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Numero 7(71)
“E’ inutile spiegare in modo aggressivo che la Russia è il miglior Paese, nel quale si possano investire i soldi...”
L’intervista con Aleksei Novikov, direttore analitico della società Standard&Poor’s per la Russia e la Comunità degli Stati Independenti (CSI)


    L’ufficio di rappresentanza della società Standard & Poor’s è stato aperto a Mosca nel 1998. Il suo scopo è quello di promuovere sul mercato della Russia e dei Paesi della CSI i servizi forniti dalla Standard & Poor’s nel campo dei rating e delle informazioni finanziarie, il mantenimento dei rapporti con i clienti ed il supporto informativo delle attività dell’azienda. Gli analisti dell’agenzia realizzano studi nel settore della finanza aziendale, regionale e municipale, nonché analisi dell’attività degli istituti finanziari. La Standard&Poor’s s’impegna molto negli studi relativi al mercato delle assicurazioni, all’aumento dell’efficienza della gestione di aziende pubbliche e municipali.
    Rispondendo alle domande di Elena Romanova, la corrispondente dell’Espresso, Aleksei Novikov, il direttore analitico della Standard&Poor’s per la Russia e la CSI, parla delle attività della compagnia, dei modi in cui si possa attrarre investimenti stranieri in Russia e dei fattori che influenzano la formazione dei rating.


    – Sig. Novikov, può parlare un po’ della sua agenzia?
    – L’agenzia del rating Standard & Poor’s è l’agenzia di rating più importante del mondo. Nacque negli USA nel 1861. Oggi l’agenzia lavora in Europa, in Asia, in America Latina e in Russia. Nel nostro Paese l’azienda ha da una parte un ufficio di rappresentanza che si occupa di marketing, e dall’altra parte una filiale, la Standard & Poor’s EA Ratings, il cui pacchetto maggioritario è stato riscattato dalla Standard & Poor’s dalla Fondazione dell’”Istituto Cittadino di Economia”, che è il principale centro analitico nel campo dell’economia cittadina.
    La Standard & Poor’s è diversa dalle altre agenzie internazionali: si distingue per il fatto di avere in Russia un organico di analisti che lavorano seguendo le regole della Standard & Poor’s e partecipano ai comitati di rating, sia per la Russia, sia per gli altri Paesi. Ora sono 20 persone, tra le quali ci sono gli analisti del settore bancario, di quello aziendale, del settore della finanza pubblica e di quella municipale. Lavoriamo all’interno della Russia, e questa è una caratteristica distintiva importantissima della Standard & Poor’s. In Russia abbiamo già attribuito circa 60 rating, nei Paesi della CSI, 86. Oltra ai rating, calcolati in conformità alla scala globale, la Standard & Poor’s attribuisce dei rating, partendo da una graduatoria russa, sviluppata ad hoc, assai adatta per il mercato delle obbligazioni in rubli.
    – In che cosa, secondo Lei, potrebbe consistere l’attrattiva della Russia per gli investitori? Potrebbe essere aumentato il rating creditizio della Russia nei prossimi anni e se ciò fosse possibile, per mezzo di quali fattori? Quali ostacoli ci sono?
    – Le parole “attrattiva per gli investitori” possono significare qualsiasi cosa. Gli investitori sono diversi e quindi sono interessati a diversi aspetti del clima d’investimenti in Russia. A coloro che s’impegnano in speculazioni finanziarie nel senso diretto professionale dell’espressione, la Russia pareva attraente anche nei tempi più duri, dopo il 1998. Per coloro invece che vorrebbero fare investimenti a lungo termine in titoli del Governo Russo, o nei titoli delle aziende russe, evidentemente, non è ancora giunto il momento giusto, visto che il rating creditizio della Russia per ora non ha raggiunto la quota “da investimenti” (categoria “BBB”). D’altronde, oggi è ovvio un movimento verso questa quota. Poco fa la Standard & Poor’s ha dichiarato l’aumento del rating sovrano della Russia per le obbligazioni in valuta estera fino alla quota ÂÂ (Stabile) e per le obbligazioni in valuta nazionale, fino alla quota BB+ (Stabile) (!).
    Va rilevato pure che recentemente l’agenzia internazionale di rating Standard & Poor’s ha confermato che il rating creditizio a lungo termine di Mosca e di San Pietroburgo rimane alla quota “BB”. La previsione del rating è “stabile”.
    I rating della citta’ di Mosca riflettono la sua situazione di centro economico, politico e finanziario della Russia, la sua economia diversificata, basata sul settore terziario, la sua sana politica budgetaria e dei debiti. Il livello del rating è supportato dall’incremento del PIL della città.
     Il livello dei rating di San Pietroburgo è supportato dalla qualità sempre più alta della gestione del debito e dagli sforzi costanti della città, mirati alla riforma del sistema budgetario e al perfezionamento della programmazione finanziaria a mezzo termine; dal basso carico debitorio; dalle entrate crescenti della città; dalla previsione di una crescita ulteriore dell’economia, realizzata, in particolare, da grossi investimenti stranieri.
    Manca solo un gradino, quindi, alla categoria “da investimenti”. Anzi, nel 2002, in Russia è stato aumentato il rating di 18 emittenti, e abbassato solo di uno. Sullo sfondo di un rapporto contrario per l’Europa (1:3), questo trend appare molto ottimistico.
    Posso dire, quali ostacoli esistono oggi per coloro che vorrebbero fare investimenti a lungo termine nella Federazione Russa e nelle aziende che si trovano sul territorio della FR. Si tratta di queste realtà: il Paese e i suoi conti pubblici dipendono molto dal prezzo del petrolio, la diversificazione dell’economia è bassissima, e il settore che alimenta maggiormente il budget federale e “risponde” per la crescita del PIL è il comparto energetico e di materie prime. Esiste tuttora una correlazione diretta tra i prezzi del petrolio e tutti gli altri parametri macroeconomici del Paese. La diversificazione dell’economia a un livello valido per uno sviluppo stabile, voglio ripeterlo, per ora non c’è. Per questo, se il prezzo del petrolio cala abbastanza bruscamente, e non a breve, ma a lungo termine, in tal caso, la Federazione Russa va incontro a dei grossi problemi, visto che questo settore smette di essere il contrinuente n1 del budget federale. Questo è il primo problema.
    Il secondo problema concerne la mancanza di azioni concrete nell’ambito della riforma amministrativa. Si sta svolgendo un processo travagliato della così detta “selezione negativa” dei professionisti per il settore statale e municipale, perché il livello degli stipendi in questi comparti li rende assolutamente non competitivi, rispetto al settore privato. Di conseguenza, avviene la “selezione negativa”: gli impiegati sono costretti ad impegnarsi in attività “missionarie” e “caritatevoli”, oppure cercano di trovare mezzi di sostentamento mediante schemi “sommersi”, ecc. Il livello di corruzione nell’economia russa pertanto rimane molto alto; questo fattore anzi diventa determinante per il capitale russo e soprattutto per quello straniero. Se il nostro Governo si decide non solo ad aumentare di alcune volte il salario degli impiegati statali (è una conditio sine qua non), ma anche a far dipendere la loro retribuzione dai risultati ottenuti, allora il problema del potere corrotto comincerà a poco a poco a risolversi, ma per il momento esso rappresenta il maggiore ostacolo sulla strada del capitale che vorrebbe venire in Russia.
    Il terzo grosso problema evidente è quello dei monopoli naturali: il gruppo Gazprom, la RAO EES (società pubblica dell’ energia elettrica), il Ministero delle ferrovie e le loro tariffe che, in sostanza, non consentono a queste aziende di raggiungere il livello di autosufficenza. In questo modo avviene il sovvenzionamento dell’economia russa con i soldi dei contribuenti. Le aziende non efficienti di conseguenza rimangono a galla. Questo problema è estremamente politicizzato, ed è molto difficile risolverlo. Il ritardo nella riforma dei monopoli naturali è un fattore che limita notevolmente il rating creditizio della Russia in generale, e le realizzazioni in questo settore determineranno le vie di evoluzione del rating creditizio del Paese.
    – Sig. Novikov, quali sono le prospettive per attrarre gli investimenti stranieri in Russia? Quali misure, secondo Lei, dovrebbe applicare il nostro Stato per “equilibrare” l’economia russa e per instaurare dei rapporti con gli investitori stranieri?
    Sa, qui valgono tutti i fattori che ho appena elencato. C’è del resto un altro fattore che non è considerato sufficiente a livello del Governo. Parlo della situazione degli impiegati stranieri e dei cittadini stranieri nella Federazione Russa. C’è un mare di piccole cose (regole, norme, costumi) che rendono difficile la loro vita in Russia, dal punto di vista economico, finanziario e semplicemente umano, e che in certi casi li offendono.
    Tutto inizia dalla dogana, dove qualsiasi cittadino straniero, nel lasciare il Paese, deve cambiare in rubli tutti i soldi eccedenti la cifra dichiarata nella dichiarazione doganale quando era entrato in Russia. Ciò, anzitutto non è per niente interessante (cosa farà dei rubli negli USA o in Italia?), e poi, anche se vorrà fare il cambio, molto spesso, è impossibile, perché le banche o i punti di cambio proprio in quel momento non sono aperti all’aeroporto internazionale Sceremetievo. La dogana peraltro propone ad uno straniero di tenere questi soldi presso un deposito speciale, fino al suo rientro in Russia, ma si capisce che ciò di per sé è una fonte di numerosi dubbi, inconvenienti, ecc. Tutto ciò, sin dalla prima visita, fa vivere a un cittadino straniero un sacco di emozioni negative.
    Ci sono dei casi anche più seri: molti esperti ed investitori stranieri rinunciano ai viaggi in Russia perché non vogliono sottoporsi ad una procedura umiliante, quella degli esami per l’AIDS, necessaria per ottenere un visto multiplo, la registrazione ufficiale, ecc. Parecchi non vogliono comprare appartamenti qui, perché secondo loro la tassazione delle operazioni sugli immobili non e’ equa (le norme per i cittadini russi sono diverse): in particolare, nel vendere l’appartamento, dovendo lasciare il Paese un cittadino straniero deve, in realtà pagare un’altra volta un’imposta sull’incremento del capitale. In molti alberghi e musei tuttora sono valide tariffe diverse per cittadini russi e stranieri. E’ impossibile vedere qualcosa del genere praticamente in nessun altro Paese del mondo. Queste “piccole cose” rappresentano quasi la prima e la più importante impressione che hanno della Russia gli investitori stranieri, dopo viene la corruzione, e solo in seguito nella mente di un investitore straniero, molto lentamente comincia a formarsi un’immagine più positiva del nostro Paese.
    Se l’obiettivo della Federazione Russa non e’ quello di attirare i singoli investitori stranieri, come i giganti transnazionali tipo McDonalds o Coca-Cola, ma quello di creare un flussi di investimenti stranieri nell’economia russa, che comprendano anche società medie e grosse (non necessariamente gigantesche), allora c’è da rivedere radicalmente tutto il sistema di norme e regole, per i cittadini stranieri. In caso contrario, gli investitori non vorranno investire il loro capitale nella nostra economia e volgeranno lo sguardo verso un Paese ben piu’ attraente per gli investitori, come e’ la Cina.
    – Potrebbero, secondo Lei, verificarsi degli eventi inediti, radicali, capaci di avere un effetto sull’attrazione dei nuovi investimenti in Russia?
    – Mi pare che l’evento più radicale potrebbe essere quello dello svolgimento di una riforma amministrativa. E’ necessario pure prendere delle misure, mirate alla deburocratizzazione, al raggiungimento della parità di diritti per i cittadini stranieri e russi, in molti parametri, come le modalità personali di soggiorno nella FR, norme doganali e relative ai visti, norme della registrazione, dell’acquisto di un appartamento nella FR., ecc.
    – Sig. Novikov, quale ruolo potrebbe avere in questo processo la Standard & Poors?
    – Noi, nella situazione presente, fissiamo la valenza di questi fattori. Prima di enunciare un certo rating creditizio, consideriamo tutti questi fattori per determinare se e quanto un Paese è capace di pagare i propri debiti in tempo e in totale. Oggi molte aziende russe si lamentano del fatto che il rating creditizio di un’organizzazione non può superare quello della Russia. Come si è formata tale norma? E’ possibile che il rating della Nestle sia più alto di quello della Svizzera, oppure il rating della Nokia sia più alto della Finlandia? Sono, in realtà le società globali, mentre nel loro Paese d’origine si trova solo la sede centrale e una parte poco significante di reparti produttivi.
    Se si parla del rating creditizio della Russia come di un “tetto” per il rating di qualsiasi organizzazione che si trovi nella sua giurisdizione, va detto che, a livello di principio, questa norma non è automatica. In Russia c’è ad esempio una società di assicurazioni, la AIG, il cui rating è “AAA”, mentre il rating della Federazione Russa oggi, com’è noto, è “BB”.
    Il fatto è che tutte le operazioni svolte dall’AIG vengono garantite dalla società madre, che si trova fuori dei confini della Federazione Russa: per questo, indipendentemente dalla sua situazione finanziaria in un dato momento, il suo rating è più alto di quello della Russia. La norma in questione è nata per tale motivo: quando il Governo federale si rende conto della probabilità di una crisi finanziaria che comporta l’incapacità di pagare i debiti esteri, esso può realizzare una serie di misure d’ intervento (limitare la conversione della valuta estera o la sua esportazione dal Paese), limitando in tal modo la solvibilità di un’azienda che si trova sul territorio della Federazione Russa. Così ad esempio nel 1998, il Governo federale, dichiarandosi incapace di pagare i debiti, aveva introdotto una moratoria per l’adempimento di impegni in valuta estera per tutte le persone giuridiche che si trovavano sul territorio della Federazione Russa. Cioè, dal punto di vista formale, nessuno, anche se avesse potuto farlo, aveva il diritto di pagare, per un periodo di 3 mesi, in valuta estera: era vietato. Ma cosa deve fare un investitore straniero che aveva dato soldi a qualche persona giuridica? Lui sa che il suo partner se la passa bene, che quanto è successo a livello governativo non dipende da lui, e che può pagargli i suoi soldi in tempo e in totale. In questo modo, è presente il rischio di un intervento diretto sovrano nelle attività di un’azienda nel momento in cui lo stesso Governo federale difficilmente può adempiere i propri impegni. Questo, tutto sommato, è il motivo principale che spiega il concetto, secondo il quale il rating dinun Paese è sempre superiore o uguale a quello di qualsiasi emittente che si trova sul territorio del Paese.
    Il rating della Nestlé, in certe circostanze, potrebbe essere più alto di quello della Svizzera, cosi’ come il rating della Nokia potrebbe essere più alto del rating della Finlandia. Ma il rating creditizio della Svizzera e della Finlandia in questo momento è il massimo possibile, “AAA”, ed è impossibile, quindi, ottenere un rating superiore. Di regola, il rating di un’azienda può essere superiore a quello sovrano nel caso in cui esiste una garanzia di una parte terza che ha un rating più alto di quello di un Paese, oppure esistono delle riserve supplementari, una copertura finaniaria che si trova al di fuori dei confini dello Stato, che riducono la probabilità di una mancata estinzione degli impegni fino allo zero, ma si tratta solo di casi “eccezionali”.
    Per quanto riguarda invece le compagnie globali, esse hanno i loro propri fattori di solvibilità, i quali spesso non riescono a farle arrivare anche al livello del rating più elevato, quello sovrano. Così, l’esempio della Russia ci dimostra che oggi solo tre emittenti hanno lo stesso rating del Paese, per le obbligazioni in valuta estera (“BB”): Mosca, San Pietroburgo e la società “Transneft”. Fino a poco fa in quest’elenco c’erano anche alcune altre aziende energetiche, compresa la “Gazprom”. Ma con l’ultimo aumento il rating della “Gazprom” si è trovato ad essere più basso. Quindi di fatto solo tre emittenti, anche con il rating abbastanza basso che ha la Russia, rimangono allo stesso livello del rating del Paese. Un rating più alto di quello sovrano è un caso eccezionale per un’azienda russa.
    – Sig. Novikov, secondo Lei, fino a che punto un’ attivita’ di PR agressiva, con interviste e partecipazione a diversi rating, puo’ avere un effetto sulle quotazioni delle azioni e sul rating creditizio di un’azienda?
    – Posso dire una sola cosa: l’essenziale è che l’ attivita’ di PR sia intelligente. E’ assolutamente inutile spiegare in modo “aggressivo” che la Russia e’ il miglior Paese nel quale investire. Credo che il miglior PR per la Russia sia una riforma amministrativa, una riforma dei monopoli naturali e una diversificazione dell’economia. Tutto sommato, si tratta di obiettivi raggiungibili, nelle condizioni di quella stabilizzazione politica che ha avuto luogo da quando Vladimir Putin era stato eletto Presidente della Federazione Russa, da quando e’ stato eletto il nuovo Parlamento, ecc. Mi auguro che le nuove elezioni, come minimo, non peggiorino la situazione. Una risorsa politica per tali riforme esiste.
    In conclusione, vorrei sottolineare che una vera guarigione dell’economia russa può iniziare quando la quota parte dell’impresa piccola e media nel Paese aumenterà pressapoco fino al 30-40 percento del PIL. In Polonia questa parte è di circa 50%, e da noi solo il 10%-12%. Se in Russia la parte del PIL generata dalla impresa piccola e media raggiungerà il 30%, ciò significherà che l’economia non si basa più su tre monopoli naturali, la “Gazprom”, il Ministero delle Ferrovie e la RAO EES, ma su tutta la società.

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