il fattore linguistico, quanto la necessita’ di adattarsi a questo genere di didattica. I risultati comunque sono tangibili: tutti gli alunni della “Costanza Vinci”, grazie al consistente bagaglio culturale ivi acquisito proseguono poi i propri studi con successo sia in Russia che all’estero, e senza riscontrare difficolta’ di inserimento dovute a lacune nella preparazione o a problemi di socializzazione.
    Innegabile che ci sia ancora lavoro da fare. Principalmente per quanto riguarda il riconoscimento ufficiale dei titoli di studio conseguiti alla “Costanza Vinci” da parte degli altri istituti scolastici russi: se nell’Eurozona, almeno a livello ministeriale e burocratico si spiana gradualmente la strada all’equipollenza tra i titoli di studio dei vari paesi membri, in Russia i collegamenti tra i diversi iter scolastici ai diversi livelli sono ancora traballanti e complicati, e comportano ancora l’obbligo per i ragazzi di sostenere degli esami di certificazione. Sono in cantiere progetti volti a consentire piu’ permeabilita’ tra le diverse scuole. Anche se questa rimane fondamentalmente una questione ministeriale intergovernativa, l’amministrazione della “Costanza Vinci” nel suo piccolo sta dando avvio ad un programma pilota di interscambio con la scuola superiore moscovita 136: qui da qualche tempo tre professori italiani insegnano filosofia, scienze naturali e lingua italiana secondo metodologia e programmi russi, ma in lingua italiana. I ragazzi che frequentano tali corsi ottengono un diploma valido sia per l’iscrizione all’Universita’ Russa che a quella italiana, evitando i tradizionali corsi preparatori a Perugia o a Siena. Per ovviare alla mancanza del liceo italiano alla “Costanza Vinci”, si progetta di appoggiarsi sempre alla 136, creando una sezione parallela di classi permeabile per i russi con professori e/o programmi italiani.
    Le difficolta’ connesse all’omologazione alla riforma Moratti incontrate da tutte le scuole italiane non dovrebbero risultare ingenti, per la “Costanza Vinci”, che progetta per la reintroduzione del tutor pluridisciplinare (il docente che per 18 ore alla settimana insegna tutto, dalla matematica, alla storia, all’italiano) di procedere con una certa gradualita’, iniziando dalla prima elementare a partire dall’anno prossimo. E per quanto riguarda le tre ore settimanali opzionali previste dal piano della riforma, si pensa di articolare l’offerta in approfondimenti di materie gia’ insegnate (la musica, o l’educazione artistica) e ulteriori attivita’ sportive (ad esempio il nuoto), peraltro richieste dai genitori. L’amministrazione scolastica mostra sempre grande sensibilita’ verso le esigenze di ogni nucleo familiare: flessibilizzazione delle rette, programmi di supporto o ambientamento per i nuovi bambini, scuolabus per citare solo alcuni esempi. A breve seguira’ anche la riorganizzazione di alcuni spazi a disposizione ora poco sfruttati, e la creazione di un piccolo stadio per l’atletica leggera. Il grande impegno e grande entusiasmo dello staff della Costanza Vinci viene comunque premiato; il valore educativo e didattico dell’insegnamento alla “Costanza Vinci” e’ largamente riconosciuto. La scuola infatti giova non solo di periodiche sovvenzioni del Ministero degli Esteri italiano; molti contributi straordinari pervengono spesso da prestigiose societa’ italiane con sede a Mosca, come Banca Intesa o Uni Credito. Anche grazie a questi fondi l’amministrazione scolastica puo’ fare fronte sia a lavori di ristrutturazione e ammodernamento delle infrastrutture che al rinnovo degli arredi e dei materiali didattici e ricreativi.
    Quelli della “Costanza Vinci” sono da considerarsi degli ottimi risultati, se si pensa alla labilita’ della complessiva presenza scolastica e culturale italiana all’estero. “L’Italia in tal senso non ha effettuato la grande politica culturale di Francia, Germania, Inghilterra, e primi fra tutti gli Stati Uniti, paesi la cui rappresentanza scolastica all’estero e’ promossa, diffusa e soprattutto tutelata” osserva ancora Trani. Purtroppo gli italiani sono battitori di piste che si adattano a qualsisasi ambiente, ma che non hanno poi premura di sistematizzare ufficialmente la conservazione della propria identita’ culturale all’estero, e questo anche e soprattutto in ambito scolastico. Spesso questo pregiudica molto le scelte educative per i propri figli degli stessi cittadini italiani residenti all’estero.
    “Un difetto degli italiani e’ di essere auto-ipercritici”, commenta ancora Trani; mentre a volte il loro lavoro dovrebbe essere riconosciuto per quello che e’, ovvero ben fatto. “Noi siamo soddisfatti degli standard qualitativi offerti dal nostro istituto. La pedagogia italiana e’ simile a quella francese, nella quale si intende per civilization un modo di vedere la realta’, che e’ quello che poi offrono i nostri docenti. La scuola europea ed in particolar modo quella italiana danno la possibilita’ di sviluppare capacita’ di giudizio autonomo, di fare propri quegli strumenti cognitivi in grado di rendere l’individuo attivamente partecipe alla vita intellettuale ed al progresso culturale del proprio paese, di impararare a rapportarsi ad altre culture con rispetto e tolleranza. Da noi vengono ammessi tutti i bambini. Il progetto educativo della “Costanza Vinci” e’quello di una scuola aperta, incentrato non solo sulla familiarizzazione con l’identita’ nazionale italiana, ma anche sulla socializzazione e sull’apertura al dialogo con altre culture, fattore quest’ultimo che si rivela oggi di grande attualita’”.

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