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Numero 6(97)
La squadra di Luzhkov se ne va

    Dai primi del 2005, a Mosca ci si prepara attivamente al passaggio dei poteri governativi: come in una partita di scacchi, il potere federale e quello regionale usano cambi di figure e costruiscono combinazioni a più mosse.
    Il mandato di Yurij Luzhkov scade verso la fine del 2007, e il prossimo sindaco della capitale, in conformità alla nuova legge sarà nominato dal Presidente. È chiaro già oggi che non sarà il sindaco attuale, ma la candidatura del suo successore non è ancora stata determinata, ed è cruciale per entrambe le parti. Questa nomina è fondamentale per il potere federale, per garantirsi l’esito favorevole delle elezioni presidenziali 2008 proprio a Mosca, in cui è tradizionalmente difficile applicare “la risorsa amministrativa”. La battaglia principale per Mosca dovrebbe svolgersi durante le elezioni alla Duma di Mosca fissate per il prossimo dicembre: il partito Russia Unita potrebbe occuparvi tutti e 35 i seggi. Queste elezioni saranno significative, anche perché mostreranno quanto favorevolmente sia stata accolta l’unione dei partiti della destra, che sono riusciti a partecipare alle elezioni in un polo unito solo adesso, poco prima del voto.
    Ma il potere federale ha già assestato alcuni colpi preventivi, per minimizzare le probabilità della comparsa di un “successore” di Yurij Luzhkov. Gli uomini del suo entourage vengono inviati in diverse regioni della Russia ad occupare le cariche dirigenziali. Il vicesindaco Valerij Šantsev in agosto è stato nominato Governatore della Regione di Niznij Novgorod, mentre all’altro vice, Mikhail Men, fra poco dovrebbe essere proposta secondo voci di corridoio una carica analoga nella Regione di Ivanovo. Un caro amico e alleato politico di Yurij Luzhkov, Georgij Boos, è diventato in settembre Governatore della Regione di Kaliningrad. Manca ormai poco per arrivare al momento in cui fra le schiere diradate degli alleati del sindaco non rimarrà più nessuno capace di vantarsi a diritto del nome di “successore”; allora l’obiettivo del potere federale sarà raggiunto.
    In modo indiretto, le vicende di quest’anno dimostrano come l’équipe di Luzhkov si sia già rassegnata all’impossibilità di mantenere lo status quo dopo il ritiro di Yurij Mikhailovi. È noto, in particolare, che ad aprile del 2005, la società Inteco, controllata da Elena Baturina, la moglie di Jurij Luzhkov, ha venduto all’Eurotsement Group cinque fabbriche di cemento per 800 milioni di dollari USA, e a giugno ha ricevuto dal gruppo PIK 300 milioni di dollari per le unità della società DSK-3 relative alla costruzione di prefabbricati. Ora è possibile dire con certezza che a prevalere nel settore edilizio di Mosca saranno le aziende di Oleg Deripaska, le quali hanno acquistato i suddetti attivi. 1,2 miliardi di dollari ricavati dall’operazione sono stati investiti dall’entourage di Luzhkov nelle azioni della Gazprom e della Sberbank come investimenti di portafoglio. Ai primi di ottobre il Governo di Mosca ha intrapreso una mossa altrettanto significativa, vendendo un pacchetto del 7% nel capitale della Banca di Mosca alla Moskovskaja Strakhovaya Kompanija (Società di Assicurazioni di Mosca), il 49% della quale appartiene alla Banca di Mosca, e il 51%, al Governo di Mosca. Sebbene formalmente la quota del Governo di Mosca e delle strutture da esso controllate nel capitale della banca sia rimasta invariata, e cioè, ammontante al 62,2%, non passa inosservato il calo del livello di controllo del Governo di Mosca sotto al 51%. L’aumento del capitale della Moskovskaya Strakhovaya Kompanija, in seguito al quale la quotaparte del Governo di Mosca può essere erosa, potrebbe essere gestito senza troppo rumore, e dopo tale operazione anche la Banca di Mosca andrebbe ai privati.
    Uno schema del genere è stato realizzato nel 2003 in Bashkiria alla vigilia delle elezioni del capo della repubblica. Il Presidente Murtaza Rakhimov, per timore che il Cremlino potesse sostenere alle elezioni un suo rivale, ha trasmesso il controllo delle aziende bashkire più importanti al gruppo “Bashkirskij kapital”, allora di proprietà del figlio del Presidente. In seguito ad emissioni supplementari, la quotaparte del Governo della Bashkiria in tutti gli attivi principali si è ridotta di alcune volte. Anche se il presidente Rakhimov è riuscito a mantenere il suo posto ed è tuttora presidente della Baskiria, le operazioni compiute non sono state rivedute. Alla metà di agosto del 2005, grosse partecipazioni alle aziende bashkire sono state acquisite dalla società moscovita AFK Sistema (il venditore era il “Bashkirskij kapital”). In tal modo, la “privatizzazione” di fatto del complesso energetico bashkiro è diventata irrevocabile.
    La cessione ai privati della banca municipale di Mosca fa presupporre a buona ragione cambiamenti nel mercato bancario di Mosca, il quale costituisce circa il 30%-il 40% del mercato comune russo. Grazie al supporto del Comune, la Banca di Mosca ha lanciato il programma “carta sociale del moscovita”.Queste tessere, che non solo sono uno strumento di pagamento, danno anche l’accesso ad agevolazioni previdenziali, permettono alla Banca di Mosca di rimanere terza in Russia per il volume di depositi attratti.
    Inoltre, tramite la Banca di Mosca passa anche un flusso notevole di pagamenti comunali, il mercato complessivo dei quali in Russia ammonta, secondo le stime, a 10 miliardi di dollari. Dopo il ritiro della squadra di Luzhkov, la Banca di Mosca, in tal modo, comincerà a perdere una fetta del mercato, oppure sarà inglobata da qualche altra banca, presumibilmente russa. In ogni caso, i ricavi di quest’operazione di nuovo non arriveranno al bilancio.

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